giovedì 17 novembre 2011

Presidente Franco D'Alema: dove sono gli impegni presi un anno e mezzo fa dal Consiglio?



Ho letto con sorpresa l’intervento del Presidente D’Alema a proposito del progetto sulla droga della Cellula Coscioni. Egli, sul punto, conferma la disponibilità ma rimprovera me di non aver fatto nulla dopo la presentazione dello stesso progetto e mi invita a raccogliere firme tra i consiglieri (quali?, mi verrebbe da chiedere): in realtà, ho lanciato in questi mesi decine di appelli ad ogni schieramento politico, oltre ad aver consegnato manualmente al Sindaco il lavoro. Ebbene, non ho avuto nessuna risposta dalla politica, se non appunto dal Presidente D’Alema, a cui ho ritenuto – forse sopravvalutando politicamente il mio interlocutore- di rivolgermi. Attendo di conoscere i nominativi dei consiglieri interessati. Li contatterò io stesso.

A giudicare da quanto dice dopo, però, l’unico problema del Presidente D’Alema sembra il mancato riconoscimento del merito in ordine all'attivazione della trasmissione in diretta su internet dei lavori del consiglio comunale, adottata da qualche tempo a Francavilla.
E’ necessaria, tuttavia, una notevole dose di coraggio per sostenere quanto sostiene il Presidente D’Alema: a dire di quest'ultimo, io avrei cioè delegato altri a portare avanti questa iniziativa delle riprese audio video e me ne sarei poi indebitamente appropriato quale responsabile.
Riepiloghiamo la storia, forse sconosciuta allo stesso D'Alema: nel febbraio 2010, su mia proposta, Tommaso Resta presentava una mozione sull’anagrafe degli eletti, votata all’unanimità e mai applicata.
Qualche mese dopo, cercando di sopperire alle mancanze ed ai ritardi dell’amministrazione che non dava luogo a quella riforma, chiedevo un’autorizzazione a registrare le sedute con la mia telecamera, autorizzazione dapprima concessami e poi improvvisamente ed immotivatamente revocatami in occasione della seduta successiva, dopo che avevo osato diffondere alcuni stralci di una lite indecorosa tra un assessore ed un consigliere. Nel corso di quella seduta mi fu impedito di registrare –proprio dal presidente D’Alema- senza alcuna dignitosa spiegazione. L’imbarazzo fu tale che si ritenne di sospendere la seduta.
Non so se il Presidente D’Alema ricorda, ma nell’agosto 2010 raccoglievo le firme dei consiglieri, facevo convocare una seduta e votare un odg che prevedeva – tra i tantissimi punti- anche l’impegno “a predisporre un servizio di diffusione in “streaming” in diretta delle sedute di consiglio comunale sul sito istituzionale del Comune di Francavilla Fontana”. Si tratta dunque della realizzazione di uno (!) soltanto dei punti approvati dal consiglio nella seduta di agosto 2010. E gli altri?
Approfitto di questa circostanza, pertanto, per chiedere al Presidente D’Alema di attivarsi perché venga realizzato ciò su cui il consiglio si è impegnato formalmente un anno e mezzo fa:
- l’anagrafe degli eletti (già approvata nel febbraio 2010),
- la diffusione dello statuto del consiglio anche nelle scuole,
- l'approvazione dei regolamenti attuativi di referendum e petizioni,
- la massima pubblicità della convocazione delle sedute del consiglio comunale, aggiungendo ai canali classici (sito internet e affissione di manifesti) ogni altro mezzo che possa consentire un’adeguata informazione alla collettività (partendo dal servizio di cosiddetto “speakeraggio”).
Sono certo che il Presidente si adopererà in tal senso.

mercoledì 9 novembre 2011

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Comunale di Francavilla Fontana.



"Lo scambiatore automatico di siringhe, però, sembrerebbe un obiettivo alla nostra portata. Un piccolo traguardo che, adeguatamente supportato da una efficace campagna d'informazione, potrebbe costituire il segnale di un diverso approccio culturale al problema" (13 marzo 2011, dott. Francesco D'Alema).

Gentile Presidente D'Alema,
non è la prima volta che mi rivolgo a Lei e, se Lei mi rispondesse, non farebbe che dare conferma della Sua sensibilità nello svolgimento del delicato ruolo a cui è chiamato.
Circa 8 mesi fa, la cellula Coscioni di Francavilla dava vita ad un progetto di riduzione del danno sulle droghe, progetto frutto di un lavoro meticoloso e coscienzioso che abbiamo ritenuto di mettere a disposizione della politica locale per affrontare un tema come quello della droga, ampliamente ignorato, quando non affrontato con i soliti paternalismi sganciati da uno studio concreto della realtà. Noi abbiamo invece cercato di conoscere quanto sia effettivamente diffuso il fenomeno e di dare risposte seguendo le indicazioni dell'OMS e gli esempi delle più avanzate realtà europee.
Quel lavoro rappresentava e rappresenta un'assoluta novità in quanto si pone l'obiettivo di una soluzione pragmatica rispetto ad un lassismo diffuso che invece si preferisce pur dimostrandosi come il migliore contributo ad una pericolosa ed incontrollata diffusione delle sostanze illegali.
A distanza di vari mesi, dobbiamo mestamente prendere atto che l'intero panorama politico si è ben guardato dall'affrontare il tema, probabilmente per paura di prendere posizioni impopolari, accontentandosi di prenderne di antipopolari: non fare nulla vuol dire aiutare il fenomeno droga a diffondersi con tutte le degenerazioni conseguenti (come un uso più problematico e pericoloso delle sostanze, oltre al rischio malattie).
Mi rivolgo a Lei perché, all'epoca, il Suo fu l'unico intervento consapevole sull'argomento. In particolare Lei, dopo aver attentamente letto il nostro progetto, pur non condividendolo in toto, si espresse manifestando interesse sulla proposta degli scambiasiringhe.
Ciò che la cellula Coscioni e tutti i francavillesi hanno diritto di conoscere non è un'unanime posizione di favore sul progetto di riduzione del danno (non abbiamo questa illusione): noi tutti abbiamo invece sì il diritto di pretendere che il consiglio comunale della nostra città si esprima, magari valutando quel lavoro, sconosciuto ai più.
Le chiedo pertanto formalmente di fare tutto ciò che è nelle Sue possibilità perché il dibattito giunga in consiglio e sia approfondito e conosciuto da tutta la cittadinanza.
Con fiducia.

venerdì 28 ottobre 2011

A proposito di PD, petizioni e regolamento comunale.

Forse non tutti sanno che la petizione sulla quale il PD si sta spendendo (magari anche condivisibile) potrebbe essere uno sforzo non soltanto vano ma persino deleterio, in quanto si rischia di portare i cittadini a disaffezionarsi ulteriormente alla politica ed a pensare che ogni iniziativa sia destinata a non produrre esiti.
Una delle battaglie condotte dal sottoscritto (definite proprio da autorevoli esponenti locali del PD come “non incisive sulla vita dei cittadini”) è stata ed è quella per l’approvazione del regolamento di petizioni e referendum, regolamento ancora inesistente nel nostro Comune, nonostante la previsione statutaria di 10 anni fa.
Dal punto di vista pratico, ciò significa che una petizione presentata oggi all’Amministrazione può essere totalmente ignorata in quanto non vincola in alcun modo a tenere conto della volontà dei cittadini; in presenza di un regolamento, le istituzioni sarebbero invece obbligate a pronunciarsi ed a dare risposte certe a chi ha avuto la pazienza di raccogliere firme o anche solo di apporre la propria.
Il PD e gli altri partiti di opposizione che hanno le forze per poterlo fare (essendo presenti in consiglio), se intendono seriamente pervenire ad un risultato concreto, si mobilitino dunque per l’approvazione del regolamento sugli istituti di partecipazione e di democrazia diretta.

giovedì 13 ottobre 2011

Se, per l'opposizione, liberare i cittadini non è una priorità.

Vari esponenti locali del PD, evidentemente risentiti per alcune mie esternazioni politiche critiche anche nei confronti dell’opposizione, dopo avermi dato del “supponente”, hanno recentemente liquidato le iniziative per le quali in questi anni mi sono speso come battaglie “non incisive sulla vita dei cittadini”.
Ritengo importante discutere solo dell’aspetto politico della vicenda.
Anzitutto, il PD, così facendo, non soltanto si mostra allergico a tutte quelle voci che rifiutino di svolgere il ruolo di utili idioti, ma pare molto più interessato alle urla personali, estemporanee ed a volte persino strumentali contro esponenti di maggioranza che non a proposte concrete.
A me pare che un simile operato riveli come obiettivo primario il (teorico) bene del partito piuttosto che il (reale) bene dei cittadini. La questione, sia chiaro, non è di “lana caprina”. Spiego subito il perché.
E’ concepibile, ad esempio, che a Francavilla progetti e studi radicali su questioni sociali come droga e sesso (che solo a sfogliare un quotidiano notiamo come riguardino centinaia di persone deboli e indifese, molto spesso gli ultimissimi della società) siano stati scientificamente ignorati, neppure degnati di un giudizio, foss’anche negativo? Sembra di vedere il PCI togliattiano intento a tenersi lontano da divorzio ed aborto, definiti “battaglie piccolo borghesi”. Ecco: l’attenzione, come allora, è a non rompere l’unità che i soliti laici rischiano di compromettere. Ma c’è dell’altro.
In un sistema democratico, ogni opposizione dovrebbe naturalmente impegnarsi per realizzare un serio controllo dell’operato della maggioranza: la cosiddetta anagrafe degli eletti (pubblicazione di tutti i dati sulla vita dell’ente comunale e sull’operato dei nostri amministratori) è precondizione per ogni riforma culturale ed istituzionale, dell’idea stessa di voto finalmente basato su un giudizio consapevole, e per l’affermazione di un principio di trasparenza, cioè rispetto delle regole ed uguale trattamento di ogni cittadino. Dopo essere stato cacciato dall’aula mentre filmavo con la mia telecamera, ho ottenuto la trasmissione online in diretta delle sedute consiliari, anche se in pochi lo sanno. Come pochi sanno (ed è responsabilità dell’amministrazione!) di poter depositare il loro testamento biologico, grazie ad una vittoria radicale.
Il problema è dunque l’informazione. Ed è anche il rispetto delle regole.
L’anagrafe (scelta quale priorità dallo stesso PD in campagna elettorale) è stata votata all’unanimità dal consiglio ma non ancora applicata a distanza di quasi due anni, come non applicato a 11 anni di distanza è l’istituto dei referendum comunali, lacuna di cui nessuno, nemmeno i referendari dell’ultima ora, sembrano preoccuparsi.
Violazione dello statuto (in tema di referendum) e mancato rispetto di quanto approvato in questa consiliatura (a proposito di anagrafe degli eletti). Questioni non incisive sulla vita dei cittadini, mi si dice dal “Partito Democratico” (non dal “partito qualunquista”!).
Ora: l’opposizione, che preferisce fare politica individuando il nemico nel singolo esponente di maggioranza (si chiami Berlusconi o Della Corte), non ha evidentemente ancora compreso che il punto è fissare e rispettare le regole. Così, è dalla violazione delle norme che deriva la morte delle istituzioni, è dall’ignoranza della gente che deriva l’impossibilità di un riscatto. Armare i cittadini attraverso la conoscenza e gli strumenti decisionali. Trasparenza, informazione, referendum. Obiettivi decisivi per una opposizione sinceramente democratica e liberale.

mercoledì 5 ottobre 2011

Caro Marcello, se la tua era una critica politica, allora confrontiamoci.





