mercoledì 23 dicembre 2009

Firmate la petizione per il registro dei TESTAMENTI BIOLOGICI.

In occasione della settimana della cultura organizzata dai Giovani Democratici di Francavilla Fontana, la locale cellula Coscioni sarà presente con un tavolo dove sarà possibile firmare la petizione per l'istituzione del registro comunale dei testamenti biologici.

Ecco gli appuntamenti:
26 dicembre, dalle ore 20,30 in poi: "notte della cultura", presso la sede ARCI di piazza Dante;

28 dicembre, ore 18,30: convegno dal titolo "Orientamenti sessuali e identità di genere" (presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie);

30 dicembre, ore 18,30: convegno dal titolo "Differenze etniche e religiose" (presso il Salone del Convento di S. Maria della Croce, ex refettorio).

venerdì 18 dicembre 2009

III anniversario della morte di Welby. Domenica 20 parte la petizione per il registro dei testamenti biologici.



A tre anni di distanza dalla morte di Piergiorgio Welby, domenica 20, dalle ore 9 alle ore 13, su viale Lilla nei pressi del Liceo Classico, la cellula Coscioni di Francavilla e l’associazione radicale Diritto e Libertà celebreranno il compianto leader che si batté per il diritto ad una vita dignitosa e ad una morte opportuna.
Cercheremo di onorare la sua vita con il lancio della petizione in favore del registro per i testamenti biologici (per chiedere al Comune di istituire un registro dove poter depositare le dichiarazioni anticipate di trattamento) e la esposizione delle foto delle barriere architettoniche che impediscono ai disabili l’accesso a qualsiasi luogo pubblico in città, realizzando così una discriminazione intollerabile nei confronti di questi cittadini.
Sarà aperto a tutti un megafono, per un saluto, un messaggio, una parola da rivolgere idealmente a Piergiorgio e direttamente alle istituzioni.

Ha aderito ufficialmente all’iniziativa il circolo dei Giovani Democratici di Francavilla Fontana.

mercoledì 16 dicembre 2009

Autobus gratuiti per i disabili (IL SINDACO ACCOGLIE LA PROPOSTA). Onoriamo così la memoria di Welby.

A SEGUITO DELLA PROPOSTA, IL SINDACO HA DICHIARATO PUBBLICAMENTE CHE DA GENNAIO GLI AUTOBUS SARANNO GRATUITI PER I DISABILI. Ringraziamo, per ora, e vigileremo perché sia rispettato l'impegno.



Alcuni giorni addietro, ho documentato con un video, grazie all’aiuto di Francesco Marraffa, l'impossibilità per i diversamente abili di muoversi all'interno della nostra città; ho provveduto a mostrare lo stesso video al Sindaco, il quale ha assunto l’impegno ad affrontare il problema, facendo presente tuttavia come manchino risorse.
Accanto a questa questione, va segnalato come l'uso dei mezzi pubblici a Francavilla è quasi inesistente, schiacciato com'è dal disinteresse dell'amministrazione e dall’uso spropositato e addirittura incoraggiato del mezzo privato. Molti portano avanti le battaglie per impedire la chiusura al traffico urbano, dimenticando che la vivibilità e la fruibilità delle zone più centrali dipende dalla disponibilità a vivere le stesse passeggiando a piedi.
In passato è stato già suggerito di rendere il servizio cittadino degli autobus gratuito e da parte della STP è stata anche dichiarata piena disponibilità a questa proposta e ad un incontro col Sindaco. Successivamente, non si è saputo più nulla.
Fermo restando il mio giudizio favorevole già rispetto alla suddetta proposta, tuttavia, mi limito in questo caso a formulare una richiesta più minimale ma anche più urgente, consistente nel rendere il servizio di trasporto urbano quanto meno gratuito per i disabili, oggetto di una discriminazione intollerabile che impedisce loro persino di accedere alla stazione.
Questa soluzione, oltre a dare maggiore visibilità ai mezzi pubblici, rappresenterebbe non una elemosina per i disabili, ma una dimostrazione di attenzione e una via percorribile ed economicamente sostenibile, unica alternativa per chi non ha la possibilità di muoversi in maniera libera dinanzi alla presenza degli ostacoli disseminati lungo tutta la città, la rimozione dei quali richiederebbe una serie di interventi decisamente pesanti sul piano economico.

In occasione del terzo anniversario della morte di Piergiorgio Welby, la memoria del nostro vecchio leader, che in vita si spese per il diritto al voto per i malati intrasportabili e per la mobilità delle persone affette da gravi disabilità, potrebbe essere onorata proprio con un gesto del genere.
Perciò invito tutti i cittadini tanto quanto le forze politiche, a dare la disponibilità a partecipare garantendo la presenza per qualche decina di minuti o anche solo per una manciata di minuti al tavolo che sarà allestito su viale Lilla per tutta la giornata di domenica 20 dicembre.

martedì 8 dicembre 2009

Depositata in Comune la richiesta di autorizzazione alla ripresa video delle sedute del consiglio comunale.

Alla c.a. del
Sig. Presidente del consiglio comunale
E
p.c.
al Sig. Sindaco
di Francavilla Fontana.

OGGETTO: autorizzazione riprese video delle sedute di consiglio comunale

Premesso
- che le sedute del consiglio comunale sono pubbliche;
- che il pur lodevole servizio prestato dalle emittenti locali autorizzate raggiunge solo una parte marginale di cittadini, anche in considerazione dell’assenza di pubblicità in ordine alla messa in onda delle sedute del consiglio;
- che (non essendosi ancora dotato il Comune di un sito internet degno di questo nome) si realizza un clamoroso distacco tra il cittadino (perennemente disinformato su quanto si decide sulla sua vita) e le istituzioni;
- che infatti i cittadini, vuoi per impegni personali, vuoi per difficoltà logistiche, vuoi perché non sono informati sulla fissazione delle sedute consiliari o per qualunque altra ragione legata ad una scarsa sollecitazione proveniente dallo stesso Palazzo, non prendono parte fisicamente ai consigli comunali;
- che peraltro la nuova sala consiliare (dalle dimensioni estremamente ridotte) è del tutto inadeguata ad accogliere cittadini che vogliano ascoltare la discussione;
- che sarebbe auspicabile (ma che al momento è del tutto irrealizzabile) la messa in onda online in diretta e per intero di tutte le sedute consiliari sul sito istituzionale del Comune;
- che in considerazione di tutto quanto sopra il “conoscere per deliberare”, che pure è un principio cardine all’interno di uno Stato liberale, ad oggi è totalmente inapplicato,

Io sottoscritto, avv. Sergio Tatarano (nato il 11.03.1980 a Mesagne e residente in Francavilla Fontana alla via Palumbo 18), in qualità di Presidente della locale Cellula “Luca Coscioni”,
CHIEDO
Di essere autorizzato personalmente (o anche fornendo espressa delega ad un terzo) ad effettuare la registrazione audio-video, parziale o integrale, delle attività consiliari di tutte le sedute (a partire dalla prossima) del Consiglio Comunale della nostra cittadina.
Come ribadito dal Garante della privacy, con Pronuncia n. 119 dell’11-17/03/2002, la pubblicità di atti e sedute consiliari è espressamente garantita dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (D.Lgs. n.267/2000), il quale demanda al regolamento comunale l’introduzione di eventuali limiti, che non sono presenti nel vigente Regolamento del Consiglio Comunale di Francavilla Fontana.
Con la presente, si ritiene di adempiere alla norma che prevede che tutti i partecipanti alla seduta consiliare siano debitamente informati dell’esistenza delle telecamere e della successiva diffusione delle immagini.
Le suddette registrazioni saranno curate dall’associazione scrivente e saranno messe a disposizione su web in area legata al sito www.francavillaradicale.blogspot.com, www.fainotizia.it (sfruttando le funzionalità del video-portale http://www.youtube.com ), www.facebook.com, www.petrolioblog.it e/o offerte a cittadini, associazioni, televisioni, radio e giornali che ne facciano richiesta.
L’intento, volto a garantire il diritto all’informazione costituzionalmente riconosciuto, è quello di rendere un servizio (gratuito) alla cittadinanza per avvicinare i cittadini alla vita amministrativa del paese.
Attraverso la diffusione online delle immagini delle sedute, sarà certamente possibile raggiungere un numero più considerevole di persone, anche in relazione alla straordinaria fruibilità delle immagini che internet garantisce in qualsiasi momento, consentendo al cittadino la visione di quanto si svolge in consiglio senza il vincolo di un determinato orario.
Certo della Vs. attenzione e del Vs. consenso, ne approfitto per porgere distinti saluti.
avv. Sergio Tatarano- Presidente cellula Coscioni Francavilla Fontana

sabato 28 novembre 2009

Abbiamo bisogno di battaglie, non di posizioni politiche.

Non penso che i Francavillesi siano un popolo di gente stupida o inetta, ma ritengo piuttosto che la nostra comunità subisca più di altre il male dell’oscuramento di regime, dal quale derivano vizi antichi e preoccupanti.
Francavilla necessita di un nuovo approccio, di una differente gestione metodologica, di un cambiamento di rotta che dia il via ad ogni successiva, ulteriore e consequenziale riforma, piccola o grande che sia. Tutti bravi, ad ogni scadenza elettorale, ad invocare la liberazione dei cittadini dal ricatto della politica e ad ergersi a moralisti, nessuno che ancora abbia compreso quale sia la strada da intraprendere.
Così, nell’era della comunicazione telematica e dei “mondi virtuali”, Francavilla rimane ancorata a stantie e degradanti logiche contrarie ai più elementari principi di trasparenza.
Il problema principale è che la gente non sa; e meno sa, meno appare disposta a voler sapere. Più l’amministrazione scoraggia la conoscenza, meno i cittadini si interessano, convinti che, tanto, cercare di documentarsi sia uno sforzo vano. La questione principale è questa, nasce dal non poter conoscere e il non poter conoscere coincide col non poter decidere. Non informare su cosa accade in consiglio comunale è una strategia, consapevole o no, di conservazione dello status quo.
E, si badi, non è che questo dato non produca dei danni anche agli stessi amministratori: se infatti i cittadini non avranno avuto nessuna possibilità di vigilare sull’operato della politica, quest’ultima non si sarà creata gli anticorpi necessari per sentirsi pungolata nel fare bene. Prendete il Senato: è bastato diffondere solo i dati sulle scandalose assenze di alcuni parlamentari (anche della zona) per costringere la politica a darsi un contegno.
Ecco che allora, il sito internet istituzionale, che oggi rappresenta nient’altro che il biglietto da visita di una città, è privo di qualunque informazione degna di nota, persino dello statuto comunale.
Fatevi un giro virtuale e scoprirete che non vi è nessuna notizia online (a parte alcuni dati confusi sulle presenze dei dirigenti), noterete che il sito internet di Francavilla è il più povero tra tutti i siti di tutte le città, più o meno grandi, che ci circondano.
Ecco perché allora subito (anzi, da due anni!!), anche a Francavilla, anagrafe degli eletti e dei nominati, con tutte le informazioni relative all’attività dell’amministrazione e dei singoli consiglieri, dalla dichiarazione dei redditi alle presenze e agli atti presentati, fino alla trasmissione integrale delle sedute consiliari: per informare i cittadini e perché solo con l’informazione e con il conoscere per deliberare si potrà realizzare quel passaggio epocale che tutti dichiariamo di volere a parole ma che nessuno si impegna ad incoraggiare.
In campagna elettorale, in tanti avevano utilizzato questa nostra proposta come priorità del programma, con nostra somma gioia; purtroppo, ancora non abbiamo visto nulla. Quello che non consentirò è che questa idea venga bruciata come uno dei tanti spot elettorali ai quali, noi radicali, per nostra storia e diversamente da altri, non siamo abituati. Attendiamo perciò fiduciosi che davvero chiunque si faccia promotore concretamente in consiglio di questa iniziativa e che la stessa trovi la collaborazione degli esponenti politici di tutti gli schieramenti.

venerdì 20 novembre 2009

Questa politica, un cuore ce l'ha?


