lunedì 25 aprile 2011

HABEMUS PAPAM: UN FILM ANTICLERICALE E RELIGIOSO.



Habemus papam nasce da un’idea assolutamente originale e dirompente e, pur limitandosi solo a qualche battuta sui tanti segreti e privilegi vaticani (“state proprio bene qui, avete tutto…le medicine che a Roma non si trovano…”), è a mio avviso un film fortemente anticlericale, ma più sotto un aspetto umano che non politico, se così si può dire.
Il Papa uomo, che una volta eletto scopre la propria inadeguatezza dinanzi al ruolo al quale viene chiamato, è un inno alla vita, alla fallibilità, alla incapacità di fare fronte ai problemi quotidiani, incapacità che può investire anche un pontefice: una bestemmia, per alcuni! Una splendida “umanizzazione della fede”, per altri.
Quell’uomo improvvisamente decide di uscire dal mondo ovattato che gli si prospetta e di scoprire cosa significhi perdersi nella vie di Roma.
Anche i cardinali riuniti in Vaticano, che non possono avere contatti con l’esterno, sono inizialmente contaminati dall’arrivo di Moretti e dalle sue teorie pericolosamente relativiste, da una lettura innovativa della Bibbia, dal tentativo strenuo del regista di aprire loro la mente (memorabile la scena in cui Nanni Moretti invita i cardinali a non abusare dei farmaci).
Ma quell’opera di apertura mentale, all’improvviso viene ad essere vanificata di fronte al riflesso istintivo di chiusura che in un solo momento li fa tornare indietro, inadatti come sono ad affrontare la vita e la meraviglia dell’imprevedibilità degli eventi.
Ne esce una Chiesa incapace di aprirsi al mondo reale, di svelare i propri segreti e le proprie dinamiche interne, una Chiesa che ha paura del confronto, chiusa a riccio, così malconcia e debole che pretende di aiutare il Papa depresso servendosi di un medico che però dovrà scoprire quali disturbi affliggono il Pontefice senza porre domande scomode sull’infanzia, sui sogni troncati né, tanto meno, sul sesso.

giovedì 21 aprile 2011

Sul divieto di trasmettere musica in occasione del venerdì di Pasqua.









Spiace rilevare come l’ordinanza del sindaco (sul divieto di riprodurre musica nelle ore in cui sfilerà la processione) sia figlia, tanto per iniziare, di una cultura che non si sforza di cercare soluzioni rispettose di tutte le individualità, anche di chi non è coinvolto dalla fede.



Nulla di nuovo, per carità: come ogni anno e come sempre, la gara nella politica di Francavilla è tra chi meglio manifesta ed ostenta in forma pubblica la vicinanza al clero.
Premetto che non condivido l’idea per la quale l’unica speranza di promozione del territorio debba passare necessariamente attraverso il turismo religioso.
Ma venendo al caso specifico, ritengo che sarebbe bastato prevedere un percorso alternativo per lo svolgimento della processione oppure semplicemente non attraversare la piazza, cuore pulsante del divertimento cittadino, per non costringere, da un lato, i commercianti a ridimensionare la capacità attrattiva dei loro bar e, dall’altro, chi non è interessato, ad assistere alla processione.
La verità è che se si fosse adottata una misura di tal fatta si sarebbero ridotte le potenzialità dell’annuale, impareggiabile vetrina per i politici, sempre più credenti in qualcosa di molto poco spirituale ed intimo, i quali come sempre sfileranno per esibire e sbandierare la loro “devozione”, che in settimana Santa è noto essere molto spiccata.
Non vorremo mica che qualcuno non si accorga della loro presenza in coda alla processione?
Un solo favore: quando venerdì li vedrete sfilare, ricordate di non votarli più.







mercoledì 13 aprile 2011

Quale futuro per le opposizioni a Francavilla.

Nell’incontro tenutosi martedì sera presso la sede PD, alcuni partiti di opposizione si sono rivisti dopo mesi e mesi di guerra. Si è parlato di temi svariati, che andavano dal locale al nazionale. La sensazione che ho avuto personalmente è stata per alcuni versi incoraggiante, se prendiamo gli interventi di molti dirigenti del PD ma anche altri dirigenti politici fino a pochi giorni fa inavvicinabili; tuttavia restano ancora da chiarire diversi punti. In particolare, penso che alcune questioni poste siano fuorvianti: si parla ancora, per esempio, di unità come bene comune. Ritengo che l’unità sia utile ed abbia un senso se si realizza tra chi vuole dire le stesse cose, non se significa incerottarsi la bocca per evitare che vengano fuori analisi che non si condividono. Ma soprattutto, ci si è soffermati sul “centrosinistra” come casa di tutte le opposizioni. Si ripartiva dalla allucinante divisione del 2009 tra PD, da un lato, e sinistra estrema dall’altro, che ha portato le opposizioni storiche in consiglio ad essere rappresentate complessivamente da 4 consiglieri. Record negativo. Ebbene, l’aver rispolverato questo termine ieri è stato interpretato capziosamente da alcuni come un passo indietro, un modo per ammettere di avere sbagliato, in quel famigerato 2009. Stendo un velo pietoso su questo punto e vado oltre. Personalmente trovo che il centrosinistra-tanto più a livello comunale- non sia la mia casa: cosa significhi tale dicitura è veramente un mistero. Se intendiamo per centrosinistra un grande ammasso cattocomunista o magari quello dei difensori della Costituzione (quella in realtà violata da 60 anni), la cosa non mi riguarda. Se intendiamo tutti quelli contrari a Berlusca (ché lui è il nostro collante) o chi per lui, tanto meno. Penso che invece bisognerebbe partire dalle battaglie concrete, dagli obiettivi che ci si vorrà o potrà dare come vero unico collante di un gruppo di soggetti e partiti che vogliono aprire una strada comune. E, aggiungo, quegli obiettivi dovranno essere elemento di attrazione per chi ancora è fuori anche solo da incontri informali come quello di ieri e magari troverà convincente l’opzione formulata, anche se fino ad oggi è stato dall’altra parte. Il punto è questo: ieri non si è parlato di quanto dovrà essere estesa la coalizione, ma il dilemma prima o poi andrà affrontato e dovrà essere risolto solo in un modo: il pragmatismo laico rappresentato da un comune programma che possa servire da forza per la nascita di una nuova città. Dunque, partire non dal concetto di “allargamento”, ma dalla creazione di una coalizione attraverso l’individuazione di un metodo: analisi del sangue o condivisione dei progetti? Per quanto mi riguarda, dagli obiettivi, non da blocchi predefiniti, vetusti, superati, inutili e sui quali -se si dovesse insistere- andremo a sbattere per l’ennesima volta.