Circa un anno fa indirizzai una lettera aperta al PD di Francavilla chiedendo che il suddetto partito si facesse promotore esso (non ritenendo di poterlo fare io) di un incontro tra i soggetti oggi all’opposizione e, soprattutto, chiarisse “se c’è interesse ad un percorso che dia cittadinanza anche alle nostre (radicali, ndr) proposte politiche oppure no” ( qui il testo integrale della lettera

https://www.facebook.com/#!/note.php?note_id=484743716153 ).



Non mi illudevo di poter ricevere una risposta esplicita (che infatti non è mai giunta), ma sapevo in cuor mio quale considerazione trovavano e trovano le tante iniziative radicali che ho modestamente tentato di lanciare a Francavilla, insieme ai pochissimi militanti e simpatizzanti che di volta in volta ho incontrato letteralmente per strada (e dico “per strada” non potendo neppure contare su di una sede fisica di riferimento).



Così, in una discussione virtuale di questi giorni con il segretario cittadino del PD, sono stato accusato testualmente dallo stesso di essere saccente e supponente (preciso che non mi ha offeso per nulla l’uso di espressioni forti nei miei confronti, anche se da parte di persona a me cara). Ma ciò che mi ha colpito negativamente è stato il giudizio politico sul mio (modesto) operato. Ho dunque finalmente potuto conoscere la reale risposta che cercavo a quella lettera di un anno fa, avendo letto letteralmente nel commento in questione che le battaglie locali del sottoscritto sono "scarsamente incisive per le sorti della popolazione francavillese”.

Per chi se le fosse perse e sperando di ricordarle tutte, cerco di elencarle, perché ognuno le possa giudicare e si possa fare un’idea, solo per amore di verità, quella verità che attraverso la prima e più importante proposta politica lanciata e sostenuta in maniera petulante durante la campagna elettorale (anagrafe degli eletti: pubblicazione di tutti i dati relativi alla vita del Comune) ho cercato di instillare nella politica francavillese.



Anagrafe degli eletti (mozione approvata all’unanimità e portata in consiglio da Tommaso Resta, PD, ma mai messa in pratica nel silenzio generale)

Trasporto pubblico gratuito per i disabili

Registro dei testamenti biologici
(portata in consiglio dal sindaco e approvata con un solo voto del PD)

Mozione sull’uso dell’acqua di rubinetto e disincentivo all’uso di quella in bottiglia (attualmente al vaglio dei partiti di opposizione).

Trasmissione online delle sedute di consiglio comunale (ottenuta)

Abolizione degli stalli riservati al clero (ottenuta)



Su quelle che seguono, c’è stato invece l’assoluto silenzio di tutta la politica.

Progetto di riduzione del danno sulla droga

Mozione sull’informazione sessuale

Progetto di pedonalizzazione della città

Proposta di istituzione della sala per i funerali civili

Proposta di approvazione del regolamento attuativo di referendum e petizioni e attuazione dello statuto

Manifestazioni in difesa dei diritti degli omosessuali.



Ora: non so quali caratteristiche debba avere una iniziativa politica per poter essere considerata dal segretario cittadino del PD come realmente incisiva per la vita dei cittadini, vorrei che me lo si spiegasse e mi si dicesse cosa altri sono riusciti ad ottenere.

Ritengo sia legittimo avere differenti obiettivi rispetto a quelli che ho modestamente individuato io (indicando nella trasparenza amministrativa e nel rispetto delle regole, in un’idea di città aperta e rispettosa di ogni individuo e di ogni sensibilità, i punti di forza di una battaglia politica), ma sia comunque doveroso avere degli obiettivi chiari ed indicarli esplicitamente, senza abbandonarsi all’estemporaneità.

Lungi dall’essere una risposta livorosa o risentita, la presente nota spero rappresenti occasione di crescita e di confronto per l’apertura di un dibattito che, evidentemente, fino ad ora ci si è ostinati a non voler intraprendere.

venerdì 26 agosto 2011

Tra perbenismo e ideologia, scelgo la libertà.



Trovo le affermazioni del sindaco Della Corte a proposito del fenomeno della prostituzione molto superficiali. L’equiparazione del consumatore con lo sfruttatore è un ricatto vero e proprio che non può essere utilizzato come argomento per chiedere alla gente di non fare ciò che dovrebbe essere consentito e casomai regolamentato. Sarebbe come dire che chi si fa uno spinello va considerato un pericoloso criminale. Come per tutti i fenomeni legati alla libertà di autodeterminazione (penso alla droga o al fine vita), la loro legalizzazione favorirebbe l’abbattimento o perfino la scomparsa di situazioni pericolose e incontrollabili. La storia dell’aborto ce lo dovrebbe aver insegnato. In altri Paesi civili le prostitute pagano regolarmente le tasse, in Italia invece ci produciamo in affermazioni di principio, moralistiche ed ideologiche, come quella indimostrabile -o dimostrabile solo in un sistema di legalizzazione- secondo cui nessuna donna fa quel mestiere per scelta, ci lanciamo in ordinanze ridicole, ipocrite e inapplicabili che servono solo per sbandierare un perbenismo che ha fatto il suo tempo e ha prodotto solo risultati fallimentari. Dobbiamo chiederci se il problema è per noi lo sfruttamento della prostituzione o la prostituzione in sè. A me sembra che per molti è quest'ultimo il vero problema.

Inoltre, invece di alimentare terrorismo e fenomeni di ghettizzazione intorno alle prostitute ed in particolare intorno al fatto che le stesse sarebbero portatrici di malattie, l’amministrazione farebbe bene a promuovere ed a sensibilizzare all’uso di tutti gli strumenti di profilassi, per il bene della collettività.

giovedì 7 luglio 2011

Acqua di rubinetto e politiche locali: una proposta per l'amministrazione. Chi la sostiene?



Il referendum del 12 e 13 giugno ha avuto l’innegabile merito di spostare l’attenzione su un tema come l’acqua e principalmente sulla necessità di una messa in discussione dell’uso che di essa si fa. A mio avviso i quesiti referendari non toccavano i punti veramente dolenti ed è per questa ragione che ho preferito lasciare la scheda bianca (pur ritirandola, in modo da contribuire al raggiungimento del quorum); in verità, oggi si pone la necessità di individuare forme di corretto utilizzo di questa risorsa nonché soluzioni di risparmio e di promozione di politiche maggiormente rispettose dell’ambiente.

Di fronte ad un sempre più drammaticamente crescente consumo di acqua in bottiglia, un’amministrazione intelligente dovrebbe intervenire in maniera energica.

Un piccolo test sottoposto ad un campione di concittadini francavillesi ha mostrato che poco meno della metà degli interpellati (48,8%) beve acqua in bottiglia; di questi, il 43,8% afferma che nella propria famiglia si consumano in media da 5 a 10 bottiglie a settimana mentre un altro 42,2% da 10 a 20; da sottolineare, in particolare, che chi consuma acqua in bottiglia lo fa normalmente perché spinto e condizionato da convincimenti creati ad arte dalla pubblicità, rispetto ai quali le amministrazioni hanno tutto il diritto ed il dovere di promuovere soluzioni alternative (26,7% pensa sia più sana, il 24,4% non si fida dell’acqua di rubinetto, il 33,3% preferisce il sapore di quella in bottiglia e solo il 15,6% beve acqua frizzante); ma soprattutto, dovrebbe far riflettere che l’82,1% dei cittadini si dichiara disposto a bere acqua di rubinetto a patto di ricevere una più adeguata informazione sulle caratteristiche della stessa.

Le bottiglie d'acqua, che possono far lievitare da 300 fino a mille volte il prezzo dell'acqua rispetto a quella di rubinetto, sono anche la principale fonte di produzione di rifiuti solidi urbani in plastica.

Il consumo quotidiano nelle nostre case -come negli uffici pubblici - rappresenta una fonte di inquinamento che si potrebbe eliminare o almeno ridurre drasticamente se solo un’amministrazione comunale si impegnasse a tranquillizzare i cittadini sullo stato dell’acqua di rubinetto. Seguendo l’esempio virtuoso di alcuni Comuni, che hanno sposato la campagna per l’incentivo all’utilizzo dell’acqua di rubinetto (buona, controllata, comoda e poco costosa), si potrebbe contribuire a far risparmiare centinaia di euro ogni anno alle famiglie francavillesi, oltre a riservare un regalo al nostro territorio riducendo notevolmente una fonte così massiccia di inquinamento.

Se solo pensiamo al consumo di bottiglie in plastica nelle mense, negli uffici, nei bar, nelle scuole o, per esempio, nelle stesse sedute di consiglio comunale, comprendiamo la vastità del fenomeno e la importanza di dotare gli esercizi pubblici di distributori di acqua potabile ed altresì di spingere i cittadini a modificare le loro abitudini giornaliere in casa.