Da quello che si apprende dalla stampa, Mirna avrebbe espresso la volontà di essere tracheotomizzata. Da questa parte, il rispetto è, continua ad essere, massimo. Ci teniamo distanti da tifo, strumentalizzazioni e opportunismi vari.
Qualcuno probabilmente penserà che quelli come me, iscritti loro malgrado al “partito della morte” (noi che vorremmo semplicemente che fosse riconosciuto il diritto alla scelta individuale) ora taceranno, perché questa sarebbe la prova dell’incertezza di certe tematiche, degli scenari senza risposta che si aprono a ridosso della fine.
Come quando ci si accusa di avere risposte che, al contrario, da laici, non forniamo perché non ne abbiamo. Non abbiamo ricette magiche che possano valere per tutti. Abbiamo solo da indicare la stella polare rappresentata dalla libertà di scelta individuale che va piuttosto messa in contrapposizione con l’intrusione di terzi o peggio dello Stato nella sfera privata.
E allora spero che altri non vorranno lavarsi le mani festeggiando oggi la “vittoria della vita”. Perché l’esistenza di Mirna prosegue con i suoi drammi, con le burocratiche mancanze della politica, con il pietismo che lava le coscienze e con l’immobilismo indifferente ed ipocrita piuttosto diffuso.
Pensate un po’: mentre tutto questo accade, Maria Antonietta Farina Coscioni (presidente di quella associazione dei Piero Welby e dello stesso Luca Coscioni) è al 12° giorno di sciopero della fame per alcuni obiettivi semplici come rendere noto l’effettivo utilizzo dei finanziamenti stanziati nel 2007 e nel 2008 per i “comunicatori” di nuova generazione che consentono ai soggetti con gravi patologie e con compromissione della facoltà di parlare di interagire con il mondo esterno e rendere effettiva ed operativa l’approvazione della nuova versione dell’assistenza protesica del nuovo Nomenclatore, in modo che sia garantita la fornitura adeguata ad ogni persona con disabilità.
La tragedia delle migliaia di famiglie continua e continuerà anche dopo ed indipendentemente dalla vicenda di Mirna, continuerà anzitutto per la stessa Mirna che, una volta spenti i riflettori, nel momento in cui avrà scelto, non metterà un punto al suo cammino di solitudine, solitudine rispetto ad uno Stato che si dimostra ancora e sempre incapace di riconoscere diritti ma solo pronto a qualche elemosina e disposto a inneggiare alla vita senza saperla onorare.
Smettiamola dunque di accorgerci dei malati e della gente che soffre, solo quando questa ci lancia un grido di dolore, ma cerchiamo di riconoscere diritti, non di dispensare carezze ipocrite e imperativi vuoti di cui neppure conosciamo il senso e la gravità. Lo slogan dell’associazione Coscioni, di cui mi onoro di essere presidente nella città di Francavilla Fontana, è “dal corpo dei malati al cuore della politica”. Questa politica, ce l’ha, un cuore?

mercoledì 11 novembre 2009

Alternativa democratica al pericolo ronde.

Premetto che non avrei alcuna difficoltà ad aderire ad una proposta (qualora la condividessi) di un consigliere dell’uno o dell’altro schieramento, così come non ho mai risparmiato critiche a destra tanto quanto a sinistra.
A proposito delle ronde, pertanto, ritengo utile evidenziare come, accanto ad una già espressa contrarietà per ragioni che ho avuto modo di evidenziare (il rischio di un aumento della tensione e il “fastidio” in più proprio per il lavoro delle forze dell’ordine), sia utile che io sottoponga soluzioni alternative a chi chiede risposte, pur rifiutandomi di contribuire ad un’opera di terrorismo psicologico che oggi si rischia di alimentare nei confronti dei cittadini.
Registro che ormai il consigliere Proto vuole fare di queste ronde (termine chiaramente introdotto proprio ad arte per dare un sapore ideologico e populistico a questa proposta, diversamente poco pubblicizzabile) dei corpi “tuttofare”, la cui consistenza peraltro è tutta da verificare.
Anche nella sciagurata ipotesi in cui si volesse discutere dell’argomento nel corso di una seduta di consiglio comunale monotematico, mi pare opportuno formulare una proposta molto più fattibile e, se mi è consentito, civile (o certamente meno pericolosa).
Partiamo dall’assunto che esistono aree della città più desolate e aree invece in cui vi è una maggiore concentrazione di persone. Anzitutto, bisognerebbe prevedere uno sforzo estremo da parte dell’amministrazione al fine di individuare le zone da coprire con la illuminazione pubblica: potrebbe bastare una ricognizione del genere a disincentivare determinate condotte da parte di chi è alla ricerca di condizioni e contesti favorevoli per delinquere o molestare soggetti più deboli. Si sa infatti che una via buia è molto più appetibile come teatro di reati (proprio per la facilità con cui i malviventi possono agire e poi sfuggire alla legge) di quanto non lo sia una strada trafficata.
Nelle zone con maggiore concentrazione di gente, come la piazza o le aree limitrofe, o, comunque, dove possibile, sarebbe poi utile installare telecamere controllate dalle forze dell’ordine, in grado di rappresentare un elemento di sicurezza, senza dispiego ulteriore di energie e, soprattutto, senza che la presenza invasiva di “squadroni” improvvisati urti la sensibilità e la serenità dei cittadini.
Che ne pensano il Sindaco e la maggioranza? E, soprattutto, perché l’opposizione non fa sua questa proposta?

giovedì 5 novembre 2009

Sulla sentenza della Corte europea.


La Corte europea ha statuito che l’esposizione dei crocifissi nelle aule di scuola “è contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e con il diritto dei bambini alla libertà di religione”. Un sondaggio su corriere.it ha messo in luce che dei circa 40mila votanti, il 56,5% ha apprezzato la sentenza. Segno (ennesimo) che i cittadini sono molto più laici dei partiti?
Nessuno ha potuto controbattere alla sentenza nel merito usando argomenti tecnico-giuridici, ma si è preferito glissare con un po’ di sano vittimismo, in un Paese in cui si è abituati a gridare all’anticlericalismo e ad avere tutti i mezzi di comunicazione pronti ad accorrere in soccorso. E’ stato così smascherato come il mondo dei partiti italiano sia ancora una volta tutto unito, da destra a sinistra, da Mantovano a Bersani, soprattutto quando si tratta di tradire i principi di laicità. Si è parlato di sentenza politica, si è gridato al relativismo come causa di tutti i mali del nostro tempo, si è parlato di intolleranza laicista che tenderebbe a liberarci da una antica tradizione. Probabilmente nemmeno Benito Mussolini, quando decise negli anni 20 di emanare i decreti con i quali si introducevano i crocifissi nelle scuole e nelle aule di tribunale, avrebbe mai immaginato che quasi un secolo dopo la partitocrazia italiana sarebbe stata quasi tutta sulle sue stesse posizioni.
Quando frequentavo la scuola elementare, c’era l’usanza a dir poco violenta e irrispettosa di far recitare a tutti la preghiera, all’inizio e alla fine della lezione. Sembra poco, eppure immaginate quanto potesse essere “antipatico” per un bambino appartenente ad un’altra religione non sapere una parola di quella preghiera perché figlio di genitori atei o diversamente credenti. Ma, soprattutto, cosa c’entra l’ ”Ave Maria” o il “Padre nostro” con la scuola? Questa usanza è fortunatamente scomparsa e la cosa credo abbia prodotto solo effetti positivi.
Ma oggi, è davvero incredibile e insopportabile che si possa comparare la croce alla foto del Presidente della Repubblica che pure campeggia in ogni aula di scuola: l’una rappresenta una comunità di fedeli (quand’anche maggioritaria, questo non dovrebbe cambiare i termini della discussione, se accettiamo i principi di una democrazia liberale rispettosa di ogni individuo e ogni minoranza), l’altra rappresenta tutti i cittadini di questo Paese; è davvero paradossale che chi invoca la laicità delle istituzioni pubbliche debba essere tacciato di intolleranza e violenza solo perché sostiene che i luoghi pubblici non devono contenere riferimenti religiosi; è formidabile che qualcuno possa poi confondere un simbolo personale (pensiamo alla croce in una collana o anche al velo, simboli che si scelgono e si indossano individualmente) con un simbolo collettivo qual è la croce (affissa in un’aula scolastica) nella quale invece si presume che tutti dovrebbero riconoscersi. Insomma, davvero gli argomenti per difendere il mantenimento di una simile “tradizione”(come l’ha chiamata Bersani) sono scarsi, poco presentabili e soprattutto latitano.
Ma mi si dica, in conclusione: chi è l’intollerante, chi chiede il rispetto delle diversità o chi impone la propria fede agli altri?

venerdì 30 ottobre 2009

Carceri, Brindisi, sovraffollamento, Stato di diritto, pena di morte.

