martedì 18 maggio 2010

Cellula Coscioni: relazione di presidenza 2010.


Il 2009 è stato un anno nel quale la Cellula Coscioni ha capitalizzato i risultati di lotte lunghe e incessanti, intraprese da tempo, in favore della libertà dell’individuo.
La cellula Coscioni ha senz’altro rappresentato il luogo ideale di rifugio e riparo dal conformismo dilagante: non una "caverna" nella quale testimoniare una esistenza, ma un luogo dal quale far partire riflessione politica e coinvolgere fette di cittadinanza investita dal problema della ricerca di libertà. Come diceva Coscioni, è una battaglia che “stiamo combattendo, così come si vive un'esistenza, percorrendola, sapendo che non la si è scelta, ma che se ne può essere gli artefici nel suo divenire”.
Molte delle nostre riflessioni sono entrate nell’agenda politica e nel quotidiano di ognuno, soprattutto di quanti pensavano che il loro vissuto dovesse restare segreto e non potesse trovare risposte pubbliche. Malati alla ricerca di assistenza o di un rimedio contro la sofferenza fisica, disabili desiderosi di una vita autonoma, donne costrette a scontrarsi con l’imposizione di coscienza mascherata da burocrazia, cittadini comuni non disposti a sottostare alle imposizioni da Stato etico: tutto questo ci ha consentito di incontrare donne e uomini di questo territorio. Come sempre, dal corpo dei malati al cuore della politica.

REGISTRO DEI TESTAMENTI BIOLOGICI
L’istituzione del registro dei testamenti biologici costituisce la più alta e importante vittoria che la cellula ha consentito all’amministrazione di ottenere. Il fatto che il Sindaco (di centrodestra, unico caso in Italia) si sia speso in prima persona per l’approvazione di questo strumento, merita una riflessione attenta che riguarda la credibilità di questa associazione, ormai divenuta un punto di riferimento per le istanze liberali dei cittadini.
L’approvazione del registro porta con sé un significato politico e giuridico enorme, anche in vista del passaggio alla Camera della legge “contro il testamento biologico”: Costituzione e codice deontologico medico costituiscono già oggi garanzie a tutela del cittadino dall’attacco violento che si vorrebbe sferrare nei confronti della libera scelta di ognuno.
La battaglia sul registro simboleggia il nostro modo di intendere la politica, la nostra convinzione che il cittadino debba essere messo nelle possibilità di vivere decentemente senza che sia lo Stato a decidere per lui; la convinzione, altresì, che non si può negare, a chi la richieda, la concessione di una strada in più che nulla toglie a chi non vorrà usufruirne. Questo è laicità.*

POLITICHE PER I DIVERSAMENTE ABILI ed I MALATI
Così la lotta per i disabili, l’aver segnalato la condizione di vera e propria illegalità diffusa in tutti i luoghi pubblici della nostra città nei quali l’accesso è negato. Per questo abbiamo chiesto all’amministrazione di consentire ai cittadini disabili di poter circolare gratuitamente sugli autobus cittadini: un segnale di attenzione che è un modo per “risarcire” (solo in minima parte) queste persone dalla discriminazione che esse subiscono non potendo neppure salire sui marciapiedi; resta, comunque, l’impossibilità ad entrare nelle sedi degli assessorati o, solo per fare un esempio grave, nella stazione centrale di Francavilla. Ecco perché ancora molto va fatto in questo senso perché troppo poco si è investito.
Abbiamo tentato di stare vicini alle famiglie colpite da malattie a prognosi infausta come la SLA, perché libertà di cura significa per noi predisposizione di tutte le misure per far vivere dignitosamente i cittadini affetti da patologie così invalidanti, consentendo loro di avere gli strumenti per andare avanti. Tutto ciò mentre la malvagità di altri ha incatenato in un letto e tentato di privare di ogni scelta chi non può neanche grattarsi il naso con un dito!