E’ per questa ragione che ho deciso di sottoporre alla politica ed in primis al sindaco questi risultati per chiedere che si discuta un documento (che ho già predisposto) in direzione dello sviluppo di politiche in favore dell’acqua di rubinetto.

Quale forza politica intende appoggiare l'iniziativa?

Chi è il consigliere comunale -di destra o sinistra- disposto a presentare il documento e fare sua questa battaglia?



ps: su "Il brindisino" di luglio, alla pagina XXI, il testo dell'odg con le richieste nello specifico

http://issuu.com/ilbrindisino/docs/ilbrindisino_n.44_luglio_2011_web

lunedì 27 giugno 2011

Consiglio comunale online: nuova vittoria radicale a Francavilla.






Oggi lunedì 27 giugno 2011 si è tenuta una seduta di consiglio comunale storica a Francavilla perché trasmessa in diretta su internet.

E' una vittoria che viene da lontano: nel febbraio 2010 richiesi formalmente all'allora presidente Iurlaro l'autorizzazione a registrare con la mia telecamera le sedute; l'autorizzazione mi fu prima concessa verbalmente e poi di fatto revocata per iscritto dopo che avevo osato inserire un pezzo di una seduta a dir poco squalificante nella quale due rappresentanti delle istituzioni si erano pubblicamente insultati.
Nonostante questa revoca, mi presentai puntualmente con la telecamera alla successiva seduta, sospesa per impedirmi di procedere alla registrazione.
A quel punto predisposi un odg nel quale tra gli altri impegni si chiedeva alsindaco e alla giunta la trasmessione online delle sedute.
Fui così costretto a raccogliere le firme necessarie tra i consiglieri per l'inserimento del suddetto punto quale odg, obiettivo riuscito grazie alla firma dei seguenti consiglieri (che ancora ringrazio): Resta (che ha presentato materialmente il documento) e Della Porta (PD), Curto, Gallone, Fusco (UDC) Galiano, Attanasi e Camassa (Misto).
Nella seduta dell'agosto scorso fu così approvato all'unanimità l'odg in questione.
Dopo di che, sono ritornato più volte a chiedere l'adempimento di quell'impegno che oggi viene finalmente rispettato.
Da oggi dunque il cittadino ha la possibilità di servirsi di uno strumento in più per combattere la cattiva politica. Dipenderà solo da noi la capacità di essere informati e di sbarazzarci di coloro i quali non sono degni del voto che chiedono ad ogni scadenza elettorale.
Aggiungo che l'odg in questione deve ancora essere adottato nella sua interezza, mancando tutta la parte dedicata all'anagrafe degli eletti, al regolamento di referendum e petizioni ed alla stessa pubblicità delle sedute dei consigli.

lunedì 6 giugno 2011

A 11 anni dallo Statuto del 2000, a Francavilla negato il diritto al referendum.



"...la partitocrazia ha ostacolato fin dal primo momento e c'è voluta l'approvazione della legge Fortuna e la pretesa della Chiesa e della DC di ottenere per sé il diritto al referendum perché l'istituto fosse attuato" (Gianfranco Spadaccia).


A pochi giorni dal referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento, penso sia opportuno ricordare, non soltanto al Sindaco, ma anche ai tanti referendari che appassionatamente si stanno impegnando per il raggiungimento del quorum, che il Comune di Francavilla, a distanza di 11 anni dall’entrata in vigore dello Statuto, non ha mai adottato il regolamento attuativo per referendum e petizioni comunali.

Lo Statuto del Comune riconosce infatti all’art. 47 la possibilità di indire referendum, “secondo le modalità dello Statuto e del Regolamento”, quest’ultimo mai adottato. Tale grave mancanza determina l’impossibilità dello svolgimento della consultazione. Per questa ragione, fu presentato circa un anno fa un importante odg sul quale il consiglio si pronunciò positivamente dopo che io personalmente ero riuscito a far convocare la seduta raccogliendo le firme necessarie (nonostante il rifiuto dei due consiglieri d'opposizione dei Democratici per la Costituzione).

La possibilità di utilizzare lo strumento referendario rientra in un progetto –prioritario per noi radicali- di trasparenza e partecipazione, cioè di democrazia, che con grande caparbietà ed insistenza stiamo e sto portando avanti.

Sottolineo come una battaglia così rilevante dal punto di vista del percorso di crescita civica e culturale di una comunità non possa non essere patrimonio soprattutto della minoranza politica: mi auguro per questo che l’opposizione spinga anche in consiglio per l’approvazione del regolamento, facendo di questo un argomento di forza del proprio progetto politico futuro.

D’altro canto, sarei ben felice se il Sindaco si attivasse autonomamente in tale direzione, come peraltro più volte promessomi. La sensibilità e l’attenzione da lui mostrate su alcune proposte radicali sono certo che si potrebbero registrare anche in questa circostanza. Non dispero ed anzi auspico che lo stesso assuma l’impegno formale e pubblico, dichiarando entro quando si giungerà alla conquista di questo nuovo traguardo; un traguardo che darebbe prestigio a questa amministrazione, come credo sia accaduto quando si è ascoltato il nostro consiglio di approvare –primo caso in Puglia- il registro comunale dei testamenti biologici o si è consentito il trasporto gratuito sugli autobus per i disabili.

martedì 31 maggio 2011

FRANCAVILLA, CITTA' da ROTT-AMARE.




Un test proposto su internet nel mese di aprile, ha fornito spunti sul perché i francavillesi troppo spesso preferiscano muoversi con un mezzo inquinante come l’auto piuttosto che a piedi o magari in bicicletta.

Su un campione di 75 persone, tolto un terzo di persone che lavorano fuori Francavilla, il resto lavora in città e di questi la maggior parte usa l’auto (solo il 23% va al lavoro a piedi); l’87% degli interpellati usa inoltre l’auto -con una frequenza variabile- anche per effettuare spostamenti di qualunque genere nella stessa città, in cui le distanze sono quasi sempre di poche centinaia di metri.

Francavilla città dell’auto

C’è la convinzione che i cittadini francavillesi siano destinati a non poter modificare le loro abitudini, in una visione apocalittica che si arrende agli eventi e che non è in grado di governarli o indirizzarli. Un Comune ha il dovere di programmare e di operare una scelta di promozione, dell’auto oppure di mezzi pubblici, bici e zone pedonali. Se non si creano le condizioni, difficilmente il cittadino rinuncerà alla comodità dell’auto, il cui uso oggi viene invece quasi sollecitato dalle scelte dell’amministrazione.

Auto ed inquinamento

Sugli ultimi numeri del Brindisino si è giustamente posto il quesito al sindaco in ordine alle scatole vuote delle cabine antismog, che pare non funzionino e non rilevino nulla. Una città che non conosce i propri problemi, come fa a risolverli?

Vie cittadine? Discariche per auto!

Se guardiamo le foto delle città di molti anni fa, con le strade così larghe e senza auto, veniamo assaliti da un senso di pace e serenità, benessere fisico e padronanza degli spazi. L’auto è un problema anche come fattore di inquinamento acustico e come impatto visivo, eppure a Francavilla parcheggiare sui marciapiedi o sugli scivoli per disabili è una pratica diffusa.

Dov’è la politica: parole…

I programmi dei candidati sindaci annoverano tutti, tra le priorità, le piste ciclabili, ma non se ne è mai sentito discutere.

Su "Il brindisino" si discusse alcuni mesi fa di chiudere via Roma, però la sfida non è stata raccolta e il dibattito sul PUG sembra per ora impermeabile alla mobilità.

fatti

La politica a Francavilla, ha come unico interesse la creazione di nuove vie di fuga per l’auto e la ricerca di un posto dove lasciarle. Il punto, sia chiaro, non è chiudere una strada al traffico o creare un km di pista ciclabile: siamo infatti risucchiati in un’ottica “automobile centrica”, per la quale cioè la città è pensata in funzione del traffico veicolare e non piuttosto per i cittadini. Promuovere un mezzo alternativo all’auto vuol dire optare per una città più silenziosa, più bella e gradevole, più pulita, più “nostra”. Perché altrove-in realtà più o meno grandi della nostra- si può e qui no?

Che fare?

La mobilità dovrebbe appassionare e dividere in quanto campo di battaglia di due visioni opposte di città. Invece, nulla. Occorre subito un ampio dibattito sul tema, occorre scegliere tra due modelli: quello attuale favorisce l’auto; io ritengo che si debba invece puntare sulle zone pedonali e sull’uso della bicicletta, mezzo più efficiente (si arriva prima) ed economico (non comporta spese), oltre che ecologico e salutare per chi lo utilizza: il tutto attraverso una serie di misure di favore per i mezzi alternativi all’auto, il cui uso va invece scoraggiato. Una amministrazione moderna compierebbe questa scelta. E una opposizione seriamente ambientalista e riformatrice entrerebbe in sana competizione.

L’augurio è che questo giornale lanci un dibattito aperto sul punto. Personalmente, come ho fatto sulla droga, sono pronto a studiare un piano concreto da sottoporre ai cittadini, più che alla politica ormai impantanata e sorda alle sollecitazioni costruttive. Da subito, chi ci sta?

mercoledì 25 maggio 2011

Omofobia: problema dei cittadini o della politica?



La serata contro l’omofobia svoltasi sabato 21 maggio, ha visto una grande partecipazione di pubblico, oltre che di militanti radicali che hanno voluto manifestare la loro vicinanza alla comunità LGBT, a ventuno anni dalla eliminazione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.

Sono stati esposti manifesti che ritraevano persone dello stesso sesso che si scambiavano un semplice bacio e devo dire che la gente non è apparsa scandalizzata, ma solo incuriosita.

Sono stati distribuiti preservativi e materiale di informazione sessuale ed ai passanti è stato inoltre sottoposto un test, i cui risultati sono di certo interessanti: per l’87% degli interpellati l’omosessualità non è una malattia, mentre il 75,6% degli stessi ha dichiarato di non modificare l’atteggiamento se sa che l’interlocutore è una persona omosessuale. Ma colpisce anche la percentuale del 67% che afferma di non provare fastidio all’idea di vedere due persone dello stesso sesso che si baciano.