Premessa: Da una caserma dei carabinieri al Tribunale, da Regina Coeli al reparto detentivo dell'Osepdale Sandro Pertini. Avverto che le immagini che seguono sono decisamente forti.

http://www.cnrmedia.com/notizia/newsid/6267/il-caso-di-stefano-cucchi-morto-per-una-caduta-in-carcere-ecco-le-foto-mostrate-dalla-famiglia.aspx

Ho letto con estremo interesse l’articolo di Renato Rubino apparso sul Brindisino e relativo all’emergenza carcere.
Ho letto con interesse perché appartengo a quel gruppo di persone (politici e non) che negli infuocati giorni di ferragosto sono andate a fare visita ai detenuti.
La realtà brindisina (dove mi sono personalmente recato assieme al sen. Caforio), ben descritta da Rubino, è coerente con tutti i casi nazionali. Il carcere in barba all’art. 27 della Costituzione (per il quale la pena ha funzione rieducativa) diventa luogo di illegalità, nel quale vige, di fatto, la pena di morte, se è vero come è vero che nel solo 2009 abbiamo avuto oltre 50 suicidi (dato in continua crescita di pari passo col sovraffollamento del carcere).
Carcere “fuori dalla Costituzione”, come ha detto lo stesso Ministro Alfano. Ma attenzione: io ci vedo quasi un compiacimento della politica, una convinzione nascosta che la sofferenza del detenuto sia un bene per la società, perché questa condizione fa sentire i cittadini che vivono all’esterno, più sicuri. Questo è il prodotto delle campagne ideologiche anti-indulto, delle campagne sulla paura che richiede interventi spietati e non curanti delle regole e della legge, se necessario.
E’ vero, il 68% dei detenuti usciti commette nuovi reati in poco tempo; ma quanti sanno che questa percentuale si riduce al 19% per chi beneficia di provvedimenti di clemenza o di misure alternative? Praticamente nessuno. Anche perché, che interesse hanno a dirlo quelli che fondano i loro successi elettorali sulla paura dei cittadini? Per non parlare della penosa condizione degli agenti: solo per prendere il caso di Brindisi, 154 invece dei 194 assegnati. Di fronte a questa situazione è tutto il pianete carcere a esplodere.
Insomma, meglio allora parlare di provvedimenti più falsamente tranquillizzanti, demagogici e irrealizzabili, come la costruzione di nuove carceri (con quali soldi e in quanto tempo?!), anche se di detenuti ne entrano quasi mille ogni mese. Forse, una riflessione andrebbe fatta allora sul sistema giustizia, sulla opportunità di depenalizzare molti reati e appunto sulle misure alternative.
Poi, certo, mancano spazi di socializzazione, possibilità di lavoro e, perché no, di intimità con il proprio partner: anche in questo, il nostro Paese è arretrato perché non concede ai detenuti neanche lo spazio per normali e fisiologici rapporti sessuali. Scandalo!
Insomma: se tutto questo ci è noto, dovremmo chiederci perché, grazie a chi o a cosa.
Attenzione allora a non liquidare un evento come quello di quest’estate (la più importante e grande visita ispettiva mai realizzata in Europa) come una passerella. Intanto perché se si parla di sovraffollamento di carceri e contemporaneamente di sottodimensionamento di agenti, questo è già un merito che va riconosciuto agli organizzatori della visita ispettiva.
Prima del ’76 (e cioè prima dell’entrata in Parlamento di Pannella e compagni) in quei luoghi di disperazione non si poteva accedere: il carcere era zona off limit anche ai parlamentari. Basta solo questo dato a dare l’idea e a lasciare spazio all’immaginazione su quanto interesse la partitocrazia prestasse all’argomento.
E’ per questo che, tra le altre iniziative, i radicali pugliesi hanno chiesto alla Giunta Vendola la nomina del Garante dei detenuti regionale, il lavoro del quale, accompagnato da uno svuotamento delle carceri non più prorogabile ed eludibile, potrebbe essere utilissimo a porre sotto i riflettori in maniera costante una realtà ignorata, senza dover aspettare le emergenze.

mercoledì 28 ottobre 2009

Ronde a Francavilla? Non scherziamo...


Ho letto, con una certa inquietudine, della proposta di un consigliere comunale di maggioranza volta a chiedere l’istituzione delle ronde nella nostra città. Direi che ci manca solo quello. Tira infatti una brutta aria e pare si stia tentando di soffiare sul fuoco per creare ad arte un clima di tensione.
Si dice che in due settimane sarebbero state raccolte a sostegno di questa iniziativa oltre 1.800 firme. In attesa di vederle effettivamente, ritengo che non si possa minimamente consentire di far (anche solo) circolare un’idea così folle.
La creazione delle cosiddette ronde non è altro che un’azione propagandistica che rischia di portare solo caos nella città.
Peraltro, inquieta particolarmente che le suddette ronde possano essere ricollegabili a fazioni politiche (visto che l’autore dell’iniziativa è appunto un consigliere comunale e lo stesso ha dichiarato di volersi "arruolare"), con tutte le conseguenze intuitivamente nefaste: in alcuni Comuni del nord l’unico strabiliante risultato è stato l’aver creato scontri tra componenti delle ronde e militanti di sinistra. Sono stati gli stessi sindacati dei carabinieri a sostenere che, con l’istituzione delle ronde, si rischia un doppio lavoro, contro i delinquenti e contro i fanatici della sicurezza.
L’augurio è pertanto che l’amministrazione Della Corte, dopo una serie di provvedimenti proibizionisti adottati in estate (sui quali mi espressi all’epoca negativamente), non voglia ulteriormente caratterizzarsi accogliendo questa proposta che potrebbe servire solo a diffondere paura.
Invece di adottare provvedimenti pericolosi, se si vuole aiutare la cittadinanza a sentirsi più sicura, si cerchi di portare la “vita” nelle zone normalmente trascurate.
Mi auguro che il Sindaco si esprima in maniera netta sull’argomento e che dal canto suo l’opposizione non rimanga a guardare.

venerdì 23 ottobre 2009

Incontro con i giovani democratici.

Lunedì prossimo Sergio Tatarano, in qualità di presidente della Cellula Coscioni, incontra i giovani democratici di Francavilla per concordare alcune iniziative in comune sul tema della laicità. Si parlerà, tra le altre cose, della proposta di mozione sull'informazione sessuale da presentare in Provincia di Brindisi e delle eventuali strategie per arrivare all'approvazione della stessa.

lunedì 28 settembre 2009

Mozione a sostegno degli strumenti per evitare le gravidanze indesiderate e le mallattie sessualmente trasmissibili. La Provincia di Brindisi ci sta?


Ecco di seguito il testo della mozione presentata dal sottoscritto in occasione della festa del PD e consegnata direttamente alla segretaria provinciale dei Giovani Democratici con cui si chiede (come avvenuto in Provincia di Roma) un impegno diretto dell'amministrazione provinciale a sostenere una campagna a favore dell'uso del preservativo.

MOZIONE
Oggetto: Sostegno a campagne di informazione e prevenzione, mirate a sensibilizzare i giovani del territorio provinciale in relazione alle malattie sessualmente trasmissibili e alla prevenzione di gravidanze indesiderate.

Premesso che
uno stato laico, nell'affrontare malattie come l'AIDS o altre malattie sessualmente trasmissibili, deve impegnarsi a garantire tutte le politiche a tutela della salute dei cittadini e, in particolare, delle fasce economicamente o culturalmente più deboli;
in Italia, a fronte della presa di coscienza che l'epidemia si diffondeva al di fuori dei gruppi che inizialmente presentavano la maggior parte dei casi di AIDS, si era scelto non di fornire gli strumenti per limitare la possibilità di contagio bensì di indicare come unico mezzo di prevenzione l'eliminazione dei comportamenti a rischio, e che solo in un secondo tempo, ad opera prima di Associazioni di volontariato e in seguito di Enti locali particolarmente illuminati, sull'esempio di altre nazioni, si è intrapresa un’ opera di informazione ed educazione sanitaria, la distribuzione di siringhe monouso e profilattici;
nel corso degli ultimi anni però si è assistito ad un nuovo innalzamento nel numero dei contagi, statisticamente accertato dall'Osservatorio Nazionale AIDS, e che se inizialmente, in Italia, la via preferenziale di inoculazione erano le siringhe utilizzate dai tossicodipendenti, ora la trasmissione per via sessuale, e soprattutto eterosessuale, è la principale causa di contagio;
l'AIDS inizialmente veniva relegata a malattia di categoria e che l'informazione e le campagne di prevenzione vennero modellate su questa errata valutazione il cui principale risultato fu da una parte la colpevolizzazione e l’emarginazione di una fetta di popolazione, e dall'altro, la creazione di una falsa aurea d’immunità nella rimanente parte;
Premesso ancora che
dal punto di vista delle politiche di prevenzione delle interruzioni di gravidanza va invece ricordato che in Italia il ricorso alla contraccezione ormonale (la più sicura in assoluto) è ai minimi europei (meno del 20%) e la Puglia è tra le regioni in cui solo l’8,9% la utilizza;
sotto i 25 anni, oltre un terzo delle ragazze, pur avendo rapporti sessuali, non usa metodi contraccettivi e le under 14 che chiedono il ricorso all’interruzione di gravidanza sono ancora in aumento, come pure in clamoroso aumento sono le malattie sessualmente trasmissibili (la Clamydia è aumentata di 10 volte in altrettanti anni);
considerato che
una delle fasce di popolazione maggiormente esposta è quella dei giovani tra i quali, la naturale scoperta della sessualità non è accompagnata praticamente da nessuna forma di informazione sessuale né da parte delle famiglie né da parte delle istituzioni; il problema principalmente riscontrato in diversi studi sulla popolazione, sia giovane che adulta, per l'uso dei profilattici è la relativa difficoltà di reperimento nonché il loro alto costo;
la protezione sessuale, d’altronde, è un’attenzione, una sana abitudine che denota amore e rispetto per se stessi e per gli altri;
l'importanza di abituare all'uso dei profilattici, facilitandone il reperimento e abbattendo le barriere culturali che ancora lo fanno considerare una sorta di tabù, garantire la qualità del prodotto e, non ultimo, fornire una adeguata informazione sia sull'uso corretto che sulla effettiva utilità nella prevenzione,
significa fornire non solo uno strumento di prevenzione, ma una reale possibilità di scelta consapevole;
il Consiglio Provinciale di BRINDISI
impegna il Presidente e l’Assessore competente
- a sostenere nel territorio della PROVINCIA DI BRINDISI le campagne di informazione, prevenzione e sostegno alla ricerca nella lotta contro il diffondersi del virus Hiv e di ogni altra malattia a trasmissione sessuale;
- a sostenere l’insegnamento dell'informazione sessuale e l’installazione di distributori di preservativi negli istituti superiori;
- a sviluppare un programma completo - destinato ai giovani che vivono o studiano nel nostro territorio - per sostenere una corretta informazione sessuale, precisando che tale programma debba comprendere, tra gli altri progetti e iniziative, l'installazione nei locali o nei pressi delle scuole di istruzione secondaria superiore, in accordo con gli organi di direzione delle stesse, di distributori automatici di anticoncezionali (preservativi).

domenica 20 settembre 2009

Esito della sortita radicale in Consiglio Comunale.

Desidero ringraziare tutti i consiglieri di PD e UDC che hanno sottoscritto la petizione sull’elezione diretta del difensore civico.
Da notare che, mentre alcuni consiglieri di maggioranza avevano già in precedenza preso posizione sulla stampa, esplicitando le ragioni (non condivisibili) della loro contrarietà a tale iniziativa, resta invece il mistero sul perché il gruppo IdV-DpC abbia ritenuto di non firmare. Sarebbe opportuno, oltre che utile per la crescita del dibattito sull’argomento, che chi ha accuratamente schivato la petizione fornisse qualche spiegazione ufficiale del (sia pure legittimo) rifiuto, per rispetto non verso di me ma verso la cittadinanza.
Personalmente, il mio unico obiettivo è e resta quello di fornire uno strumento a tutela dei cittadini, obiettivo per il raggiungimento del quale l’elezione diretta ritengo sia lo strumento più adatto. Ci si dica chiaramente cosa c’è di non condivisibile in tutto ciò, specie da parte di una forza di opposizione.
L’augurio, ora, è che i consiglieri che hanno firmato si impegnino anche in prima persona alla diffusione della petizione. Diversamente, l’ostruzionismo e i numeri della maggioranza avranno la meglio sull’interesse della collettività.

giovedì 17 settembre 2009

La Regione Puglia nomini il Garante regionale dei detenuti.