lunedì 11 aprile 2011

Senza informazione, il voto è strumento di ricatto della politica.

Nei giorni scorsi è stato diffuso su iniziativa radicale su internet un piccolo test al quale hanno partecipato 75 persone di Francavilla. L’obiettivo era quello di dimostrare quanto scarsa sia la conoscenza di ciò che avviene nelle stanze del Palazzo e come su questo incida negativamente la mancanza di uno stimolo da parte delle stesse istituzioni.

Anche a giudicare dai risultati, sembra proprio che i cittadini non sappiano nulla in quanto non sono sollecitati. Il 77,4% ha innanzitutto fornito una risposta errata sul nome del sito istituzionale di Francavilla. Tale dato preoccupa se si immagina quali risultati verrebbero fuori se il test venisse sottoposto a chi normalmente non utilizza internet.

Alla domanda “visiti mai il sito”, il 61,3% ha risposto “mai” e il 22,7% “raramente”. La restante percentuale è equamente distribuita tra periodicamente e qualche volta (entrambe 8%).


Peggio è andata per quanto riguarda la conoscenza dell’attività politica attraverso la tv: l’89,4% alla domanda “Quale emittente televisiva trasmette le sedute dei consigli comunali?”, ha risposto in maniera errata.


Alla domanda “vedi mai le sedute del consiglio comunale in TV?”, il 62,7% ha risposto di non sapere quando vengono trasmesse, il 28% di non essere interessato a seguirle e solo il 9,3% dice invece di seguirle con assiduità.

Infine, alla domanda “Ti piacerebbe se il Comune trasmettesse le sedute in diretta su internet?”, il 58,6% ha risposto “sì, ma nel frattempo potrebbe comunque consentire la ripresa e la diffusione parziale delle immagini anche a chi ne fa apposita richiesta”, mentre il 32% “sì, ma solo se integralmente”.


Ricordo che, oltre un anno fa, l’allora presidente del consiglio comunale, dopo aver ricevuto relativa richiesta, dapprima autorizzò il sottoscritto ad effettuare le riprese e successivamente revocò quell’autorizzazione, dopo che era stata diffusa online la ripresa di una lite tra un assessore ed un consigliere di opposizione. Oggi si chiede -in primis al Sindaco ed all’assessore alla cittadinanza attiva- di leggere attentamente i risultati di questo test e di valutarli con coscienza.

Quello della mancanza di conoscenza delle attività che si svolgono in consiglio è un ritardo ormai clamoroso, patologico, indice dell’arretratezza di un ente che non riesce ad armare i cittadini di informazione e di potere decisionale, nonostante gli importanti atti votati in consiglio su nostra pressione e rimasti lettera morta(anagrafe degli eletti, 1 febbraio 2010, e odg sulla trasparenza, agosto 2010).

All’inizio di questa consiliatura ci eravamo prefissati, come massimo obiettivo radicale, di rendere il Comune una casa di vetro; anche alla luce di questi risultati, risulta sempre più questo il primo muro da abbattere. Dal canto loro, le opposizioni si impossessino di questa battaglia, cavalcandola come collante su cui ritrovarsi: se non si coglie che solo attraverso una grande opera di verità si potrà ottenere che il voto divenga strumento di forza dei cittadini (e non di ricatto dei politici), non ci si potrà lamentare se alle prossime elezioni non si darà prova di voler cambiare.

Sotto, in dettaglio i risultati del test.




1) Come si chiama il sito internet del Comune di Francavilla?


Risposta esatta 22,6%


risposta sbagliata 77,4%




2) Lo visiti mai?


Mai 61,3% raramente 22,7% qualche volta 8% periodicamente 8%




3) Quale emittente televisiva trasmette le sedute dei consigli comunali?


Risposta sbagliata 89,4% risposta esatta 11,6%


4) Vedi mai le sedute del consiglio comunale in TV?


sempre 9,3% vorrei, ma non so quando vengono trasmesse 62,7% non mi interessano 28%


5) Ti piacerebbe se il Comune trasmettesse le sedute in diretta su internet?


sì, ma nel frattempo potrebbe comunque consentire la ripresa e la diffusione parziale delle immagini anche a chi ne fa apposita richiesta 58,6%


sì ma solo se integralmente 32%


non è opportuno far sapere cosa succede durante le sedute del consiglio 1,3%


non mi interessa 4%


non so 4%