L’impressione, anche alla luce di queste risposte, è che l’omofobia sia un problema molto più dei politici – tenutisi a debita distanza dall’iniziativa- che non della gente comune. Da sottolineare, in particolare, come nell’incredibile risposta fornitaci qualche giorno fa dal sindaco (secondo il quale la sessualità sarebbe un fatto da lasciare al privato) si dimentichi che la vita degli omosessuali –come quella di chiunque altro- è fatta di esteriorità e si svolge pertanto anche al di fuori delle mura domestiche.

Il messaggio inaccettabile, in definitiva, parrebbe “puoi essere gay, ma a casa tua e senza farlo vedere”: secondo questa logica, chi non rientra nella cosiddetta “normalità” si vede costretto a vivere nella frustrazione dei propri sentimenti.

La verità è che questa politica è lontana dalla gente e per questo arrossisce di fronte al loro vissuto, come di fronte all’amore di due persone che non siano eterosessuali. Per questo c’è la necessità del riconoscimento dei diritti, a partire da quelli delle coppie di fatto, fino ad oggi palesemente discriminate.

mercoledì 18 maggio 2011

21 maggio, piazza Umberto I, Francavilla, dalle 21 in poi. "Liberi di amare. Per la libertà, per la responsabilità!".

"La battaglia contro l'omofobia e le discriminazioni che ne derivano non deve essere condotta solo ad opera di meritorie avanguardie, ma deve divenire un ben più vasto impegno civile" (Giorgio Napolitano).



Il 17 maggio scorso si è celebrata la giornata internazionale contro l’omofobia nel 21° anniversario della rimozione dell’omosessualità –da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità- dalla lista delle malattie mentali.
Nonostante l'invito rivolto dalla cellula Coscioni di Francavilla, le istituzioni locali -nel silenzio complice e imbarazzato di tutti i partiti- non aderendo alla giornata (come invece hanno fatto tanti Comuni e Provincie italiani di ogni schieramento), hanno dimostrato quanto necessaria sia una lotta in favore della comunità LGBT, una lotta in favore della possibilità di rendere pubblico il proprio orientamento sessuale senza paura di essere oggetto di odiose discriminazioni.

Per questo, SABATO 21 MAGGIO,
dalle 21 a mezzanotte, i radicali e la cellula Coscioni saranno in piazza Umberto I a Francavilla Fontana dove esporranno manifesti che ritraggono persone dello stesso sesso che si scambiano un innocente ed amorevole bacio.
Nell'occasione saranno distribuiti preservativi a tutti coloro i quali si sottoporranno ad un piccolo test.
SARA' PRESENTE CRISTIAN FRISCINA, RAGAZZO OMOSESSUALE DI CELLINO SAN MARCO VITTIMA DEL MANCATO RINNOVO DELLA PATENTE DOPO AVER RESO PUBBLICA LA PROPRIA OMOSESSUALITA'.Mostra altro

martedì 17 maggio 2011

La giornata contro l'omofobia a Francavilla: quando celebrare la fine di una discriminazione fa arrossire.



Oggi 17 maggio, mentre si trova il fiato per festeggiare gli "eventi che contano", la giornata contro l’omofobia trascorrerà senza nessun gesto o segnale, qui a Francavilla. E non per dimenticanza, ma per scelta. Oserei dire, scelta trasversale.

Si sarebbe potuta cogliere l'occasione per scrivere una nuova pagina di civiltà, come quando, sempre su richiesta radicale, il consiglio votò la mozione contro la pena di morte o approvò il registro dei testamenti biologici.

Tuttavia, non riponevo molte speranze in una risposta positiva delle istituzioni locali in ordine all’appello sull’affissione dei manifesti di due omosessuali che si scambiano un gesto di affetto.

Se il Presidente Ferrarese ha scelto un silenzio scontato, il sindaco Della Corte ha invece motivato il “no” dichiarando che la sessualità attiene al privato, dimenticando forse che la vita degli omosessuali (come quella di lesbiche, bisessuali o transgender) è fatta di esteriorità e si svolge pertanto anche al di fuori delle mura domestiche, dove chi non rientra nella cosiddetta “normalità” si vede costretto a vivere nella frustrazione dei propri sentimenti.

Devo dedurre che anche per il sindaco valga il motto “puoi essere gay, ma solo a casa tua e senza darlo a vedere”? Mi auguro di no.

La verità è che si arrossisce di fronte all’amore di due persone che non siano eterosessuali.

Mi chiedo, poi, come possano dirsi di sinistra partiti che non promuovono ma neppure difendono i diritti di persone ghettizzate a causa dell'orientamento sessuale.


A questo punto, anche alla luce del silenzio di tutti i partiti, onoreremo noi, anche se con qualche giorno di ritardo, questo 17 maggio e terremo un sit-in, in piazza Umberto nella serata di sabato 21, in cui esporremo le locandine per manifestare contro l’omofobia e distribuiremo preservativi in nome dell’amore e della responsabilità. Cristian Friscina (l’omosessuale vittima del mancato rinnovo della patente) ha già preannunciato la sua partecipazione. L’invito è esteso a tutta la cittadinanza.

mercoledì 11 maggio 2011

Appello a Ferrarese e a Della Corte (ma anche a tutti i partiti locali di destra e sinistra) per la giornata contro l'omofobia.



Egr. Sig. Presidente della Provincia di Brindisi
Egr. Sig. Sindaco di Francavilla Fontana,

il 17 maggio si celebrerà la giornata internazionale contro l’omofobia. Si tratta del 21° anniversario della rimozione dell’omosessualità –da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità- dalla lista delle malattie mentali.
In occasione di questa giornata, tanti Comuni e Provincie italiani (da Torino a Palermo), di tutti gli schieramenti, stanno promuovendo momenti di riflessione ed azioni per denunciare e lottare contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento sessuale.
A questo scopo, chiedo al Comune di Francavilla Fontana ed alla Provincia di Brindisi di aderire a questa campagna e di predisporre l’affissione di manifesti già realizzati dalle organizzazioni che si battono per la difesa dei diritti delle persone LGBT, in cui campeggia la foto di due persone dello stesso sesso che si scambiano un innocente ed amorevole bacio. Si tratta di un piccolo ma importante e concreto gesto in direzione dell’accettazione di persone che vivono una condizione ancora oggetto di una intolleranza inaccettabile.
Sono certo che non Vi lascerete sfuggire l’occasione per far sentire tutti noi - brindisini e francavillesi- fieri di un importante atto di sensibilità istituzionale.
Vi ringrazio anticipatamente per quanto potrete realizzare.

domenica 8 maggio 2011

QUEGLI OCCHI CHE URLAVANO: la vita e la morte di un uomo e del suo corpo sequestrato.





Maddalena Soro, autrice del libro “Quegli occhi che urlavano”. Un libro toccante che racconta la storia di un uomo, Giovanni Nuvoli, costretto a fare i conti con una malattia gravemente invalidante, la SLA, la malattia che fu di Luca Coscioni.
Quella di Nuvoli, raccontata dalle parole crude e amorevoli della moglie, è una storia con un epilogo terribile:la morte per fame di fronte al diniego della sospensione della ventilazione polmonare.

Ci racconti la storia personale, sua e di suo marito.
Mio marito era una persona sana, non è mai stato malato. Ad un certo punto della sua vita, iniziò ad accusare un po’ di stanchezza. A volte inciampava. Diceva “che strano, sono un po’ distratto!”. Poi invece andammo da uno specialista che ci diede questa “sentenza”: Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Qual è stata la prima reazione alla notizia?
Io pensai “se è laterale amiotrofica significa che investirà solo una parte del corpo”. Lui disse di non fasciarci ancora la testa. Il problema era che non conoscevamo assolutamente questa malattia. Quando i disturbi iniziarono a progredire, ci informammo e capimmo la gravità della situazione.

Ho avuto modo di leggere il libro e devo dire che la storia di suo marito mi ha colpito più di altre vicende maggiormente note. Ciò che mi ha scosso molto è l’idea di un uomo intrappolato nel suo stesso corpo, con un ostruzionismo da parte delle istituzioni e della politica...
…asl, medici, Comune…Io ho sempre lavorato con i disabili, ma non conoscevo assolutamente la SLA.
Vista la scarsa privacy e la mancanza di delicatezza sulle persone da parte del personale, ad un certo punto ci interrogammo sul che fare: impuntarci o lasciar perdere? Col passare del tempo eravamo sempre più in balia di medici e infermieri e mio marito finiva col non contare nulla. Era un numero di letto, loro non vedevano un uomo. Nessuno si curava di come stesse, se avesse freddo o caldo, se avesse bisogno di qualcosa. Nulla! E lui fermo lì a guardare questa gente che gli passava davanti.

Nel libro si parla di questa escalation in cui suo marito chiedeva la fine delle terapie ma nessuno gli credeva, nonostante lo facesse con mezzi sempre più attendibili.
Al presentarsi del suo primo problema respiratorio, fu portato ad Oristano, ormai in coma. Poi si riprese un po’ e disse che non voleva assolutamente essere attaccato alle macchine. Io lo tranquillizzai che tanto non gli avrebbero mai fatto nulla contro la sua volontà. Dopo un paio di giorni era invece attaccato alle macchine. Chiesi ai medici il perché e loro mi dissero che lo avevano fatto in quanto avevano visto che c’era un’insufficienza respiratoria. Sbottai e dissi “E le carte che ha firmato non contano nulla? Ma cosa pensate, che mio marito sia una pallina?!”. Fu una decisione del primario e mi meraviglio di come sia stata consentita impunemente una scelta contro la volontà di Nuvoli.

Cosa feriva suo marito?
L’essere considerato un numero. I medici mi dicevano “Signora, si rassegni. La malattia lo rende egoista, lo lasci perdere”.