Visti i livelli di illegalità e incostituzionalità (per riprendere un’espressione utilizzata dal Ministro Alfano) delle carceri italiane, nelle cui strutture continuano a salire esponenzialmente la tensione, i suicidi e gli atti di autolesionismo;
visto da un lato il sovraffollamento sempre più clamoroso e dilagante (4227 detenuti effettivi rispetto ad una capienza di 2520) e dall’altro il sottodimensionamento degli agenti e degli operatori all’interno delle strutture pugliesi, constatati grazie alla visita che parlamentari di tutti gli schieramenti hanno svolto negli istituti di pena italiani e anche della nostra Regione in occasione dell’iniziativa “ferragosto in carcere”, organizzata da Radicali italiani;
si ritiene che la Regione Puglia potrebbe lanciare intanto un segnale di importante attenzione rivolto a questo mondo, attraverso la nomina del Garante regionale dei detenuti (costituendo un esempio di sensibilità che potrebbe essere imitato nelle altre regioni italiane).
Già con legge n. 19 del 10.07.06 la Giunta Vendola aveva istituito questa figura, che però non è mai stata nominata di fatto.
In questa fase di vero e proprio collasso, il lavoro del garante, accompagnato da uno svuotamento delle carceri non più prorogabile ed eludibile, potrebbe essere utilissimo a porre sotto i riflettori in maniera costante una realtà ignorata.
La legge regionale riconosce infatti al garante in particolare il potere di segnalare il mancato rispetto della normativa penitenziaria e di verificare che le misure restrittive della libertà personale “siano attuate in conformità dei principi e delle norme stabiliti dalla Costituzione”.
In attesa e nella speranza che venga approvata la pdl (a prima firma on. Rita Bernardini) sulla istituzione del Garante nazionale, la nomina di questa figura a livello regionale può rappresentare la volontà di cambiare rotta da parte delle istituzioni rispetto a questa emergenza tutta italiana.

On. Rita Bernardini (Radicali- PD)
Avv. Sergio Tatarano ( tesoriere associazione radicale Diritto e Libertà).

martedì 8 settembre 2009

Perché non servono nuove carceri.


Radio radicale e pochi altri si sono occupati del suicidio (avvenuto un mese fa nel carcere di Rovereto) di un muratore 48enne arrestato perché in possesso di 99 grammi di hashish.
In questo periodo, la Comunità Penitenziaria nel suo complesso (detenuti, agenti, educatori, dirigenti) è alle prese con la vera emergenza italiana, quella della giustizia che, insieme all’invivibilità degli istituti di pena, rappresenta ciò che Marco Pannella ha definito “lo specchio dello Stato, del Regime, vigenti”.
Il Ministro Alfano, dal canto suo, ha dichiarato nel marzo di quest’anno che la situazione delle carceri pone il nostro Paese “fuori dalla Costituzione”.
Anche e soprattutto grazie all’iniziativa ferragostana dei Radicali, è venuta alla luce la (tecnicamente) illegale e disumana condizione nella quale versano le carceri italiane.
Circa 200 parlamentari hanno infatti meritoriamente deciso di visitare gli istituti di pena per rendersi conto della situazione ed i dati che ne sono scaturiti hanno consegnato un quadro a dir poco allarmante della situazione.
Che fare, allora? In molti propongono di costruire nuove carceri: in realtà va preliminarmente detto che una strada del genere ha costi notevoli e tempi biblici.
Si tenga presente, poi, che entro il 2010, continuando con una media di circa 800-1000 nuovi detenuti al mese, arriveremo alla cifra record di 70mila detenuti nelle carceri italiane, mentre attualmente sono circa 43mila i posti letto. Quanto tempo e quanti soldi ci vorranno per rientrare nella legalità? E’ una strada oggettivamente percorribile, in un Paese che in molti casi non riesce neppure a garantire il sapone ai detenuti? Si pensi a quanti sarebbero dietro le sbarre se non si fosse adottato il tanto criticato indulto del 2006!
Molto più fattibile sarebbe allora puntare sulle misure alternative al carcere, strada questa seguita perfino da Paesi come gli Stati Uniti che si sono accorti di come queste ultime misure siano meno costose e più vantaggiose per la sicurezza rispetto alla detenzione in carcere. Un solo dato può essere utile da valutare, quello relativo alla recidiva: quanti sanno che chi sconta la pena in carcere nel 68% dei casi torna a delinquere, mentre chi beneficia di misure alternative lo fa solo nel 19% dei casi? E quanti sanno che la diminuzione di un solo punto percentuale della recidiva consente un risparmio economico per la collettività di circa 51 milioni di euro all’anno?

venerdì 4 settembre 2009

A proposito di facoltà, divieti, arte e coraggio di sperimentare.


La preannunciata guerra da parte dell’amministrazione francavillese nei confronti di chi non rispetta il decoro urbano rappresenta un obiettivo giusto, condivisibile, in parte doveroso. Tuttavia appare opportuno sottolineare come ogni condotta meriti un’analisi specifica e come non si possa affrontare tutto con il semplice divieto, che è e deve restare la “extrema ratio”, la strada da seguire quando non ve ne sia altra e soprattutto quando una pratica sia solo in grado di produrre un danno alla collettività.
E’ necessario che si eliminino abitudini come quella di abbandonare rifiuti per terra (e, aggiungo io, si adottino soluzioni meritocratiche per chi differenzia la raccolta dei rifiuti) o di non raccogliere gli escrementi dei propri cani o ancora la pratica della pubblicità selvaggia (sperando che la stessa intransigenza degli amministratori si registri anche in periodo di elezioni verso gli spazi non assegnati ai manifesti elettorali!).
Ci sono poi altre condotte che, laddove indirizzate, incanalate, incoraggiate, potrebbero rivelarsi addirittura un investimento per la comunità; pensiamo a quanto avviene per chi è capace di creare murales. La nostra preoccupazione come cittadini deve essere di andare alla ricerca del bello, dell’armonia, della serenità e della “vita” che c’è nei colori; d’altro canto, la filosofia dovrebbe essere sempre, per quanto possibile, quella di convertire il divieto (che spesso alimenta, anziché abbattere, lo sviluppo selvaggio di una data pratica) in “facoltà regolamentata”. Alcune amministrazioni hanno sperimentato soluzioni come quella di dare una chance a spiriti creativi che, oltre ad avere uno spazio dove esprimersi in libertà, potrebbero rendere un servizio anche alla città.
Perché allora non pensare di individuare spazi specifici e ben delimitati, dove lasciare che la fantasia e la creatività di chi ha talento possa venire fuori (e magari essere premiata dalla stessa amministrazione) e dare nuova vita a zone diversamente abbandonate al degrado e all’incuria collettiva? Perché non pensare ad incentivare, in questo modo, le migliori capacità creative (che potrebbero, perché no, persino venire da fuori), invece di rimanere in attesa che le zone più coraggiose e ricche d’Italia e d’Europa osino per noi, privandoci anche di tutte le migliori potenzialità artistiche?

lunedì 31 agosto 2009

Risultati del "Ferragosto 2009 in carcere".

Nel corso dell'ultimo ferragosto, parlamentari di tutti gli schieramenti hanno visitato le carceri italiane nell’ambito dell’iniziativa organizzata da Radicali italiani “ferragosto 2009 in carcere”.
Si ringraziano il sen. Caforio (IdV), l’On. Vitali (PdL), l’On. Ludovico Vico (PD) per la disponibilità e il lavoro prestato nelle carceri salentine e per avermi consentito di accompagnarli negli istituti di Taranto, Brindisi e Lecce.
I dati emersi sono particolarmente significativi in quanto evidenziano, in totale coerenza con tutti gli istituti penitenziari italiani, da un lato un sovraffollamento di detenuti e dall’altro un sottodimensionamento di agenti. A Taranto a fronte di una capienza regolamentare di 315 detenuti, ve ne sono 474 (di cui 200 tossicodipendenti), mentre a Brindisi 132 (40 tossicodipendenti) invece dei 57 teorici.
Invece dei 357 previsti, a Taranto sono in servizio 314 agenti, mentre a Brindisi sono 154 invece dei 194 assegnati.

Ecco tutti i dati ufficiali:
http://www.radicali.it/download/pdf/questionario_carceri_scheda.pdf

A partire da pagina 265 i dati delle carceri salentine.

lunedì 10 agosto 2009

Ferragosto 2009 in carcere.


Venerdì 14 agosto 2009 a partire dalle ore 15,30, con il sen. Giuseppe Caforio (IdV) presso la Casa Circondariale di Brindisi, mentre il 15 agosto alle ore 10 assieme all'on. Vitali (PdL) presso il carcere di Taranto, Sergio Tatarano parteciperà all’iniziativa “Ferragosto 2009 in carcere”, iniziativa organizzata da Radicali Italiani ed alla quale hanno aderito esponenti politici di tutti gli schieramenti.
Si tratta di una tre giorni (dal 14 al 16 agosto) di ricognizione approfondita della difficilissima situazione delle carceri italiane, per conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti;
per essere così capaci di interpretare i bisogni e di proporre le soluzioni legislative e organizzative adeguate, sia immediate che a medio e lungo termine;
ciò affinché gli istituti penitenziari possano essere non solo luogo di espiazione della pena ma realizzare a pieno i valori sanciti dall’art. 27 della Costituzione Italiana secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

domenica 2 agosto 2009

A proposito di "movida" e di tentazioni proibizioniste.