ANTICONCEZIONALI e DROGA
L’informazione sulle misure contraccettive è l’unica vera strada in grado di rappresentare speranza per chi ha a cuore la sorte dei cittadini e delle categorie più colpite dall’ignoranza, ossia le ragazze e le immigrate. Più informazione, maggiore facilità nel reperire gli strumenti anticoncezionali e maggiore scelta per chi deve fare ricorso all’interruzione di gravidanza (si pensi alla RU486). Questo è stato ciò che abbiamo sostenuto.
I dati allarmanti diffusi in Puglia parlano di percentuali ancora alte tra le minorenni e in particolare tra quelle ragazze che hanno un livello di studio basso: insomma, gli aborti aumentano dove l’istruzione è carente.
Fondamentale in tal senso sarebbe il ruolo delle scuole locali, che però ci hanno letteralmente impedito di entrare in contatto con le nuove generazioni, perché evidentemente si teme che i ragazzi ci possano comprendere. Così l’imperativo per i dirigenti è quello del terrorismo ideologico, approccio fallimentare che nessuno pare disposto a superare.
Abbiamo pure tentato, senza successo, e riproveremo ad interpellare la provincia sulle politiche di informazione sessuale, ritenendo che la stessa possa rivestire un ruolo importante e decisivo per l’affermazione di una cultura di prevenzione sia delle gravidanze indesiderate che delle malattie a trasmissione sessuale, in costante aumento.
Lo stesso vale per le droghe, sulle quali non si fa nessun tipo di informazione, ma solo stregoneria, limitandosi allo sdegno di tanto in tanto e tentando di tenere i consumatori nel buio della clandestinità e lontano da ogni possibilità di recupero. Come di sesso, è concesso parlare di droga solo in termini di condanna ideologica e paternalistica, mai in termini scientifici o in un’ottica di responsabilizzazione.
Responsabili sono, in questo senso, i politici tanto quanto i dirigenti scolastici, totalmente impermeabili alle sollecitazioni esterne.

PASSAGGI CULTURALI di LAICITA’
Una richiesta significativa, apparentemente “piccola”, è stata quella di istituire una sala per i funerali civili, perché il suo riconoscimento garantirebbe il rispetto dei principi minimi di laicità, la non imposizione ai cittadini di dover obbligatoriamente passare da una chiesa per essere ricordati con dignità, l’uguaglianza dei morti che finora sono stati di serie B e sono rimasti nascosti nel dimenticatoio. Un segnale di attenzione a tutte le categorie di cittadini, una dimostrazione degna di una istituzione liberale e laica. Siamo oggi in attesa che il Comune la individui praticamente.

Per tutte queste ragioni, oggi si rinnova l’impegno della associazione, a cui vorrete iscrivervi per aiutarci a portare avanti il messaggio di Luca Coscioni e Piero Welby.
"E tra una lacrima ed un sorriso, le nostre dure esistenze non hanno certo bisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà, che è democrazia".

*A partire dai prossimi giorni sarà possibile depositare il proprio testamento biologico recandosi in Comune (ufficio stato civile) con il fiduciario, al quale verrà consegnata in custodia la busta contenente, oltre alle direttive, la copia del documento del dichiarante e dello stesso fiduciario. Il funzionario del Comune provvederà semplicemente ad attribuire un numero al testamento, certificandolo.
Per tale risultato è stato consegnato al sindaco Della Corte il "Premio Luca Coscioni 2010".

Ricordo che è possibile donare il 5 per mille all'associazione Coscioni con questo codice: 97283890586.

mercoledì 12 maggio 2010

Toponomastica: i ripensamenti strumentali della maggioranza.

Il non aver voluto rispettare, fin dal principio della discussione sulla toponomastica, un percorso chiaro e delle regole certe per l’individuazione dei nominativi, ha mandato il consiglio comunale in corto circuito ed impedito lo “scambio di figurine” che sembrava inevitabile. La maggioranza, dopo aver agito in maniera arbitraria sul voto alla mozione Tatarella (visto che aveva preteso la forzatura del voto senza aspettare l’approvazione dello specifico regolamento), ora si è accorta improvvisamente che per esprimersi sul nome indicato da un consigliere di opposizione era necessario rispettare delle regole certe. Emblematico ed intellettualmente onesto, l’intervento del consigliere Balestra (La Destra) il quale si è pubblicamente pentito di aver contribuito a creare, con il proprio voto a favore di Tatarella nella scorsa seduta, un precedente che apriva scenari di totale anarchia.
Si sarebbe potuto evitare un dibattito paradossale ed una situazione imbarazzante per il consiglio se si fosse usato un minimo di buon senso da subito.