Qual è l’aneddoto più spiacevole?
Una volta chiesi al primario di poter portare mio marito a casa, e lui “Signora, noi le daremo un’ora (di assistenza, ndr), però lo smerda lei!”. Gli risposi: “ma quando i suoi bambini erano piccoli, lei diceva a sua moglie di smerdarli?!”. Questa cosa mi ha toccato molto. Ecco, nel libro non c’è una parola in più di ciò che mi è stato detto, piuttosto ce ne sono molte in meno.
Di notte lui spesso mi diceva “ora che non ti vede nessuno, staccami dalle macchine” oppure ”sparami”. Io cercavo di sdrammatizzare, ma lui continuava a parlarmi con quegli occhi da cui cadevano le lacrime a cucchiaiate. Mi diceva “sono stanco, lasciatemi andare”.

E cosa gli procurava sollievo in quel periodo straziante?
Un giorno Nuvoli inviò una lettera ad un giornale e subito dopo gli si presentò il dott. Tommaso Ciacca; allora Nuvoli mi disse “lui sarà il mio grande aiuto, mi aggrapperò a lui finché farà qualcosa come qualcuno ha fatto con Welby”. Giorni prima, invece, ricevetti una telefonata: “Ciao, sono Marco Cappato. Noi vorremmo venire ad ascoltare Nuvoli, per vedere come possiamo aiutarlo”. Cappato non voleva staccarlo dalle macchine, ma solo capire qual era la situazione. Quella sera, diluviava, persi l’ombrello… tornai a casa e comunicai telefonicamente a mio marito la bella notizia. Il giorno dopo lui era felicissimo e mi disse “Tu sei la grande mia signora!”.

Come sa, si discute in questi giorni di una legge sul testamento biologico. Come avrebbe commentato suo marito questa legge, per come è stata formulata oggi?
L’avrebbe pianta. Io credo che andrebbe preparata una legge da gente competente, questa gente non sa neanche cos’è una macchina. Ricordate cosa diceva il Presidente del Consiglio su Eluana? E allora di cosa ci meravigliamo. La vita è fatta di nascita e morte. Nuvoli diceva: “Non vogliono manipolare l’embrione…ma allora perché manipolano me che sono un uomo?!”.

mercoledì 4 maggio 2011

In risposta al comunicato dell'associazione Medici Cattolici di Brindisi (da Senza Colonne del 3-5-2011).








Di seguito, la mia replica al comunicato dei Medici Cattolici di Brindisi sul tema del fine vita.

Pur apprezzando la disponibilità al dialogo, trovo oltremodo discutibile nel merito la nota dei Medici Cattolici i quali hanno tentato in maniera piuttosto smaccata di modificare l’oggetto della discussione, introducendo argomenti fuorvianti.
Non mi sottraggo comunque al dibattito ed anzi ne approfitto per chiedere un confronto pubblico sul tema del fine vita.
Sono scomparse dalla nota idratazione e nutrizione artificiali, oggetto invece in Parlamento di una discussione falsata visto che a livello scientifico non è dibattuto se siano o no trattamenti medici. L’OMS ha risposto positivamente a tale domanda. Tali trattamenti non dovrebbero pertanto poter essere imposti per legge, diversamente da quanto ideologicamente previsto finora dal ddl Calabrò.
Ma nella nota a firma dell’Associazione Medici Cattolici si dichiara che la vita prescinde dal benessere dell’uomo. Non v’è chi non veda in tale affermazione una esasperazione di una visione materialistica, che non si cura minimamente dell’uomo come essere pensante, come soggetto in grado di relazionarsi col mondo e si guarda al dolore come ad un aspetto del tutto secondario: e non è casuale quindi che in un’idea del genere, nella fase di promozione di una legge, la volontà dell’uomo e i suoi desideri passino in secondo piano e soccombano rispetto alla necessità di imporre una concezione di vita di alcuni su tutti gli altri. Al contrario, io non voglio stabilire in cosa consista la vita, se trascorrerla senza possibilità di muoversi, parlare o comunicare sia indegno oppure no, ma vorrei lasciare che ognuno ne attribuisse il significato che ritiene. E solo una visione rispettosa della scelta individuale può essere anche in grado di partorire una legge liberale e laica.
Nella nota, si ridicolizza ancora una volta il principio di autodeterminazione, utilizzando concetti quali “desiderio capriccioso dell’individuo”, dimenticando che stiamo parlando di trattamenti medici delicatissimi, con tutto il carico di dolore che gli stessi si portano dietro.
Si rifiuta l’idea del “diritto alla non cura”, ma ci si dimentica dei casi degli ultimi anni; si dice che “la persona ha la facoltà di sottrarsi alle cure, ma senza pretendere che il medico collabori con lui in questo intento”. L’art. 32 ci consente già oggi, come noto, di non sottoporci ad un trattamento chemioterapico, andando incontro alla morte. E non dovrebbe poi consentirci anche di sospendere una cura intrapresa (così, il dott. Riccio che aiutò Welby sarebbe un assassino e Welby un “bambino capriccioso”?)? E in questo senso perché ciò non dovrebbe valere anche per chi non è in grado di comunicare ed ha lasciato delle direttive scritte?
Come spesso accade, si agita lo spauracchio dell’Olanda quale esempio di Stato che promuove l’eutanasia per i bambini. L’eutanasia sui minori di dodici anni è una pratica eccezionale prevista in caso di estreme sofferenze del bambino, non alleviabili secondo le classiche terapie del dolore, a fronte di una prognosi disperata, e che ovviamente abbisogna del consenso dei genitori. Se si analizzassero poi laicamente i dati sulla legge olandese si scoprirebbe che legalizzare l’eutanasia ha garantito sia un controllo sul fine vita sia un aumento delle cure palliative e quindi una riduzione della sofferenza per tanti malati. In Italia possiamo invece solo tentare delle stime imprecise, come i circa mille casi l’anno di eutanasia clandestina, compiuta cioè fuori da qualunque controllo. Una legge sul fine vita impostata secondo i criteri del ddl Calabrò, come unico risultato, garantirà l’aumento di fenomeni di clandestinità e non la promozione della vita come vorrebbero i sostenitori di questo ddl.
Infine, di quale alleanza terapeutica parliamo? Il medico, si dice, opera solo per il “bene” del paziente, il quale – a ben vedere- non ha più voce in capitolo: cioè, il medico decide cosa è bene per il paziente. Idea, questa, da Stato etico, Stato cioè che si sostituisce al soggetto interessato, sopprimendo la libertà dello stesso. Ma –s’intende- tutto per il “bene del paziente”!

lunedì 25 aprile 2011

HABEMUS PAPAM: UN FILM ANTICLERICALE E RELIGIOSO.



Habemus papam nasce da un’idea assolutamente originale e dirompente e, pur limitandosi solo a qualche battuta sui tanti segreti e privilegi vaticani (“state proprio bene qui, avete tutto…le medicine che a Roma non si trovano…”), è a mio avviso un film fortemente anticlericale, ma più sotto un aspetto umano che non politico, se così si può dire.
Il Papa uomo, che una volta eletto scopre la propria inadeguatezza dinanzi al ruolo al quale viene chiamato, è un inno alla vita, alla fallibilità, alla incapacità di fare fronte ai problemi quotidiani, incapacità che può investire anche un pontefice: una bestemmia, per alcuni! Una splendida “umanizzazione della fede”, per altri.
Quell’uomo improvvisamente decide di uscire dal mondo ovattato che gli si prospetta e di scoprire cosa significhi perdersi nella vie di Roma.
Anche i cardinali riuniti in Vaticano, che non possono avere contatti con l’esterno, sono inizialmente contaminati dall’arrivo di Moretti e dalle sue teorie pericolosamente relativiste, da una lettura innovativa della Bibbia, dal tentativo strenuo del regista di aprire loro la mente (memorabile la scena in cui Nanni Moretti invita i cardinali a non abusare dei farmaci).
Ma quell’opera di apertura mentale, all’improvviso viene ad essere vanificata di fronte al riflesso istintivo di chiusura che in un solo momento li fa tornare indietro, inadatti come sono ad affrontare la vita e la meraviglia dell’imprevedibilità degli eventi.
Ne esce una Chiesa incapace di aprirsi al mondo reale, di svelare i propri segreti e le proprie dinamiche interne, una Chiesa che ha paura del confronto, chiusa a riccio, così malconcia e debole che pretende di aiutare il Papa depresso servendosi di un medico che però dovrà scoprire quali disturbi affliggono il Pontefice senza porre domande scomode sull’infanzia, sui sogni troncati né, tanto meno, sul sesso.

giovedì 21 aprile 2011

Sul divieto di trasmettere musica in occasione del venerdì di Pasqua.









Spiace rilevare come l’ordinanza del sindaco (sul divieto di riprodurre musica nelle ore in cui sfilerà la processione) sia figlia, tanto per iniziare, di una cultura che non si sforza di cercare soluzioni rispettose di tutte le individualità, anche di chi non è coinvolto dalla fede.



Nulla di nuovo, per carità: come ogni anno e come sempre, la gara nella politica di Francavilla è tra chi meglio manifesta ed ostenta in forma pubblica la vicinanza al clero.
Premetto che non condivido l’idea per la quale l’unica speranza di promozione del territorio debba passare necessariamente attraverso il turismo religioso.
Ma venendo al caso specifico, ritengo che sarebbe bastato prevedere un percorso alternativo per lo svolgimento della processione oppure semplicemente non attraversare la piazza, cuore pulsante del divertimento cittadino, per non costringere, da un lato, i commercianti a ridimensionare la capacità attrattiva dei loro bar e, dall’altro, chi non è interessato, ad assistere alla processione.
La verità è che se si fosse adottata una misura di tal fatta si sarebbero ridotte le potenzialità dell’annuale, impareggiabile vetrina per i politici, sempre più credenti in qualcosa di molto poco spirituale ed intimo, i quali come sempre sfileranno per esibire e sbandierare la loro “devozione”, che in settimana Santa è noto essere molto spiccata.
Non vorremo mica che qualcuno non si accorga della loro presenza in coda alla processione?
Un solo favore: quando venerdì li vedrete sfilare, ricordate di non votarli più.







mercoledì 13 aprile 2011

Quale futuro per le opposizioni a Francavilla.

