giovedì 31 gennaio 2008

Chiacchierata su TRCB.


Venerdì 1 febbraio, alle ore 15 (in replica domenica 3 alle 23 circa), andrà in onda una trasmissione condotta da Filippo Melillo.

Ospite in studio, Sergio Tatarano. Si parla di anticoncezionali, diritti civili, associazione Coscioni e della situazione politico-culturale a Francavilla Fontana.

mercoledì 30 gennaio 2008

Dal Vangelo secondo Luca.


VI Congresso nazionale dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica in programma dal 15 al 17 febbraio a Salerno.
Le parole di Luca Coscioni.
http://www.lucacoscioni.it/vi_congresso_associazione_coscioni_salerno_15_17_gennaio_2008

martedì 29 gennaio 2008

Lui è peggio di me.


Dopo la danza scaramantica della destra, il governo è “finalmente” caduto, sotto i colpi di marce su Roma, anni '20, minacciate e di snervanti aut-aut dei vari Mastella e Di Pietro, “pronti” ad andarsene ogni giorno, costantemente, per due anni. Non sappiamo quale maggioranza liberale Berlusconi potrà mai esprimere. Anzi sì: nessuna. D’altronde però confidiamo nella sinistra, che fino ad ora è stata la migliore alleata del Cavaliere, lo ha nutrito di veterocomunismo, di pochezze programmatiche e di inciuci sul sistema elettorale.
Si prevedono scenari bui, con l’abbandono ormai totale di ogni tentativo di riforma, anche solo teorica. Veltroni assicura che alle prossime elezioni il Pd andrà da solo e si presenterà con un programma condiviso. A noi Italiani basterebbe che il Pd si presentasse con un programma, anche non condiviso, visto che non ne abbiamo visto neppure l'ombra, fino ad ora (le mie critiche al Pd non erano proprio campate in aria). Basterebbe che il grande stratega avesse una qualche idea e la esplicitasse, senza paura di far storcere il naso a qualcuno (perché quando si fa politica prestando attenzione a non scontentare nessuno in realtà si scontentano tutti). Proprio lui che non ha espresso idea alcuna in tutta la campagna delle primarie. Ma ci si rende conto di quanto siamo lontani da quelle primarie americane, in cui ogni giorno va in testa un concorrente diverso?! E in Italia, dove ad ottobre il secondo candidato non poteva prendere nemmeno il 20%, oggi ci si prepara alle primarie locali vietando, a chi non lo ha fatto in precedenza, di votare per le elezioni dei coordinatori provinciali e comunali. Si dà l'illusione di far decidere avendo già spezzettato. Tutto deve combaciare, le fette devono essere ben disposte e distribuite. Primarie aperte, le hanno chiamate. Sarà.
Intanto il censurato Ratzinger interviene per ricordare che la proprietà non è un diritto assoluto. Se lo dice lui…

venerdì 25 gennaio 2008

INFORMARE non è EDUCARE.


Su “Il gallo” di questa settimana viene presa in esame la mia proposta di installare distributori di preservativi all’interno delle scuole superiori.
La giornalista effettua poi, con lodevole sforzo, un’intervista ai vari presidi, i quali dicono la loro sull’argomento.
Parto da un dato: mi spiace che possa destare scandalo una simile richiesta, fatto del tutto normale in altre zone non solo del mondo ma anche d’Italia (si veda il “Vittorio Veneto” di Milano, tanto per fare un esempio).
Mi permetto di sostenere che la risposta dei presidi francavillesi parte da un concetto di fondo errato: viene, a più riprese, utilizzata l’espressione “educazione” sessuale, come se la scuola fosse appunto il luogo nel quale i ragazzi devono imparare quando, come e dove sia giusto od opportuno fare sesso ( a detta di chi? Dei docenti? Dei presidi?). Non ho, volutamente, mai parlato di educazione, ma soltanto di “informazione” sessuale, di mettere cioè gli studenti nelle condizioni di conoscere quali siano gli strumenti utili ad evitare la diffusione delle malattie così come le gravidanze indesiderate. Rispetto a questo problema non è corretto dire ai ragazzi “arrangiatevi!” oppure rimanere in silenzio nella speranza(?) che si rinvii il più possibile il momento dell’approccio col sesso, ma è invece necessario dotare gli stessi studenti di conoscenza: esattamente ciò che la scuola dovrebbe ma stenta a fare, su questo come su altri argomenti, rispetto ai quali vi è la più profonda allergia. Vi è il rifiuto a informare laicamente e la propensione, appunto, ad educare, se è vero come è vero che anche sul problema droga, da me sollevato alcune settimane fa, nessun capo d’istituto ha mosso dito per apprendere e diffondere i dati di una realtà ancora una volta da clandestinizzare e sulla quale si usa soltanto esprimere giudizi paternalistici.
Allora, l’unica cosa certa è che l’immobilismo, purtroppo, non aiuterà nessuno. Nel frattempo, cosa pensano i politici locali che hanno una parola da spendere su ogni argomento e che su questo sono stati finora muti?

mercoledì 23 gennaio 2008

SCANDALIZZATEVI!!