Il giro di vite preannunciato dall’Amministrazione sulla vendita di alcolici ai minori, ideato –vista la tempistica- in risposta alle lamentele degli abitanti del centro cittadino, è semplicemente uno spot impraticabile, che da un lato i minori si divertiranno ad aggirare e che, d’altro canto, non produrrà alcun beneficio ai residenti del centro. Non so quale sia l’obiettivo della nuova Amministrazione, di certo nelle dichiarazioni rese note sulla stampa non si intravede mai la volontà di aiutare i più giovani, magari informandoli, ma solo l'intenzione di esprimere loro il concetto più semplice ed incomprensibile: “non si fa!”.
Ecco dunque affiorare la tendenza a trattare i cittadini (e soprattutto i minori, che sono la categoria più debole) come soggetti ai quali si può solo vietare.
Per ora attendo di conoscere i dettagli dell’iniziativa (sulla quale leggo che il Comune sta pensando a specifici interventi regolamentativi), ma temo che l’unico risultato che si rischia di ottenere è quello di far intestardire i più giovani alla ricerca del proibito, senza che peraltro una trovata del genere possa avere una minima utilità o ripercussione in ordine alla riduzione dei rischi di incidenti, considerato che i minori non possono guidare.
Si facciano rispettare le regole di convivenza con tutti i controlli necessari, soprattutto verso quei cittadini che dimostrano di non saper rispettare principi elementari di legalità e civiltà (si guardi, solo per fare un esempio, ai parcheggi improvvisati sui marciapiedi del centro), ma su certe tematiche più complesse ci si sforzi di percorrere strade nuove, fondate sulla crescita di consapevolezza dei cittadini, e di lanciare, nelle scuole come all’interno delle stesse piazze della cosiddetta “movida”, campagne scientifiche e non ideologiche sull’assunzione di alcool e droghe di ogni tipo, in grado di responsabilizzare gli individui (senza distinzione di età!) sulle conseguenze che ogni sostanza può produrre sull’organismo, come accade per il fumo.
Più urgente e rilevante sarebbe preoccuparsi di studiare soluzioni come la distribuzione gratuita dei kit per l’autotest, al fine di evitare (prima!) che chi ha bevuto più del dovuto si metta alla guida.
E se pensiamo alle droghe, delle quali si parla solo con toni ideologici insopportabili, facendo finta di non vedere il prodotto del proibizionismo, in campagna elettorale ho parlato dell’istituzione di un osservatorio comunale col quale verificare la portata del fenomeno e, successivamente, approntare politiche di riduzione del danno: anche su questo mi aspetto una parola (magari critica!) dalla politica e da questa amministrazione.

domenica 19 luglio 2009

Parco dell'amore a Francavilla.




Si sta parlando ultimamente delle (legittime!) lamentele dei residenti della zona “Parapallo” a Francavilla, costretti a fronteggiare quotidianamente coppiette in cerca di intimità. La buona amministrazione si deve sforzare di escogitare soluzioni che portino beneficio all’intera collettività.
Se dunque appare ben comprensibile quale sia il fastidio arrecato ai residenti da tale costume, c’è tuttavia il rischio di trascurare la difficoltà (oserei dire senza mezzi termini) esistenziale di quelle coppie che non hanno altro luogo dove incontrarsi per vivere qualche momento di amore nella più piena libertà. C’è la necessità quindi di studiare una qualche soluzione che tuteli anche quelle coppie, spesso giovanissime, da qualunque pericolo di essere spiati da occhi indiscreti o, peggio, di reprimere ogni impulso e desiderio con la frustrazione di non avere un posto dove essere se stessi in serenità.
Creare una sorta di parco dell’amore, un luogo recintato, sorvegliato e suddiviso in singoli posti ben coperti, possibilmente con l’installazione di distributori di preservativi, potrebbe essere l’unica maniera per soddisfare le legittime aspettative dei residenti e, contemporaneamente, delle coppie alla ricerca di qualche attimo di tenerezza, di piacere o di passione.

mercoledì 15 luglio 2009

Petizione per l'elezione diretta del difensore civico.

Firma qui:
http://www.ipetitions.com/petition/difensorecivicofrancavilla

Testo della petizione.


Il difensore civico (nato in Svezia nel 1809 dove si chiama ombusdman-uomo che fa da tramite) è un organo indipendente ideato per assicurare il rispetto dei diritti del cittadino ed è una figura a cui un singolo o una associazione si rivolgono GRATUITAMENTE per segnalare disfunzioni, ritardi, omissioni o scorrettezze della Pubblica Amministrazione. Si tratta, in sostanza, di un soggetto che vigila sul rispetto dei principi di trasparenza, legalità e imparzialità.
Lo Statuto comunale di Francavilla stabilisce che questa figura venga eletta dal Consiglio comunale con una maggioranza di 2/3 dei consiglieri: in altri termini, il controllato sceglie il controllore?
In effetti, questo sistema (adottato in molti Comuni d'Italia) ha finito per svilire il senso e le potenzialità del DC, spesso frutto di accordi spartitori tra partiti che nulla hanno a che vedere con l'interesse dei cittadini (finalità alla quale quell'istituto sarebbe preposto).
Ma altre volte si è innescato un meccanismo ancora più perverso per il quale mancando l'accordo tra partiti non si è proceduto ad alcuna elezione. E' ciò che è accaduto a Francavilla, dove questa figura, pure prevista astrattemente, non è mai stata designata.
Per tutte queste ragioni, con la presente petizione chiediamo al Consiglio comunale di Francavilla Fontana, di modificare lo Statuto per consentire l'elezione diretta del difensore civico da parte dei cittadini.

giovedì 9 luglio 2009

Difensore civico: il controllato sceglie il controllore?

Lo Statuto comunale di Francavilla definisce il difensore civico come il “custode delle prerogative del cittadino” e come colui che “ vigila sulla imparzialità e sul buon andamento dell’azione amministrativa del Comune, segnalando anche di propria iniziativa, gli abusi, le disfunzioni, le carenze ed i ritardi dell’Amministrazione nei confronti dei cittadini”.
Quasi tutti i Comuni italiani eleggono in Consiglio comunale la figura del difensore civico, professionista scelto da un elenco di persone estranee al Consiglio comunale stesso. Insomma, un ruolo per il quale vanno garantite caratteristiche di imparzialità e terzietà, dovendo lo stesso DC prodigarsi per l’interesse di tutti i cittadini. Ma chi è il soggetto più adatto a scegliere il controllore? Può mai essere il controllato?
La maggioranza, infatti, pur non avendo molto spesso i numeri per eleggere da sola il difensore civico, può comunque decidere di impedire di fatto lo svolgimento dell’elezione.
Scriveva qualche mese fa G.A. Stella sul Corriere: “Gli archivi sono pieni zeppi di vicende poco edificanti. Come le estenuanti sfide tra i partiti («Tocca nominarlo a noi!». «No, a noi!») che hanno impedito per anni (non settimane o mesi: anni!) la nomina di certi ombudsman regionali. O l'inchiesta giudiziaria sui brogli nella nomina di quello di Lamezia Terme. O le polemiche sullo stipendio di quello della Val d'Aosta. Per non dire del patto scellerato tra la sinistra e la destra al Comune di Roma. Dove, quando era sindaco Walter Veltroni, i partiti concordarono un difensore civico a testa, uno ulivista e uno berlusconiano. Lottizzazione al cubo: un imparziale a me, un imparziale a te”. I tristi racconti potrebbero continuare, ma preferisco fermarmi qui.
Pensiamo che Francavilla sfugga alle dinamiche del resto del Paese? Non credo proprio.
Allora, anche questo è uno dei capitoli della peste partitocratica che impedisce il funzionamento di qualunque organo ed istituzione in Italia.
Cerchiamo quindi di sottrarre alla furia partitocratica una istituzione come questa. Chi ha a cuore il funzionamento, la dignità e l’efficienza della figura del difensore civico si batta per la modifica dello statuto in modo che si preveda l’elezione diretta del difensore civico da parte dei cittadini e che quella figura non sia utilizzata come merce di scambio tra i partiti.

lunedì 29 giugno 2009

Libertà di parola, internet e le armi per sconfiggere un regime.




Spifferi d’aria si aprono, nonostante tutto, anche all’interno di quei regimi dittatoriali sparsi per il mondo, grazie ad internet, grazie al fatto che niente può più essere sedato in questa corsa inarrestabile alla conoscenza
( http://www.youtube.com/watch?v=3zzOe8ahQ18 )
Lì, la forza di un video di pochi secondi catturato con un telefono cellulare è dirompente molto più delle alienanti propagande di un regime che si materializza sotto forma di sette televisioni di Stato. E’ in questo che vive un Paese, nella speranza: la libertà è speranza ed è l’unica strada che rimane per poter vivere. La libertà è conoscenza, è spiraglio di una luce che si vorrebbe spegnere con un semplice soffio di fiato; essa non è solo naturale aspirazione dell’uomo, ma anche unico strumento di governo dei fenomeni. Quella di parola, prima di tutto, perché se non ci si può esprimere liberamente non si potrà neppure contribuire a far circolare idee, a discutere sulla realtà per comprenderla. Solo un’ampia, autentica ed accesa discussione potrà consentire agli uomini di avvicinarsi alla verità e contemporaneamente di sorvegliare il potere perché esso non impazzisca. Libertà di discussione come metodo di crescita degli individui (che hanno la possibilità di valutare la migliore delle offerte che ogni mente umana mette in campo e che possono “conoscere per deliberare”) e come strumento di controllo e quindi esercizio costante cui il potere si sottopone ed è sottoposto.
Sarà ardito passare dall’Iran a Francavilla Fontana? Forse, eppure quell’antidoto che aiuta i grandi regimi non vedo perché non dovrebbe soccorrere quelle realtà desolate come la nostra, in un Paese in cui la democrazia e lo Stato di diritto esistono sulla carta.
Anche a Francavilla, quindi, è importante che siano presenti quei piccoli margini di vita e speranza rappresentati dai blog, dalle discussioni aperte, dalla diffusione delle idee e dei confronti, dalle assemblee pubbliche, dagli incontri che si organizzano per esempio con le scuole, forzando con la più debordante delle armi nonviolente (la parola, appunto) il conformismo di regime, duro a morire, dei dirigenti. Questa sia allora la prima e più grande rivoluzione culturale della nostra città, nella quale la parola voli per contaminare la mente di ogni cittadino, che sia finalmente consapevole di ciò che succede e si gioca sulla sua testa.
Ma libertà, lo si sappia, è anche responsabilità: dare corpo alla parola deve significare pure proteggerla da un uso virulento che aiuta chi vuole che il valore di una discussione scada in lite di popolo, rozza e volgare, di un popolo che si accontenta così di vomitare le frustrazioni quotidiane in ambiti miseri e meschini in cui il potere non si preoccupa neppure di intervenire per far tacere qualcuno. E in tutto questo internet sia, sempre di più, non (attraverso il nascondimento nella folla anonima) mortificazione della persona, ma piuttosto valorizzazione dell’individuo.

martedì 23 giugno 2009

Nessuno tocchi Tommaso e Marcello.

