venerdì 4 aprile 2008

Se il nostro futuro dipende da una barzelletta dell'On. Vitali.



Leggo su “Senza colonne” che avrebbe destato scandalo una barzelletta, pare “spinta”, raccontata dall’On. Vitali nel corso di una trasmissione andata in onda su Telerama. Ho seguito quasi tutta la trasmissione e non mi sono accorto della barzelletta. Ho notato come la stessa conduzione sia stata caratterizzata dall’inizio alla fine da una serie di battute che sicuramente avevano poco a che fare con la politica.
Nella nostra terra, si sa, lo sa anche l’On. Vitali, che un infortunio del genere ( per chi lo considera un infortunio) può contare molto più di una rapina a mano armata compiuta in una gioielleria. E la cosa intristisce. A prescindere dalla barzelletta (che, ripeto, non ho ascoltato), condivido quello che l’On. Vitali tentava di dire in trasmissione (quando qualcuno rimproverava che spesso qualche politico è stato pizzicato con prostitute o a consumare droga) e cioè che i politici sono uomini. E’ vero, lo sono. E non c’entra niente ricordare loro che sono onorevoli, perché andare con le prostitute o consumare droga sono atti che non hanno nulla a che vedere con le capacità di politico e con il giudizio su una persona. Si tratta di scelte puramente personali, che andrebbero rispettate anche quando non condivise. Al massimo può far incazzare sentire la comprensione che l’On. Vitali mostra delle debolezze o meno dei politici-uomini, quando poi in Parlamento chi vota le leggi (compreso l’On. Vitali) non tiene affatto conto delle libertà personali degli Italiani; piuttosto continua a preferire ficcarsi sotto le lenzuola per spiare quante volte o con chi noi andiamo a letto, invece di regolamentare con discrezione alcuni fenomeni per rendere la nostra vita un po’ migliore.
Ma il momento in cui ho deciso di cambiare canale è stato quello in cui l’Onorevole è partito con la solita battuta rivolta a Nichi Vendola, colta solo da chi conosce il parlamentare francavillese.
Accadde la stessa cosa durante un comizio a Francavilla nella campagna elettorale delle Provinciali (ma chi sa quante altre volte, in realtà), in cui l’On. Vitali si lasciò andare a battute di livello infimo sui gusti sessuali del Presidente della Regione Puglia. Battute, quelle, molto apprezzate in piazza, in grado di suscitare ilarità e applausi scroscianti ma anche la mia vergogna di francavillese.
Ecco, se fossi stato in dubbio se votare o no Vitali, mi avrebbe schifato quel linguaggio omofobo e non una barzelletta un poco hard. Ma si sa, a destra c’è sempre l’esigenza, tutta di “almirantiana” memoria, oltre che di deridere le prestazioni altrui, di sottolineare le performance proprie di uomini vigorosi, come se questo fosse elemento in grado di rassicurare i cittadini e l’elettorato che vuole una classe dirigente tutta d’un pezzo. Questo, non altro, è lo squallore.

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