Nell’incontro tenutosi martedì sera presso la sede PD, alcuni partiti di opposizione si sono rivisti dopo mesi e mesi di guerra. Si è parlato di temi svariati, che andavano dal locale al nazionale. La sensazione che ho avuto personalmente è stata per alcuni versi incoraggiante, se prendiamo gli interventi di molti dirigenti del PD ma anche altri dirigenti politici fino a pochi giorni fa inavvicinabili; tuttavia restano ancora da chiarire diversi punti. In particolare, penso che alcune questioni poste siano fuorvianti: si parla ancora, per esempio, di unità come bene comune. Ritengo che l’unità sia utile ed abbia un senso se si realizza tra chi vuole dire le stesse cose, non se significa incerottarsi la bocca per evitare che vengano fuori analisi che non si condividono. Ma soprattutto, ci si è soffermati sul “centrosinistra” come casa di tutte le opposizioni. Si ripartiva dalla allucinante divisione del 2009 tra PD, da un lato, e sinistra estrema dall’altro, che ha portato le opposizioni storiche in consiglio ad essere rappresentate complessivamente da 4 consiglieri. Record negativo. Ebbene, l’aver rispolverato questo termine ieri è stato interpretato capziosamente da alcuni come un passo indietro, un modo per ammettere di avere sbagliato, in quel famigerato 2009. Stendo un velo pietoso su questo punto e vado oltre. Personalmente trovo che il centrosinistra-tanto più a livello comunale- non sia la mia casa: cosa significhi tale dicitura è veramente un mistero. Se intendiamo per centrosinistra un grande ammasso cattocomunista o magari quello dei difensori della Costituzione (quella in realtà violata da 60 anni), la cosa non mi riguarda. Se intendiamo tutti quelli contrari a Berlusca (ché lui è il nostro collante) o chi per lui, tanto meno. Penso che invece bisognerebbe partire dalle battaglie concrete, dagli obiettivi che ci si vorrà o potrà dare come vero unico collante di un gruppo di soggetti e partiti che vogliono aprire una strada comune. E, aggiungo, quegli obiettivi dovranno essere elemento di attrazione per chi ancora è fuori anche solo da incontri informali come quello di ieri e magari troverà convincente l’opzione formulata, anche se fino ad oggi è stato dall’altra parte. Il punto è questo: ieri non si è parlato di quanto dovrà essere estesa la coalizione, ma il dilemma prima o poi andrà affrontato e dovrà essere risolto solo in un modo: il pragmatismo laico rappresentato da un comune programma che possa servire da forza per la nascita di una nuova città. Dunque, partire non dal concetto di “allargamento”, ma dalla creazione di una coalizione attraverso l’individuazione di un metodo: analisi del sangue o condivisione dei progetti? Per quanto mi riguarda, dagli obiettivi, non da blocchi predefiniti, vetusti, superati, inutili e sui quali -se si dovesse insistere- andremo a sbattere per l’ennesima volta.

lunedì 11 aprile 2011

Senza informazione, il voto è strumento di ricatto della politica.

Nei giorni scorsi è stato diffuso su iniziativa radicale su internet un piccolo test al quale hanno partecipato 75 persone di Francavilla. L’obiettivo era quello di dimostrare quanto scarsa sia la conoscenza di ciò che avviene nelle stanze del Palazzo e come su questo incida negativamente la mancanza di uno stimolo da parte delle stesse istituzioni.

Anche a giudicare dai risultati, sembra proprio che i cittadini non sappiano nulla in quanto non sono sollecitati. Il 77,4% ha innanzitutto fornito una risposta errata sul nome del sito istituzionale di Francavilla. Tale dato preoccupa se si immagina quali risultati verrebbero fuori se il test venisse sottoposto a chi normalmente non utilizza internet.

Alla domanda “visiti mai il sito”, il 61,3% ha risposto “mai” e il 22,7% “raramente”. La restante percentuale è equamente distribuita tra periodicamente e qualche volta (entrambe 8%).


Peggio è andata per quanto riguarda la conoscenza dell’attività politica attraverso la tv: l’89,4% alla domanda “Quale emittente televisiva trasmette le sedute dei consigli comunali?”, ha risposto in maniera errata.


Alla domanda “vedi mai le sedute del consiglio comunale in TV?”, il 62,7% ha risposto di non sapere quando vengono trasmesse, il 28% di non essere interessato a seguirle e solo il 9,3% dice invece di seguirle con assiduità.

Infine, alla domanda “Ti piacerebbe se il Comune trasmettesse le sedute in diretta su internet?”, il 58,6% ha risposto “sì, ma nel frattempo potrebbe comunque consentire la ripresa e la diffusione parziale delle immagini anche a chi ne fa apposita richiesta”, mentre il 32% “sì, ma solo se integralmente”.


Ricordo che, oltre un anno fa, l’allora presidente del consiglio comunale, dopo aver ricevuto relativa richiesta, dapprima autorizzò il sottoscritto ad effettuare le riprese e successivamente revocò quell’autorizzazione, dopo che era stata diffusa online la ripresa di una lite tra un assessore ed un consigliere di opposizione. Oggi si chiede -in primis al Sindaco ed all’assessore alla cittadinanza attiva- di leggere attentamente i risultati di questo test e di valutarli con coscienza.

Quello della mancanza di conoscenza delle attività che si svolgono in consiglio è un ritardo ormai clamoroso, patologico, indice dell’arretratezza di un ente che non riesce ad armare i cittadini di informazione e di potere decisionale, nonostante gli importanti atti votati in consiglio su nostra pressione e rimasti lettera morta(anagrafe degli eletti, 1 febbraio 2010, e odg sulla trasparenza, agosto 2010).

All’inizio di questa consiliatura ci eravamo prefissati, come massimo obiettivo radicale, di rendere il Comune una casa di vetro; anche alla luce di questi risultati, risulta sempre più questo il primo muro da abbattere. Dal canto loro, le opposizioni si impossessino di questa battaglia, cavalcandola come collante su cui ritrovarsi: se non si coglie che solo attraverso una grande opera di verità si potrà ottenere che il voto divenga strumento di forza dei cittadini (e non di ricatto dei politici), non ci si potrà lamentare se alle prossime elezioni non si darà prova di voler cambiare.

Sotto, in dettaglio i risultati del test.




1) Come si chiama il sito internet del Comune di Francavilla?


Risposta esatta 22,6%


risposta sbagliata 77,4%




2) Lo visiti mai?


Mai 61,3% raramente 22,7% qualche volta 8% periodicamente 8%




3) Quale emittente televisiva trasmette le sedute dei consigli comunali?


Risposta sbagliata 89,4% risposta esatta 11,6%


4) Vedi mai le sedute del consiglio comunale in TV?


sempre 9,3% vorrei, ma non so quando vengono trasmesse 62,7% non mi interessano 28%


5) Ti piacerebbe se il Comune trasmettesse le sedute in diretta su internet?


sì, ma nel frattempo potrebbe comunque consentire la ripresa e la diffusione parziale delle immagini anche a chi ne fa apposita richiesta 58,6%


sì ma solo se integralmente 32%


non è opportuno far sapere cosa succede durante le sedute del consiglio 1,3%


non mi interessa 4%


non so 4%

mercoledì 30 marzo 2011

Le droghe leggere nella vita di molti francavillesi, con "discrezione".

Nella lotta per l’affermazione di un nuovo approccio alla politica sulle droghe a livello locale, l’associazione Coscioni ha lanciato un piccolo test virtuale sulle droghe leggere al fine di dimostrare quanto sia diffuso e comunemente “accettato” l’uso delle stesse.


Un campione di 100 intervistati (pur nella sua dimensione estremamente contenuta) ha comunque fornito alcuni spunti di sicuro interesse. Anzitutto si tenga presente che la fascia coinvolta andava dai 15 fino ai 54 anni, con una alta percentuale di persone di Francavilla tra i 19 e i 34 anni.

Netta è la prevalenza di universitari in fase avanzata o di persone già entrate nel mondo lavorativo: dunque, soggetti la cui vita è assolutamente stabilizzata. Visti i numeri e l'evoluzione che negli anni assume il consumo, appare come del tutto inverosimile la lettura di chi ritiene che l'utilizzo di droghe leggere sia da collegarsi necessariamente ad una mancanza affettiva od a problemi di carattere familiare e/o esistenziale in genere: esso sembra piuttosto da inserire in un percorso di sperimentazione (mosso da pura curiosità) che un numero enorme di persone sceglie di vivere e che poi abbandona crescendo, senza alcuna conseguenza rilevante.


Mai usata marijuana o hashish? Il 76% ha anzitutto dichiarato di aver fatto uso almeno una volta nella vita di droghe leggere.


Quando, la prima volta? Quasi tre su quattro (74%) hanno usato marijuana per la prima volta tra 14 e 18 anni: a riprova del fatto che è quella la fascia d’età nella quale si vuole “scoprire”, in cui cioè il soggetto sperimenta l’uso che poi col tempo sembra, anche alla luce di questo test, scomparire del tutto o quanto meno affievolirsi in maniera consistente.


Hai continuato a usarne? Circa un terzo, infatti, dichiara di non aver ripetuto l’esperienza, dopo aver provato. Ciò dimostra che il rischio di dipendenza è estremamente basso.


Con quale frequenza? Del 66% che hanno continuato (66 persone), poco più di un decimo ne fa un uso continuativo (tutti i giorni): appena 7 persone. Il 55% dice di farne uso in occasioni particolari o comunque sporadicamente: tale dato appare di estremo interesse in quanto evidenzia il rapporto estremamente “normalizzato” e naturale che gli intervistati hanno dimostrato di avere (avuto) con la sostanza; si tratta di un rapporto con le droghe leggere evidentemente improntato all’autocontrollo.


Che sensazione hai provato? Una percentuale estremamente bassa (3.9%) dichiara di aver provato una sensazione sgradevole, mentre la restante parte dice di aver provato una sensazione piacevole (74%) o addirittura non aver “sentito” nulla (22,1%).


Ti sei mai ubriacato? L’85% degli intervistati dice di essersi ubriacato almeno una volta.


Hai mai assunto altre sostanze illegali? A proposito di altre droghe, solo il 22% dice di aver utilizzato droghe pesanti.