Prima che la vivacità e la febbre idealistica da campagna elettorale ceda il passo all’appiattimento col quale chi vive “per” la politica è costretto a confrontarsi quotidianamente, da (fiero) elettore di Tommaso Resta, voglio offrire un contributo alla lettura del dato amministrativo di Francavilla.
Come avevo avuto modo di sottolineare, la quasi scomparsa di quello che era il centrosinistra è da addebitarsi a quanti, in buona o in mala fede, si sono spesi in questo anno per scongiurare l’individuazione di un candidato unitario.
Ciò premesso, l’unico evento politico locale, al di là di improbabili laboratori provinciali in cui continuo a non credere, è stato rappresentato dalla scelta coraggiosa (di Tommaso Resta e Marcello Cafueri) di rifiutare fin da subito il dialogo con i responsabili degli ultimi 15 anni di amministrazione di Francavilla e, successivamente, fatto ancora più nobile, di rispettare quell’impegno assunto. Si è trattato di un evento epocale forse sottovalutato, ma che certamente nessuno può permettersi di criticare in maniera così veemente, come già ci si sta precipitando a fare in questi giorni.
Oggi si osservano manovre di accerchiamento nei confronti della segreteria francavillese del PD ed insopportabili ingerenze anche a livello provinciale nell’autonomia di quel partito, ma forse qualcuno, invece di attribuire assurde colpe a chi ha tenuto la barra dritta, dovrebbe domandarsi quale sia la ragione politica per la quale l’apparentamento è stato impossibile. Peraltro le numerose schede bianche o nulle offrono un quadro di chiara condivisione di quella assunzione di responsabilità che ha significato probabilmente perdita di potere gestionale per chi sosteneva Tommaso Resta, ma certamente mantenimento di una credibilità da cui poter ripartire per guardare al futuro.
Da rappresentante di un altro piccolo partito e dunque da esterno, ho apprezzato in toto le scelte di Tommaso e Marcello, che hanno fornito una prova mirabile di correttezza politica verso gli elettori e che incarnano la ragione del mio dialogo proficuo con il PD negli ultimi tempi.
Non è dunque accettabile che chi ha messo a disposizione la propria persona, in una competizione dall’esito pressoché scontato, possa essere oggetto di odiose aggressioni verbali.
Ora, nessuno tocchi quei dirigenti: si riparta anzi da una opposizione dei cittadini, che sorvegli anche stando fuori dal Palazzo e che trovi nelle migliori individualità di questa sfiancata cittadina l’energia per riemergere.

lunedì 15 giugno 2009

A proposito di apparentamento, un grazie a Tommaso e ai cosiddetti "schifiltosi".

Ho scritto l'articolo che segue con grande lealtà, affidandomi a coloro i quali hanno tenuto (per ciò che ho potuto vedere e verificare) una condotta esemplare. Tuttavia, dalla stampa di oggi (16 giugno) vengono fuori scenari inquietanti che vorrei mi fossero chiariti da qualcuno: addirittura si parla di appoggio esterno (più incomprensibile di un appoggio ufficiale o forse comprensibile nell'ottica di una impossibilità di presentare alla gente un accordo con quella che sembra a questo punto profilarsi come la prossima giunta francavillese...).
Gradirei un chiarimento soprattutto da parte di quelle persone di cui mi sono fidato.
Diversamente, trarrò le mie conclusioni e...auguri per questa "avventura".
Ad ogni modo, è opportuno che io lasci qui le mie considerazioni anche se le stesse dovessero risultare (spero di no) "datate".



Mentre assistiamo, a tutti i livelli, al dilagare dell'accordo del centrosinistra con l'UDC (accordo fondato su nient’altro che sull’aritmetica e su un nuovo megacompromesso storico, per il quale ad essere sacrificate saranno, come sempre, le istanze liberali, socialiste e riformatrici), a Francavilla si registra finalmente, in un contesto di degrado assoluto e dopo un anno di errori grossolani abbastanza diffusi, un gesto in controtendenza che nobilita la politica. Il no all'apparentamento con Galiano, voluto fortemente da Tommaso Resta, non è un atto di semplice testimonianza, né una mossa settaria in difesa della “purezza della razza”, ma è un segnale di una politica che tenta di scrivere una pagina di speranza in una fase, per il centrosinistra, di drammatica minoranza, una politica che si sottrae a manovre opportunistiche e che (dato assolutamente fuori dall’ordinario, a cui i Francavillesi non sono per nulla abituati) rispetta la parola data e l’impegno assunto davanti ai cittadini.
Se questo sarà l’agire di Tommaso, allora da oggi bisognerà stare al suo fianco in Consiglio comunale, essere presenti e vigili con una opposizione che mobilita (e si fa mobilitare da) i cittadini: dovremo accendere e puntare i riflettori sugli attori della politica, ripartendo da quella priorità che il candidato del PD ha convenuto con i radicali trovarsi nella trasparenza non come elemento estemporaneo, ma come metodo di controllo e quindi di rinascita democratica: perciò bisognerà passare alla creazione dell’anagrafe degli eletti e alla messa in onda, in diretta, delle sedute consiliari, in TV e su internet.
Come politici, nel frattempo, smettiamola di attribuire ai cittadini la responsabilità della vittoria del centrodestra (in tutte le sue forme, non solo come PdL!) e facciamo un serio esame di coscienza: solo così qualcuno, spacciatosi finora per acerrimo nemico del regime ventennale delle destre, comprenderà il danno che continua a provocare alla città.

giovedì 11 giugno 2009

Analisi del voto amministrativo.

Se, per quanto concerne la Provincia, faccio parte di quel 10% circa che ha annullato o lasciato bianca la scheda, al Comune, come si sa, ho votato per Tommaso Resta. Il mio è stato un voto politico, più che personale. Stimo Tommaso ma ho voluto premiare soprattutto la gestione della sua campagna elettorale, molto più convincente di quella di tre anni fa. La coalizione di Mario Filomeno, invece, trinceratasi dietro l’obiettivo minimale di svuotare, di voti e di senso, il partito più grande della coalizione, deve prendere atto di aver contribuito in maniera determinante alla vittoria delle destre: si poteva e si doveva criticare il PD ma non per svuotarlo, bensì per aiutarlo nella difficile impresa di guidare il centrosinistra. Personalmente ho provato a fornire un contributo di idee che mi pare sia stato recepito ed apprezzato da Tommaso.
CHI HA VINTO
Il centrodestra (compreso l’UDC) raggiunge un risultato complessivo a dir poco spaventoso, ma il vero vincitore morale delle elezioni è il sen. Curto, che offre una dimostrazione di forza autentica e che conduce per mano l’UDC a secondo partito di Francavilla.
Chiunque pensasse di lavarsi le mani dicendo che Francavilla ha ciò che si merita, farebbe un errore madornale e perderebbe l’ennesima occasione per analizzare una sconfitta: i cittadini percepiscono gli entusiasmi, fiutano l’aria e se vedono che il centrosinistra (già minoritario) non ha la capacità di mettersi insieme neppure quando sono spaccati dall’altra parte, allora preferiscono il vecchio.
RESPONSABILITA’
La condizione imprescindibile per presentarsi a queste elezioni era quella di trovare un candidato unico per tutta la coalizione di centrosinistra. Solo per la cronaca e per rinfrescare la memoria a qualcuno (perché non si ricada nello stesso tranello anche la prossima volta), il fatto che non si sia riusciti in questo obiettivo va ricondotto agli errori di una strategia di indicazione del candidato sindaco (ed a nient’altro!) ed in particolare al fatto che, oltre un anno fa, nessuno (ad esclusione del sottoscritto) volle le primarie.
Il dato complessivo dei due candidati di centrosinistra va interpretato con attenzione: siamo certi che esso non sarebbe cresciuto se ci si fosse presentati con un solo candidato? Siamo certi che con un solo candidato non si sarebbe incoraggiata tanta gente a partecipare ed a buttarsi nella mischia, invece di trovarsi nella condizione in cui si sono trovati vari partiti, e cioè ad elemosinare la disponibilità a riempire liste vuote di voti?
PROSPETTIVE
Le prospettive, a questo punto, sono nere. L’opposizione dovrà rinascere anche dall’esterno del Consiglio Comunale, visti i numeri e i rapporti di forza che si creeranno lì dentro.
Cedere alla tentazione di un accordo folle con qualcuno degli attori del ballottaggio sarebbe un’operazione politica che produrrebbe l’unico risultato di dare dignità e ragione alle teorie della sinistra filomeniana. Occorre, al contrario, ripartire da ciò che Tommaso ha creato, dalla importante opera di leadership che ha realizzato attorno a sé e che non può essere dissipata, soprattutto perché egli ha ricevuto consenso sulla prospettiva di iniziare un percorso lungo e faticoso ma anche di grande dignità per il bene, penso io, non semplicemente del PD (alla sorte del quale molti potrebbero essere disinteressati), ma dell’intera opposizione e quindi della città. Se questo sarà il futuro, sarò pronto a sostenere questo progetto e ad offrire il mio contributo.
Bisogna perciò ripartire da una opposizione nella città, dal basso, con il controllo forte dell’operato di chi andrà a combinare non si sa cosa in un Consiglio Comunale che assumerà sempre più le caratteristiche di un circo.
Qui non c’è da lavarsi le mani in ragione di una manovra pilatesca, ma c’è da perseguire una coerente e dignitosa prospettiva politica e da rispettare la parola consegnata agli elettori durante la campagna elettorale

sabato 6 giugno 2009

Bilancio sulla campagna elettorale.


Ricevo e pubblico con estremo piacere un contributo inviatomi da Pietro Filomeno sulla campagna elettorale.


La campagna elettorale è giunta ormai al capolinea. Come sempre, sono andate in scena “perfor-mance” corrette e scorrette: manifesti, santini, comizi, contatti ad personam, telefonate, sms, incon-tri di quartiere, spazi televisivi autogestiti, spot elettorali, inserzioni sui giornali, incontri conviviali, concerti musicali, siti di partito, blog e persino social network come “Facebook”; volantinaggi sfre-nati, sondaggi depistanti, invasione di spazi altrui, attacco alle persone più che alle idee, sgrammati-cate contumelie sui blog locali scritte da conigli anonimi, comizi urlati sino alla violenza quasi fisi-ca, promesse di posti di lavoro, terroristico controllo dei voti, patto del diavolo con i clientes e fi-nanche (stando ai “si dice”) compravendita del consenso. Chi ha avuto più mezzi, li ha naturalmente usati. Da questo punto di vista, a onor del vero, nessuno ha esagerato.
La divisione nell’ambito dei due schieramenti ha creato, questa volta, molta confusione: 322 gli a-spiranti al Consiglio comunale, 72 a quello provinciale. La competizione ha raggiunto livelli da ca-lor bianco. Al punto che la raccolta dei voti (tra parenti, amici e clientes) è diventata ossessiva, fino all’accattonaggio. La tensione è stata così alta che qualcuno, esasperato, è arrivato pure alla querela. Riguardo ai contenuti, si è sentito parlare molto poco di Provincia e di Europa. L’attenzione si è concentrata soprattutto sul Comune. Non sono mancati, per dare man forte ai candidati sindaci, i big nazionali: Di Pietro, la Mussolini, Fitto, Casini, D’Alema. Si è mobilitato anche il cantante salenti-no Albano.
È difficile prevedere quello che uscirà dalle urne. Non si è certi di niente, se non che le cose si sono messe male per tutti. Per esempio: data l’eccessiva frantumazione e competizione, il rischio che alla Provincia non vada nessuno è alto. Dei candidati a sindaco, neanche il più forte è sicuro di vincere. Al ballottaggio, potrebbe addirittura perdere tutto. Saranno decisivi due tipi di voti. Quello utile e quello disgiunto. Il primo non è, come si può pensare, spregiudicato opportunismo. È, invece, segno di scelta razionale: lo esercita chi, dotato di senso della realtà, sceglie il male minore. Il secondo consiste nel votare, sulla stessa scheda, candidati di liste diverse (persino di schieramenti opposti). Anche se legalmente previsto, molti lo ritengono discutibile sul piano della coerenza politica. Deci-sivo sarà anche il livello di astensionismo: chi ne subirà i danni maggiori?
Si è detto molte volte che l’elettorato francavillese è statico, cioè vota sempre allo stesso modo. So-stanzialmente, è vero. Tuttavia, qualche volta ha riserbato più di qualche sorpresa. In positivo e in negativo. Tuttavia: se ci fosse già l’anagrafe degli eletti - uno dei cavalli di battaglia del radicale Sergio Tatarano – si voterebbe con più cognizione di causa. Di ogni candidato si saprebbe in con-creto chi è, che fa e soprattutto in che modo si è impegnato sul piano politico-amministrativo e i ri-sultati ottenuti. Come voteranno, questa volta, i giovani? E gli imprenditori? E le donne? E gli intel-lettuali? Durante tutta la campagna elettorale, non è intervenuta nessuna voce della società civile. E questo non è un buon segno. Aspettiamoci, comunque, delle novità. Se invece non ci saranno, vuol dire solo una cosa: la maggioranza dei francavillesi non merita di meglio.