Il grande problema italiano relativamente alla questione religiosa è che ormai siamo sotto dittatura: ne è prova il fatto che non siamo più capaci di scandalizzarci. Non ci scandalizza che la Chiesa abbia più spazio di Napolitano e Prodi nei tg nazionali( http://www.radicali.it/download/doc/informazione_1.doc); non ci scandalizza vedere che all’inaugurazione dell’anno accademico o di un edificio pubblico ci sia il Vescovo a benedire tutto e tutti, come non ci scandalizza nemmeno ammirare, durante le processioni religiose, sindaco e giunta schierati in prima fila accanto alla statua della Madonna.
Non ci fa né caldo né freddo vedere spazi della collettività destinati al privilegio clericale, nella migliore delle ipotesi li guardiamo facendo spallucce. Parcheggi con su scritto “riservato clero” non destano in noi alcuna meraviglia né sconcerto. Addirittura ci battiamo per intitolare un campo sportivo al Papa scomparso.
Il giorno della rinuncia di Ratzinger alla visita de La Sapienza è il confine oltre il quale qualcosa è cambiato. Se quel gesto di dissenso dei 67 professori è stato vissuto oggi come atto di intolleranza dal mondo conformista (più che clericale), la prossima volta ciò non deve accadere.
Allora, scandalizzatevi! Quante volte, cari compagni della sinistra, ho urlato nella mia e nostra città, in perfetta solitudine, questi concetti, nel silenzio complice di una destra sdegnata da cotanto oltraggio laicista e di una sinistra ammutolita dall’opportunismo che chiede di non fiatare per non dividere, perché l’importante è l’unità “contro”, contro Curto e Vitali o Berlusconi o chi per loro. Meglio andare tutti all’Angelus dall’unico, indiscusso, autentico leader politico trasversalmente riconosciuto.

lunedì 21 gennaio 2008

Chiudiamo il centro storico.


Leggo con interesse la denuncia collettiva relativa al degrado giovanile a Francavilla Fontana con particolare riferimento ai recenti spiacevoli atti di vandalismo notturno. Noto nelle parole utilizzate sulla stampa una oscillazione tra l’allarmismo destrorso contro la deriva dei soliti giovani “drogati” e privi di valori (con la proposizione degli immancabili innocui strumenti per affrontare queste realtà, in realtà peggiorandole) e, da sinistra, la puntuale critica all’amministrazione comunale. Se una riflessione può essere compiuta essa è senza dubbio relativa ad un fatto: la “movida” francavillese nasce grazie a quello spontaneismo tipico di ogni realtà in cui la buona volontà dei singoli imprenditori smuove l’immobilismo antropologico delle amministrazioni. Rispetto al sacrosanto malcontento dei cittadini del centro storico si intrecciano poi vicende tutte differenti, che andrebbero affrontate distintamente.
Ferma restando la mancanza di luoghi di aggregazione alternativi (problema, questo, che, come tanti altri, non mi pare che l’attuale amministrazione abbia mai avuto a cuore), il fatto che Francavilla e la sua piazza siano un punto d’incontro per tanti ragazzi non può essere di certo considerato un dato negativo, ma è piuttosto una risorsa da sfruttare e valorizzare. Sarebbe quindi utile cercare di non abbandonare i cittadini alla più totale anarchia e all’improvvisazione, ma curare un luogo dove al contrario, emblematicamente, regna una gabbia “temporanea” da ormai tre anni.
Ciò che andrebbe poi stabilita è la chiusura del centro storico al traffico di autoveicoli, possibilmente con controlli che garantiscano il solo passaggio per i pedoni e che non rendano questo vincolo un fatto puramente teorico. Penso che potrebbe giungere un messaggio di civiltà da parte dell’amministrazione, magari sollecitato dall’opposizione: abbandonare una cattiva e incivile abitudine di circolare con l’automobile anche per tratti di strada francamente irrisori. Nello stesso tempo, recuperare il piacere di scoprire le vie del nostro centro storico, anche incentivando l’uso delle biciclette, come avviene in tutte le cittadine del centro e del nord Italia.
Ma quanta parte della politica è pronta a intraprendere una battaglia del genere, affrontando una quasi sicura ( e ideologica) contrapposizione dei commercianti?

giovedì 17 gennaio 2008

Marco Pannella a "Porta a porta".