A quale sostanza è legata l’esperienza più negativa? Emblematico infine come a proposito dell’esperienza più negativa il 67,9% indichi l’alcol: il dato è significativo se, escludendo le droghe pesanti meno diffuse, consideriamo che alcol e marijuana sono state assunte rispettivamente da 85 e 74% degli intervistati e che quindi presumibilmente la percentuale del 4,9% di quelli che hanno indicato la marijuana (come sostanza a cui è legata l’esperienza più negativa) è comunque da considerare molto bassa. Importante, al contrario, la percentuale del 16,04% che corrisponde a coloro che dichiarano di aver vissuto l’esperienza più traumatica mischiando più sostanze.

giovedì 3 marzo 2011

Sabato 5 marzo, ore 17 (c/o laboratorio urbano, via Zullino- FRANCAVILLA FONTANA): congresso Coscioni.


"SONO UN MALATO DI SCLEROSI MULTIPLA, NON UNO SPACCIATORE!".
Andrea Trisciuoglio


Dal corpo dei malati al cuore della politica
...
Droga e marijuana terapeutica – fine vita - informazione sessuale
Disabilità e vita indipendente – laicità

Dopo il registro dei testamenti biologici, l’associazione Coscioni lancia le nuove scommesse liberali per la città di Francavilla.


Intervengono

Sergio Tatarano - Presidente della cellula
(Relazione sull’attività della cellula nel 2010 e presentazione del progetto di riduzione del danno sulla droga)


Andrea Trisciuoglio - consigliere generale associazione Coscioni
(Relazione sulla cannabis terapeutica)

Prof. Nicola Pantaleo - docente universitario
(Relazione sulla laicità nel mondo scolastico)

dott. Dino Argentiero - responsabile ANT Brindisi
(Relazione sulle cure palliative)


Partecipano, tra gli altri:

arch. Roberta Lopalco (assessore cittadinanza attiva e urbanistica)
ing. Mimmo Ammaturo (assessore ai lavori pubblici)
Amalia Ayroldi (presidente onorario Cellula Coscioni)
Giuseppe Simone (segretario associazione radicale "Bruno Leoni")
dott. Francesco D’Alema (Presidente Consiglio comunale Francavilla)
arch. Giuseppe Capobianco (consigliere comunale FLI)
avv. Marcello Cafueri (segretario cittadino PD)
dott.ssa Valentina Paciullo (membro assemblea nazionale PD)
Emanuele Modugno (segretario cittadino PrC)

A seguire, i lavori per l’approvazione delle mozioni e la elezione delle cariche statutarie.

martedì 22 febbraio 2011

Appuntamenti con Mina Welby.


Appuntamenti per il 23 e 24 febbraio 2011.




Mercoledì 23 febbraio ore 18,30 , San Vito (Aula consiliare)


REGISTRO COMUNALE DEI TESTAMENTI BIOLOGICI A SAN VITO (BR)


Gianvito Galasso (segretario cittadino Giovani Democratici)

dott. Pino Masiello (consigliere comunale PD)

avv. Sergio Tatarano (Presidente cellula Coscioni Francavilla Fontana)

MINA WELBY



Giovedì 24 febbraio, ore 11, Auditorium della Scuola Media S. Francesco


DIBATTITO SUL FINE VITA

nella settimana dello studente dell'Istituto Tecnico Industriale "Calò"




Introduce

Sergio Tatarano (Presidente cellula Coscioni Francavilla Fontana)


interviene:
MINA WELBY





Giovedì 24 febbraio, ore 17, dibattito organizzato dagli studenti del Liceo Classico "V. Lilla", presso l'Aula Magna dell'Istituto.



DIBATTITO SUL FINE VITA

Introduce

Sergio Tatarano (Presidente cellula Coscioni Francavilla Fontana)


interviene

MINA WELBY.

mercoledì 16 febbraio 2011

Sulla assenza della politica alla conferenza stampa di lancio dello spot sull'eutanasia.





Non stupisce per nulla l’assenza trasversale di esponenti politici alla nostra conferenza stampa di lancio dello spot sull’eutanasia.
Non stupisce soprattutto che, a parte qualche eccezione, la sinistra ufficiale, a cominciare da quella vendoliana, snobbi sistematicamente le battaglie propositive e “piccolo-borghesi” dei radicali (come fu per aborto e divorzio, salvo poi scoprirle e farle sue con anni o decenni di ritardo) e preferisca dedicare tutti i propri sforzi a lanciare urla demagogiche antiberlusconiane. E non deve neppure stupire se, sempre trattati come appestati, siamo poi quelli che da liberali ci rivolgiamo a tutti, dialoghiamo con chiunque, anche con chi loro considerano “diavolo”.
Persino sul registro dei testamenti biologici approvato un anno fa a Francavilla va ricostruita la realtà, visto che questo traguardo è stato raggiunto grazie soprattutto all’impegno diretto del Sindaco (che portò la proposta in consiglio) e al voto favorevole di 11 consiglieri di centrodestra, con un contributo di appena due voti racimolati da quello che una volta si chiamava centrosinistra e oggi non ha neanche più un nome.

Presentato a Francavilla lo spot sull'eutanasia. Ecco le reazioni.

lunedì 14 febbraio 2011

Spot sull'eutanasia diffuso in Puglia grazie alla cellula di Francavilla.

Da lunedì 14 a mercoledì 16 febbraio in onda lo spot sull'eutanasia anche in Puglia.
Queste le fasce di programmazione:

Su Tele Rama
8,55 - 13 - 19,55 - 21,25

Su Quarto Canale Radio
08.37 - 10.37 - 12.57 - 13.37 - 14.57 - 15.57 - 17.37 - 18.57 - 20.37 - 21.57

Presto anche su TRCB.

Qui sotto lo spot:

http://www.lucacoscioni.it/in-rete-lo-spot-pro-eutanasia-che-sar-trasmesso-da-telelombardia-partita-la-raccolt

martedì 25 gennaio 2011

Appello per un sit-in su trasparenza e democrazia: per il rispetto della parola e della legalità. Chi ci sta davvero?


Alle segreterie dei partiti politici di Francavilla

Al comitato per la legalità

A tutti i cittadini



Tra pochi giorni ricorre l’anniversario dell’approvazione, da parte del consiglio comunale di Francavilla, della mozione sull’anagrafe degli eletti (precondizione per il passaggio ad un sistema fondato sulla trasparenza e il buon funzionamento dell’amministrazione).

Ad agosto, poi, è stato approvato un odg che, oltre a richiamare la mozione sull’anagrafe, prevedeva una serie di importantissimi passaggi (da referendum e petizioni alla pubblicizzazione dello statuto fino alla diffusione on-line delle sedute del consiglio), necessari per giungere ad una riforma radicale delle istituzioni e per ottenere quella consapevolezza dei cittadini che oggi non esiste e che soccombe rispetto ad una delega in bianco alla politica.

Come ho avuto modo di ricordare decine di volte, quegli importanti passaggi sono stati mortificati dalla inconcludenza della nostra amministrazione.

In ragione di tutto questo, chiedo a tutti i cittadini, a partiti e associazioni, al neonato comitato per la legalità ed a coloro che hanno a cuore la rinascita democratica della città (rinascita che non può non partire dal rispetto delle regole), l’adesione ad un sit-in da tenersi davanti al Comune in occasione della prossima seduta di consiglio comunale, per chiedere alla giunta il rispetto degli impegni assunti.

Se la parola data precipita nel dimenticatoio, essa trascinerà con sé ogni speranza di rinascita civica, ogni barlume di riscossa democratica, finendo per esasperare in maniera irrecuperabile la distanza tra cittadini e politica.

Sta a noi, a tutti coloro che dichiarano di essere alternativi al regime, a chi si professa opposizione ma anche, più in generale, a chi –pure dalla maggioranza - lotta con coscienza per il bene della collettività, ricordare che solo se trionfa la verità nell’operato dei politici, solo se la “parola data” viene considerata legge da chi la pronuncia, si potrà realizzare un rilancio serio della politica.

sabato 15 gennaio 2011

Elementi per un dibattito politico a Francavilla.



Ad un anno e mezzo dall’insediamento dell’amministrazione Della Corte, è opportuno spendere qualche parola per valutare il lavoro dell’opposizione.
Dico subito che la situazione è straordinariamente grave. Non solo e non tanto per i numeri della minoranza, quanto per la indisponibilità dei partiti che ne fanno parte ad un confronto strategico.
A Francavilla -come in tutta Italia, peraltro- gli scenari, le alleanze, non sono determinati dalla “politica”, dalla volontà di perseguire un progetto comune; è piuttosto il caso a generare i rapporti tra le forze in campo. In tutto questo la politica è assente.
Se si riflette un attimo, ci si rende conto di come gli unici momenti di discussione o dibattito interni siano stati provocati da iniziative radicali volte a creare coinvolgimento su temi specifici.
Basti ricordare due circostanze: la prima, una conferenza stampa e la convocazione di un successivo consiglio comunale sulla trasparenza, su cui si sono ritrovate forze eterogenee come, oltre a noi radicali, il PD, l’IdV e l’UDC, ed altre si sono staccate rivendicando spudoratamente di avere a cuore l’analisi del sangue del compagno di strada, non l’interesse dei cittadini.
La seconda è stata suscitata dalla lettera da me inviata alla segreteria PD (lasciata purtroppo cadere nel vuoto) con la quale ho chiesto a quel partito di farsi promotore di un confronto tra tutte le forze disponibili, soprattutto per interrogarsi metodologicamente su come fare opposizione.

Da forza radicale, noi abbiamo storicamente previsto e governato i fenomeni non solo come minoranza nelle istituzioni, ma persino dal di fuori, sfruttando il contributo di chiunque abbia deciso di percorrere anche un brevissimo tratto di strada con noi. Ed anche a Francavilla, con pochissimi mezzi, qualche risultato importante lo abbiamo ottenuto (testamento biologico, anagrafe degli eletti, politiche per i disabili, per citare alcune vittorie), spesso con l’impegno in prima persona del sindaco e spessissimo proprio con la noncuranza o persino la contrarietà di una parte della minoranza. Peraltro, se solo prendiamo ad esempio la promozione di strumenti non ancora regolamentati come referendum e petizioni -da noi sostenuti quale elemento di discontinuità politica- notiamo come rispetto a tale obiettivo sia mancato l’interesse delle forze di minoranza, che dovrebbero naturalmente battersi in quella direzione e che invece non ne colgono la forza dirompente.