Pietro Filomeno

mercoledì 27 maggio 2009

Non votate PdL e UDC. Resta il candidato sindaco più aperto alle contaminazioni.

Nel corso del comizio di presentazione della Lista Bonino-Pannella per le elezioni europee tenutosi sabato 23, ho ritenuto opportuno e doveroso lanciare un appello anche relativo alle elezioni amministrative, appello che intendo riproporre: i cittadini francavillesi, per rispetto alla loro stessa intelligenza, non possono anzitutto votare PdL né UDC, partiti gestiti dai protagonisti degli ultimi 20 anni di mala amministrazione, oggi divisi solo da contrasti personali e dalla incapacità di una gestione del potere condivisa. Ho anche invitato, più in generale, a non votare per amici e conoscenti, perché è da qui che parte il degrado di una città, è qui che si consuma l’offesa nei confronti delle istituzioni martoriate da una concezione fondata sul voto dato al di là ed a prescindere dalle capacità che il singolo candidato dimostra di possedere. In realtà, questa concezione medievale delle istituzioni va combattuta nel profondo perché è nell’interesse di tutti che l’istituzione non venga affidata a gente incompetente.
Quanto a Tommaso Resta, torno a complimentarmi con lui dopo l’ultimo comizio di domenica in quanto egli sta dimostrando (unico tra i candidati sindaco) di aver colto esattamente il senso dell’iniziativa di istituzione dell’anagrafe degli eletti, da intendersi come più vasta riforma di legalità e trasparenza, come strumento grazie al quale non soltanto conoscere l’operato degli eletti e dei nominati, ma anche indurre il Comune al rispetto delle pari opportunità e delle regole, dovendosi, tra le altre cose, dichiarare e rendere note le consulenze o gli incarichi esterni attribuiti. Non è tutto: chiaro mi sembra l’intento di spezzare il circuito partitocratico-clientelare che ha bloccato un’intera città in questi anni più che mai. A Tommaso va il mio personale ringraziamento e l’apprezzamento per un atteggiamento di apertura e disponibilità verso i radicali di Francavilla ma più in generale verso proposte concrete e, in questo caso, a costo zero: si tratta di un ottimo biglietto da visita per chi voglia fare il sindaco e l’unico tasto su cui battere senza avere nulla da rimproverarsi dopo le elezioni. A questo punto, l’impegno è, ripeto, di impedire categoricamente che PdL e UDC possano impadronirsi nuovamente di Palazzo di Città, dopo averci regalato quindici anni di degrado culturale, politico e amministrativo e un anno di Commissariamento.

giovedì 21 maggio 2009

Conferenza stampa e comizio della "Lista Bonino- Pannella".


Sabato 23 maggio, ore 18,30 , presso l’American Square in piazza Umberto I a Francavilla Fontana, conferenza stampa della “Lista Bonino-Pannella”.

Introduce
Sergio Tatarano (Tesoriere dell’associazione radicale “Diritto e Libertà”)

Intervengono i candidati al Parlamento Europeo


Roberto Mancuso (segretario dell’associazione radicale Diritto e Libertà e Presidente del circolo LGBT “P.P.Pasolini”).
On. Sergio D'Elia (segretario di Nessuno tocchi Caino, già parlamentare della RnP)
On. Rita Bernardini (parlamentare radicale eletta nelle liste del PD)


Seguirà, alle ore 20 un pubblico comizio in piazza Dante.

lunedì 18 maggio 2009

Per cambiare la Provincia, voterò scheda bianca.


L’effetto scenico e il colpo d’occhio offerti dalla prima uscita dell’ex Presidente degli industriali sono stati a dir poco impressionanti. Certamente, vedere ridotta la politica a pura spettacolarizzazione e ad una operazione di marketing (quante volte condannate dai compagni del PD se a farlo era ed è il diavolo Berlusconi!), con l’abbraccio a metà strada tra il candidato Presidente e il sen. Curto e un fiume di gente pronta ad occupare militarmente la piazza, tutto questo mi ha francamente irritato. Ho ascoltato poco del comizio di Ferrarese, perché poi la pioggia e i pruriti mi hanno costretto ad allontanarmi: ho potuto captare appena il discorso sul rigassificatore (come industriale favorevole, come amministratore contrario), che mi ha lasciato quanto meno perplesso, e poco altro. Tutto ciò, senza contare l’imbarazzo collettivo facilmente intuibile nei compagni del PD nell’applaudire un leader insieme agli avversari di sempre: qualcosa che neanche il più disinvolto e spregiudicato politico potrebbe riuscire nell’impresa di far passare come un’evoluzione naturale delle cose. Per digerire questa manovra non bastava mettere da parte la difesa della razza pura: bisognava rimanere in apnea per la durata di tutta la campagna elettorale, per poi riprendere a respirare a giochi fatti, cancellando la propria storia con un colpo di spugna. Francamente troppo.Non ho condiviso la scelta provinciale (fortemente politica, non semplicemente localistica e territoriale, ma direi strutturale, definita “laboratorio”) operata dal PD: credo che sia noto a tutti.Che fare alle amministrative di Francavilla, quindi? Non mi addentrerò sulla linea che intendo proporre (cosa che farò in occasione del comizio della Lista Bonino-Pannella di sabato sera alle 20, alla presenza di Sergio D’Elia), sottolineando come io abbia avuto modo di esprimere apprezzamento per alcune aperture importanti di Tommaso Resta e del segretario PD, Marcello Cafueri: mi limito ora ad analizzare la competizione provinciale. Si noti un punto: cosa ci stanno dicendo delle passate amministrazioni? Nulla, non sappiamo nulla. Noi avevamo proposto l’anagrafe degli eletti anche in Provincia, con lo scopo ancora più profondo che negli altri enti. Lo scopo era quello di verificare e rendere nota l’utilità o meno di quell’ente. Ma l’immobilismo ha vinto anche in questo caso. Niente è avvertito come qualcosa di tanto lontano dalla vita dei cittadini quanto la Provincia; la produttività degli assessori e dei consiglieri (dei quali molto spesso dimentichiamo persino l’esistenza) è un dato del tutto sconosciuto ai più.La Provincia si trasforma allora in qualcosa di inafferrabile, che la gente percepisce solo come uno spreco di soldi, con un costo che arriva a 50.000.000 di euro ogni anno nel nostro Paese.Per questo voterò e inviterò a votare scheda bianca, per dare un segnale chiaro: i cittadini non riescono a parlare alle provincie e manifestano in questo modo la richiesta, se non di un’abolizione, quanto meno di una profonda riforma. C'è qualche candidato che si impegna in tal senso?

domenica 17 maggio 2009

Solo 3 Italiani su 100 sanno che la Lista Bonino-Pannella sarà presente alle elezioni europee.

LIVELLO DI CONOSCENZA SPONTANEO E SOLLECITATO DEI PARTITI CHE SI PRESENTERANNO ALLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE

Partiti / Liste Citazioni Spontanee Risposta sollecitata Totale
Popolo della Libertà 85,0 14,5 99,5
Partito Democratico 77,0 22,0 99,0
Lega Nord 37,0 50,0 87,0
IDV – Lista Di Pietro 50,0 35,0 85,0
UDC 42,0 40,0 82,0
Rif. Com e Comunisti Italiani 15,0 65,0 80,0
Sinistra e libertà 10,0 35,0 45,0
Lista Bonino-Pannella 3,0 15,0 18,0
L’Autonomia 4,0 10,0 14,0
Crespi Ricerche

venerdì 15 maggio 2009

QUALCHE CONSIDERAZIONE SUL CONFRONTO IN PIAZZA DEI CANDIDATI SINDACO

Dall’iniziativa pubblica svoltasi in piazza giovedì scorso si possono trarre interessanti spunti politici.
In particolare, va segnalata l’ottima apertura che il candidato sindaco del PD ha effettuato nei confronti dell’iniziativa di istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti formulata dai radicali di Francavilla: mentre altri, pur di mantenere le distanze dagli innominabili radicali sono disposti a contorsionismi incredibili, l’avv. Resta, con un gesto di onestà intellettuale e di saggezza politica, ha accolto l’appello che avevamo rivolto in maniera reiterata a tutte le forze politiche di fare, dell’anagrafe, non un argomento per riempire il programma, ma una priorità da valorizzare per tutta la campagna elettorale, elemento di svolta politico-culturale in una città abituata ad eleggere persone “nonostante tutto”. Tale gesto ha un significato ed un valore politico che noi radicali, forza di governo inflessibilmente leale, non dimenticheremo, soprattutto se esso non resterà isolato: siamo disponibili a offrire un contributo alla creazione di questo strumento. Avanti così, caro Tommaso.

Sono stati argomento di discussione e dibattito anche due questioni da noi storicamente considerate: la creazione della ZTL (sulla quale parrebbero essere tutti d’accordo, vedremo nei fatti) e il fenomeno droghe (uso volutamente il plurale perché ogni droga è diversa dall’altra). Con riferimento a quest’ultimo punto, oltre alle vuote promesse di ideare reti collaborative con le famiglie (?) o magari incoraggiare gli interventi delle forze dell’ordine (!), ho ascoltato da alcuni una critica ad un non meglio precisato “individualismo” quale causa di tutti i mali, inevitabilmente contrapposto sempre e comunque al paternalismo dei cosiddetti adulti, i quali dimostrano di non essere evidentemente sintonizzati non solo con la realtà giovanile, ma direi col mondo che li circonda: la convinzione illiberale di molti è che si debba fare da Stato e da padri, sempre, anche quando non richiesto (ma, si capisce, per il bene comune!) o addirittura anche contro la volontà del singolo (abbiamo il frutto di questa ideologia nelle leggi proibizioniste sulla procreazione assistita, il testamento biologico o, appunto, la droga).
In realtà, fino a quando non saranno ascoltati, piuttosto che giudicati e condannati, i ragazzi non si potranno aprire e non potranno essere compresi.
Il flagello droghe è un fenomeno di massa, il solo uso di marijuana, per esempio, è un costume diffuso in 4 milioni di cittadini italiani (circa un ragazzo su tre).
Cosa può fare un’amministrazione comunale? Instaurare un clima persecutorio contro i consumatori? Non sarebbe opportuno invece impegnarsi nell’informare (e non “educare”) i cittadini sui rischi che sono connessi con le droghe? Non sarebbe utile iniziare a parlare nelle scuole, oltre che di sesso e prevenzione, anche, in maniera scientifica e differenziata, di cosa vuol dire assumere marijuana piuttosto che eroina o cocaina? O vogliamo continuare con il solito ideologico calderone salva coscienze del “tutte le droghe sono uguali”?
Mi rendo conto che fino a quando le droghe saranno formalmente proibite, esse saranno anche liberalizzate di fatto (invece di legalizzarle come vorremmo noi), con l’impossibilità di mettere in piedi campagne laiche in grado di responsabilizzare le persone e quindi arginare e controllare certi fenomeni. Però, nel nostro piccolo, impegniamoci in questa direzione.

giovedì 14 maggio 2009

Apertura campagna elettorale per le elezioni europee.

