giovedì 7 luglio 2011

Acqua di rubinetto e politiche locali: una proposta per l'amministrazione. Chi la sostiene?



Il referendum del 12 e 13 giugno ha avuto l’innegabile merito di spostare l’attenzione su un tema come l’acqua e principalmente sulla necessità di una messa in discussione dell’uso che di essa si fa. A mio avviso i quesiti referendari non toccavano i punti veramente dolenti ed è per questa ragione che ho preferito lasciare la scheda bianca (pur ritirandola, in modo da contribuire al raggiungimento del quorum); in verità, oggi si pone la necessità di individuare forme di corretto utilizzo di questa risorsa nonché soluzioni di risparmio e di promozione di politiche maggiormente rispettose dell’ambiente.

Di fronte ad un sempre più drammaticamente crescente consumo di acqua in bottiglia, un’amministrazione intelligente dovrebbe intervenire in maniera energica.

Un piccolo test sottoposto ad un campione di concittadini francavillesi ha mostrato che poco meno della metà degli interpellati (48,8%) beve acqua in bottiglia; di questi, il 43,8% afferma che nella propria famiglia si consumano in media da 5 a 10 bottiglie a settimana mentre un altro 42,2% da 10 a 20; da sottolineare, in particolare, che chi consuma acqua in bottiglia lo fa normalmente perché spinto e condizionato da convincimenti creati ad arte dalla pubblicità, rispetto ai quali le amministrazioni hanno tutto il diritto ed il dovere di promuovere soluzioni alternative (26,7% pensa sia più sana, il 24,4% non si fida dell’acqua di rubinetto, il 33,3% preferisce il sapore di quella in bottiglia e solo il 15,6% beve acqua frizzante); ma soprattutto, dovrebbe far riflettere che l’82,1% dei cittadini si dichiara disposto a bere acqua di rubinetto a patto di ricevere una più adeguata informazione sulle caratteristiche della stessa.

Le bottiglie d'acqua, che possono far lievitare da 300 fino a mille volte il prezzo dell'acqua rispetto a quella di rubinetto, sono anche la principale fonte di produzione di rifiuti solidi urbani in plastica.

Il consumo quotidiano nelle nostre case -come negli uffici pubblici - rappresenta una fonte di inquinamento che si potrebbe eliminare o almeno ridurre drasticamente se solo un’amministrazione comunale si impegnasse a tranquillizzare i cittadini sullo stato dell’acqua di rubinetto. Seguendo l’esempio virtuoso di alcuni Comuni, che hanno sposato la campagna per l’incentivo all’utilizzo dell’acqua di rubinetto (buona, controllata, comoda e poco costosa), si potrebbe contribuire a far risparmiare centinaia di euro ogni anno alle famiglie francavillesi, oltre a riservare un regalo al nostro territorio riducendo notevolmente una fonte così massiccia di inquinamento.

Se solo pensiamo al consumo di bottiglie in plastica nelle mense, negli uffici, nei bar, nelle scuole o, per esempio, nelle stesse sedute di consiglio comunale, comprendiamo la vastità del fenomeno e la importanza di dotare gli esercizi pubblici di distributori di acqua potabile ed altresì di spingere i cittadini a modificare le loro abitudini giornaliere in casa.

E’ per questa ragione che ho deciso di sottoporre alla politica ed in primis al sindaco questi risultati per chiedere che si discuta un documento (che ho già predisposto) in direzione dello sviluppo di politiche in favore dell’acqua di rubinetto.

Quale forza politica intende appoggiare l'iniziativa?

Chi è il consigliere comunale -di destra o sinistra- disposto a presentare il documento e fare sua questa battaglia?



ps: su "Il brindisino" di luglio, alla pagina XXI, il testo dell'odg con le richieste nello specifico

http://issuu.com/ilbrindisino/docs/ilbrindisino_n.44_luglio_2011_web