L’azione radicale, caratterizzata dall’organicità di un progetto fondato su tre-quattro tormentoni riconoscibili (e che si è tentato invano di rendere patrimonio di un’intera coalizione), si è scontrata finora con due fazioni: una integralista, del tutto indisponibile anche soltanto a parlare con chi non ha sangue blu; un’altra invece evidentemente interessata -soltanto a ridosso delle elezioni- alla fredda sommatoria di sigle pur di trasformarsi in maggioranza.

Sembra soccombere tra i partiti una “terza via”, liberale, per la quale si dovrebbe intraprendere laicamente (cioè senza pregiudizi) un cammino per verificare chi è disponibile ad una collaborazione pragmatica. Solo il ritrovarsi su obiettivi limpidi può essere il criterio vincente.

Le forze attualmente all’opposizione devono pertanto chiarire se ritengono di voler incidere da quella postazione e devono dire esplicitamente come pensano di diventare maggioranza. La strada è lunga, ma l’importante è camminare, anche lentamente, purché nella direzione giusta.

martedì 11 gennaio 2011

A proposito della fiaccolata del 7 gennaio.


Pur avendo dato il mio piccolo sostegno, non ero presente a Francavilla nei giorni della fiaccolata ma ho letto nei commenti su internet un vero disincanto rispetto alla partecipazione (scarsa) dei cittadini: mi preme invitare ad una maggiore fiducia e sottolineare che ogni percorso è tale in quanto ha l’obiettivo di aggregare e di raccogliere “per strada”.

Non ci si può porre dinanzi ad una circostanza del genere dividendo la cittadinanza, così come vedo fare, tra buoni – solo perché si è partecipato ad una fiaccolata- e cattivi. Sarebbe un atto superficiale ed ingenuo.

Quello per la legalità è un percorso lungo, che richiede a tutti di cambiare il proprio modo di operare nel quotidiano.

Il rischio era ed è che basti esibirsi in manifestazioni pubbliche per aggiudicarsi la patente di “antimafiosi”, operando poi nei fatti in senso diametralmente opposto.

In questa ottica, ho apprezzato il fatto che gli organizzatori abbiano preteso che il Sindaco assumesse degli impegni concreti (la creazione dell’osservatorio sulla legalità) pubblicamente: in tal modo ci si è dotati di uno strumento efficace per richiamare in futuro il Sindaco alle proprie responsabilità.

Da parte mia, al primo cittadino continuo a chiedere di portare a termine ciò che ha promesso sulla trasparenza: mi pare si continui diffusamente a trascurare l’impatto che tale pacchetto di riforme avrebbe anche e soprattutto rispetto all'obiettivo "legalità".

sabato 1 gennaio 2011

Sergio Tatarano intervista Mina Welby.


"La polpa verrà offerta come regalo di Natale ai sostenitori della intangibilità della vita, agli Italiani rimarranno le penne e la discriminazione: chi potrà andrà in Svizzera o nelle cliniche compiacenti dove il vil metallo li sottrarrà all’inutilità di agonie colpevolmente protratte…chi non potrà si consolerà con…le penne del Tacchino”.

Parlava così, Piergiorgio Welby, delle prospettive di una legge sul testamento biologico. Era il 27.12.2003 e questo era il linguaggio crudo di un uomo simbolo di una lotta, quella per la morte non dignitosa (“dignitosa dovrebbe essere la vita…Definire la morte per eutanasia “dignitosa” è un modo di negare la tragicità del morire”) ma semplicemente opportuna (“Opportuno è ciò che spinge verso il porto”). Piergiorgio se ne andò quattro anni fa. Molte cose sembrano rimaste intatte. In particolare, una legge sul testamento biologico ancora non c’è, nonostante il sacrificio di quell’uomo e di altri come Beppino ed Eluana Englaro, nonostante le morti silenziose e silenziate che non saranno mai conosciute. Eppure la consapevolezza è un’altra nel Paese.
Mina, la moglie di Piergiorgio, è la personificazione della lotta per il riconoscimento legale delle disposizioni di fine vita, ma è anche la protagonista di una delle più belle storie d’amore che hanno commosso tanti Italiani. Oggi Mina –autrice di recente insieme a Pino Giannini del libro “L’ultimo gesto d’amore” (Edizioni Noubs) - va in giro per l’Italia a proseguire la battaglia del marito, anche attraverso la promozione dei registri comunali dei testamenti biologici (in Puglia, Francavilla Fontana è stata la prima ad istituirne uno), ultima arma rimasta in difesa del diritto all’autodeterminazione, attraverso il quale si può dare un senso ad una esistenza lasciando le proprie disposizioni finali.



Prova a chiudere gli occhi e pensa a quattro anni fa. Cosa ti viene in mente se ricordi quei giorni terribili?



Ho il desiderio che la battaglia che Piero mi fece attivamente iniziare lì accanto al suo letto dicendomi: “Sei un soldatino. Il Calibano deve andare avanti.”, possa essere vinta presto. Mi ripagherebbe di tutto il dolore. Purtroppo non sarà così e mi dovrò accontentare di lasciare a mia volta un Testamento che continui a impegnare i più sensibili.



Cosa provavi quando tuo marito ti faceva capire che voleva andarsene? Vi scontravate mai su questo?



La sua sorte che sarebbe morto prima di me, me la rammentava fin dai primi tempi in cui lo conobbi. Il suo modo di vivere, come se non fosse malato, mi cullava nella sicurezza che la sua fine non potesse essere imminente. Capii che stava male, ma credevo di poter ancora aiutarlo, infatti cercai di convincerlo a sottoporsi a visite specialistiche. Era troppo beninformato sulla sua patologia e rifiutò. A quel punto provai con le cattive e gli gridai in faccia che era un egoista e che il divorzio non glielo davo. Piero aveva sempre avuto grande controllo delle situazioni e seppe gestire anche la mia aggressione e con pazienza e affetto mi fece capire che non era lui che voleva andarsene, ma che la sua malattia chiedeva il suo prezzo.



La parola "morte" evoca un concetto negativo, triste, malinconico. Personalmente non riesco invece ad immaginare quella di Piergiorgio come una morte vera e propria, ma piuttosto come un momento di liberazione, di sollievo, amaro quanto si vuole, specie per chi gli ha voluto bene, ma comunque un viaggio consapevole e voluto dall'interessato.
Dopo, hai mai pensato di aver commesso un errore? Ti sei mai pentita?



Quello che dici della sua morte è esattamente quello che ho percepito già dal momento, quando non sentii più battere il suo polso. Fu veramente un addormentarsi per risvegliarsi, ristorato, in un nuovo mattino.
Non mi sono mai pentita di nulla e rifarei tutto esattamente come ho fatto.


Rispetto a quando Piergiorgio era vivo, l'Italia ha camminato o è rimasta ferma? Non ritieni che probabilmente da un lato il Paese sia più consapevole e dall'altro la politica abbia invece regredito? Sembra un paradosso, ma probabilmente non lo è, forse è solo l'ennesima dimostrazione di un Paese sempre più lontano dalla politica.

Quando Piergiorgio aprì il forum “eutanasia” sul sito www.radicali.it, il 1°maggio 2002, tentò in qualche modo di innescare una pubblica discussione tra cittadini. Era un piccolo gruppo di persone che ne parlava e dibatteva. La politica a quei tempi fu silente, almeno pubblicamente. Quando si dibatteva in parlamento, raramente, questi temi si spostavano in secondo piano, quasi fossero non necessari o non interessassero la cittadinanza. Sulla stampa fugacemente apparivano dei casi di scelte di fine vita, Forzatti, Vincent Humbert, Diane Pretty, sentenze giudiziarie negative per Eluana Englaro ecc. ma non c’era dibattito tra i cittadini.
Oggi nella politica si sono formate delle fazioni opposte che spesso si attaccano e prendono posizioni scoordinate e faziose. I cittadini si dimostrano interessati e, se non informati, in ricerca di sapere. Nel 2007, inizialmente, vi furono voci che dissero che i cittadini volevano discutere di altro, che questi non erano problemi che interessavano. La vicenda di Eluana poi (in cui anche i cittadini furono spinti a posizioni chiare) fece riaccendere ancora più forte la discussione. Paradossalmente è ora proprio la politica ad accendere discussioni e contrapposizioni fra gruppi e categorie. È la ricerca strumentale per ottenere credito per le prossime discussioni del DDL Calabrò in Camera dei Deputati. Le deposizioni di DAT (Disposizioni Anticipate sui Trattamenti sanitari) all’anagrafe di alcuni comuni o presso associazioni, Chiese Valdesi e notai, sono una spina nell’occhio del Governo. Sente forse minacciato il suo potere sulle libere scelte dei cittadini? Infatti il comunicato dei Ministri Sacconi (Lavoro e Affari Sociali), Fazio (Salute) e Maroni (Interni), inviato ai Comuni che hanno istituito dei registri per le DAT, ha sortito l’effetto contrario di quello voluto: sono nuovi comuni che istituiscono dei registri e i cittadini continuano a depositare, convinti, le loro volontà di scelta.
I cittadini, nonostante la crisi generale, o forse proprio per questa, vogliono salvare almeno i valori alti della loro libertà, i diritti di espressione in responsabilità e libertà di coscienza.



Qual è il "testamento" che Piergiorgio ha lasciato a tutti noi e che in primis tu hai voluto raccogliere? Come pensi che sarebbe felice di essere ricordato?



Inizialmente non fui nemmeno consapevole della portata e del peso che avrebbe lasciato in eredità non solo a me, ma ai Radicali, a tutti coloro che ora si sentono responsabilizzati dal suo messaggio: lavorare per leggi giuste di cui possano servirsi tutti i cittadini per le loro scelte del vivere e del morire. Inerente a queste leggi per DAT e EUTANASIA ci sono una infinità di temi che in futuro daranno filo da torcere.