Venerdì 15 maggio a partire dalle ore 10,30 , presso il Central Bar di Brindisi (Piazza Sedile, 8) conferenza stampa di presentazione dei candidati della “Lista Bonino-Pannella” al Parlamento Europeo.

La conferenza stampa sarà presentata da:

Roberto Mancuso
(segretario dell’associazione radicale “Diritto e Libertà” e Presidente del circolo LGBTE “P.P. Pasolini”, candidato al Parlamento Europeo per la Lista Bonino-Pannella nella circoscrizione meridionale)

Avv. Giuseppe Napoli (Presidente associazione radicale “Diritto e Libertà”)
Avv. Sergio Tatarano (Tesoriere associazione radicale “Diritto e Libertà”)

lunedì 11 maggio 2009

(Anche) un (solo) radicale fa la differenza.


CAMPAGNA ELETTORALE ILLEGALE

So bene che in periodo di campagna elettorale ogni messaggio e appello al voto scivola comprensibilmente via dinanzi all’invadenza trasversale e all’illegalità diffusa di chi, per esempio, ritiene giusto affiggere manifesti un po’ ovunque (non solo dimostrando disprezzo dell’ambiente, ma ponendo in essere un attentato ai diritti politici dei cittadini, compiendo un gesto di tracotanza volto a truccare le regole del gioco democratico e degli uguali spazi per tutti).Se è vero tutto ciò, è vero anche che il partito radicale fa della lotta ai manifesti abusivi non una campagna improvvisata, ma un coerente elemento del proprio DNA, uno dei tanti ambiti della denuncia del caso Italia: il rispetto delle leggi (e in particolare di quelle inerenti la possibilità per i cittadini di “conoscere per deliberare”) è il fondamento della lotta di Marco Pannella; ma la partitocrazia ha bisogno di mentire, ha bisogno di disarmare i cittadini, di rendere il Paese giungla per poi colpire allo stomaco. Essa ha pure bisogno di leggi che le conferiscano potere (come farà anche il prossimo referendum sulla legge elettorale). Insomma, una volta esisteva il regime del Partito, oggi quello dei partiti o, se preferite, del “monopartitismo imperfetto”. Dicevo che è difficile entrare negli spazi della gente, su internet come dovunque, senza risultare antipatici e fastidiosi, senza lasciare che chi legge possa interpretare il nostro come un gesto opportunistico. Noi abbiamo questi canali e poco altro e ci scuserete se abusiamo della vostra pazienza.


LA NOSTRA DIVERSITA’

Eppure, per noi radicali il compito sarebbe più semplice e meno gravoso che per gli altri: perché non abbiamo da promettere, ma chiediamo solo di valutare, valutare il nostro operato, quello, in questo caso, di due parlamentari uscenti come Marco Pannella e Marco Cappato. Sarà un caso se siamo il partito dell’anagrafe degli eletti, cioè quel partito che vuole inserire ad ogni livello uno strumento con cui si possa verificare l’attività dei politici? Oggi inizia a scoperchiarsi il fenomeno dell’assenteismo e della nullafacenza a Bruxelles, per molti meta di politici trombati, per il partito radicale postazione privilegiata da trent’anni. Chiedetevi allora: chi si occuperà di dare forma al progetto spinelliano di Patria europea come spazio di democrazia, libertà e Stato di diritto? Chi si occuperà di Turchia, Israele, Tibet e Cecenia? Chi lotterà per mettere al bando pratiche come la pena di morte o le mutilazioni genitali femminili? Chi si batterà per la laicità, la ricerca scientifica, l’antiproibizionismo sulle droghe o i diritti di omosessuali e transessuali?L’IdV, innalzato a opposizione dal regime, che non riesce nemmeno a votare contro le ronde leghiste? O magari le sinistre comuniste unite nella grande lotta al 4%? O, piuttosto, il PD che vota col PdL per gli accordi con la Libia del dittatore Gheddafi?I candidati radicali, allora, se solo fossero conosciuti, partirebbero con un punto in più; e invece gli spazi di parola in meno ci impediscono di dialogare con i cittadini per dar loro voce, come sempre si è fatto scendendo per strada e rappresentando il partito dei referendum.


CANDIDATO SALENTINO

Roberto Mancuso è il candidato salentino al Parlamento europeo, segretario dell’associazione radicale nonviolenta Diritto e Libertà, con la quale abbiamo scritto bellissime pagine da partigiani in questi anni. La sua candidatura rappresenta un giusto riconoscimento a chi come Roberto ha sacrificato il quotidiano, il vissuto per scendere nelle piazze gelate dei nostri paesini a ricordare Piero Welby o si è battuto costantemente per i diritti del mondo LGBTE o, ancora, ha dato voce alle nostre tante battaglie grazie alle competenze e capacità nel mondo virtuale, grazie alle quali ci ha consentito di renderci “annusabili” e apprezzati da tanti.

STELLA GIALLA: PERCHE’?

I candidati radicali esibiscono una stella gialla in questa campagna elettorale: la stella gialla è il simbolo che fu imposto agli ebrei in Europa nel ’41. Ora: chi più, chi meno, si sta cercando di ridicolizzare il senso di questa iniziativa, che si accompagna al Satyagraha rappresentato dalla presentazione del libro sulla Peste italiana (il racconto di 60 anni di violazioni sistematiche della legge e della legalità calpestate dalla partitocrazia http://www.radicali.it/view.php?id=141025 ). Lascio, allora, alle parole di Marco Cappato la spiegazione del senso di questa ambiziosa iniziativa, ricordando come in realtà, se vi è un rischio, questo è rappresentato dal fatto che questa ennesima idea pannelliana potrebbe fare breccia presso molti cuori, così come ha fatto con il vice Presidente del Parlamento tibetano in esilio, che ha già esibito quel simbolo: “Quando la legalità e la democrazia sono cancellate è un`illusione pensare che questo possa riguardare solo delle vittime isolate, magari i malati ai quali viene imposta la "morte all`italiana",oppure le vittime di quel dissesto idrogeologico che accompagna il dissesto ideologico e politico, oppure i migranti trucidati sulle coste libiche. Riguarda tutti, prima o poi, anche se in forme diverse da un passato che non si ripete. E se nel `41 avessero tutti fatto come il Re della Danimarca sotto dominio nazista, il quale annunciò che avrebbe indossato la stella gialla e ne rese così impossibile ogni imposizione nel suo regno, la noncurante accettazione di ciò che oggi (ma non allora) definiamo "indicibile" si sarebbe trasformata in rifiuto civile e di massa? A strage di legalità segue strage di popoli”.Ricordate, c’è il rischio che per la prima volta dal ‘79 i radicali scompaiano dal PE: sappiate che questo dipenderà da voi, dalla vostra capacità di comprendere che anche un radicale solo fa la differenza.

lunedì 4 maggio 2009

Chi vuole rubare idee radicali per cambiare Francavilla?


Come si sa e come ho più volte ribadito, non ci saranno candidature radicali in queste elezioni amministrative. Ciò non significa che staremo a guardare, tutt’altro.
Al di là delle europee (dove non potremo confrontarci politicamente in alcun modo con il populistico e generico messaggio della “difesa della Puglia in Europa” da parte un po’ di tutti), non vogliamo però rinunciare a scrivere la nostra pagina di politica anche a livello locale: è per questa ragione che, in continuità con il progetto politico di alternativa per la creazione di un nuovo centrosinistra formulato un anno fa, oggi lanciamo un appello (ne seguiranno degli altri su altri argomenti) a fare della istituzione dell’anagrafe degli eletti il primo punto della campagna elettorale da buttare in pasto alla discussione politica. In mancanza, sia chiaro, noi radicali faremo da soli, come sempre.
Regaliamo questa proposta a quei candidati che la vorranno utilizzare, in modo da proporre ai cittadini un modello di democrazia fondato sulla conoscenza delle attività dei singoli eletti e nominati, dei quali si dovrà conoscere cosa hanno fatto, quanto guadagnano e cosa producono, l’elenco delle proprietà del Comune piuttosto che gli incarichi esterni affidati o i bandi e gli esiti di gara.
Tutto ciò dovrà essere inserito all’interno del sito internet del Comune (il quale diverrebbe finalmente una casa di vetro osservabile dall’esterno), come riforma einaudiana del “conoscere per deliberare”. Fino a quando i cittadini non potranno sapere neppure il significato del voto espresso, non si potrà realizzare nessun passo in avanti verso la crescita politica, culturale e amministrativa di Francavilla e non si potrà valutare come vengono spesi i soldi pubblici, né tentare di migliorare la drammatica situazione finanziaria.
Stiamo attenti, allora, a non farci prendere in giro un’altra volta, ma compiamo un’opera semplicissima: a colui il quale vi dovesse chiedere il voto, domandate cosa ha realizzato nella precedente legislatura e come mai Francavilla è oggi senza un sindaco.
Il nostro contributo non si ridurrà a questo: si dovrebbero attivare finalmente gli strumenti di democrazia diretta (pure previsti dallo statuto del Comune e mai utilizzati), chiudere il centro storico al traffico e renderlo patrimonio della cittadinanza, dare un impulso serio ai trasporti pubblici e alla raccolta differenziata tanto quanto dare vita a piccole riforme locali per la vita dei disabili o riforme laiche (pensiamo al registro delle coppie di fatto e alla sala per i funerali civili, solo per fare due esempi), utili a differenziare una realtà civile da una arretrata (quanti sanno che grazie ad una nostra proposta nel 2007 il Comune ha votato all’unanimità la mozione contro la pena di morte?). Chi è disposto a scipparci alcune delle nostre storiche proposte e a farne elemento di forza politica della propria campagna elettorale?

martedì 28 aprile 2009

Il monopartitismo (radicali esclusi) vota compatto per spostare la data del referendum.

Ecco come votano le opposizioni, tutte quelle scelte (una a caso? L'IdV!) e quelle oscurate dal regime.
In questo caso, oggetto è la data del referendum, per la quale si decide di superare la soglia del 15 giugno e di votare sotto l'ombrellone.

http://www.radicali.it/view.php?id=141151