Il video
http://www.radicalilecce.it/?q=node/2073#comment

“E’ vero che io magari prediligo monaci, francescani e meno altre forme di espressione religiosa. Voglio però ringraziare Monsignor Fisichella (...)per una cosa personale, perché ciascuno di noi, poi, in due parole rappresenta se stesso. Lei ha avuto un’espressione che rappresenta, per me, lei: elegante, non come questi miei amici presunti universitari sgarbati. Lei ha detto ad un certo punto: “Noi non abbiamo bisogno di fare i digiuni per andare in televisione”. Spero che lei si vergogni di questa affermazione perché è dimostrato che ci andiamo poco. In questa cosa c’è lei. La sua eleganza, il suo pettorale, il suo oro, il suo essere, per me, chiesa simoniaca… Son bastate queste sue due parole per comprenderci molto”.

Adesso forse non basterà più neanche aspettare qualche altro anno e nuove 28 condanne dell'autorità garante per rivedere Marco di nuovo nella Terza Camera del Parlamento.

mercoledì 16 gennaio 2008

Diritto di parlare e diritto di contestare.

Il problema italiano è la confusione di ruoli. La confusione tra Stato e Chiesa, la continua volontà di mescolare, in mala fede, Dio e Cesare. L’unico uomo al mondo a cui, nei tg, è riservato più spazio di quanto lo si riservi a tutta la politica, a destra e sinistra, maggioranza e opposizione, governo e ministri, si dice, è stato censurato. In realtà, contestato, non ha saputo affrontare il dissenso. Assolutamente in linea con il personaggio, direi.
Figuriamoci se invece il laico, o quei laici che hanno in 67 scritto al Rettore che non volevano il Papa all’Università, possano avere paura della parola di Ratzinger. Ma se non passa giorno, ora, senza che noi sappiamo cosa pensa Papa Benedetto dell’aborto o dell’eutanasia, del divorzio o della droga, sappiamo addirittura che considera peccato sorpassare con l’auto. Però non sappiamo cosa pensa della pena di morte. Non gli abbiamo sentito spendere neppure mezza parola sull’argomento. Strano.
Ma come dicevo il problema italiano è la confusione. Che ci fa il Pontefice all’inaugurazione dell’anno accademico? Va a parlare insieme al Rettore e a tutti gli altri rappresentanti istituzionali e "benedice" i convenuti. Questo è lo sconcio. Come quando nella nostra piccola Francavilla si inaugura qualunque istituto pubblico con la benedizione del capo di UNA chiesa, LA Chiesa. E lì ci aspetteremmo la saggia rinuncia di un credente laico come il vescovo o qualunque prete. C’è la stessa confusione al contrario, quando il sindaco, la giunta e i consiglieri sfilano nella processione religiosa, trincerandosi dietro al fatto che hanno ricevuto un invito. Ma l’invito si può gentilmente ritenere inopportuno, ringraziando chi ce lo ha rivolto.
Era giustificato quello del Rettore? Ben altra cosa sarebbe stata impedire ad un rappresentante della Chiesa di prendere parte ad un dibattito pubblico. Ma questo era uno smaccato invito partigiano. Figuratevi, io che non ho potuto organizzare un dibattito con Mina Welby a Francavilla per l’ostruzionismo delle istituzioni, letteralmente fottute di paura alla vista di quella piccola signora, che avrebbe certo parlato con un interlocutore, confrontandosi, ma presidi e professori non ne volevano sapere. Se all’inaugurazione della mia scuola avessero invitato il vescovo per una predica anch’io mi sarei ribellato.
La storia ci insegna che l’intolleranza verso la parola è stata e sta tutta da una parte, dalla parte di quelli che hanno ucciso i Giordano Bruno secoli fa e che hanno condotto la campagna dell’astensione al referendum sulla l. 40 (coi soldi dell’8 per mille) solo tre anni fa. E ora si sentono imbavagliati? Certo, questo scherzetto ci condannerà come minimo a dieci “Porta a porta”, cento ore di vittimismo nei tg, gare all’ultimo sangue tra Pd e destra, Veltroni e Berlusconi a chi si inginocchia di più e condanna maggiormente l’ormai ottocentesco anticlericalismo.
Concludo con le, come sempre, sagge parole di Marco Pannella: “Benedetto XVI soprassiede dunque. Ma potremmo certamente consolarci di questa sua decisione di non parlare in quella sede: potremmo sicuramente consolarci ascoltandolo, come quasi ogni giorno, a reti unificate nei telegiornali dall’alba a tarda notte”.

lunedì 14 gennaio 2008

Cappato: "Terminata la fase dei manifesti, il Pd apra ora a quella delle riforme. Tutti invitati a Salerno".



In attesa che il Pd si occupi, a tutti i livelli, del vissuto delle persone ed eviti le ormai continue sfilate di pararegime, riprendiamo e facciamo nostra la breve dichiarazione di Marco Cappato, segretario dell'Associazione Coscioni, per invitare ancora una volta tutti alla iscrizione, in particolare alla cellula di Francavilla.


"Terminata la fase di "compilazione manifesti" sulla laicità - da parte di quella Commissione Reichlin dalla quale è stato escluso il Presidente Ignazio Marino - ci auguriamo che per il Partito democratico si apra la fase delle "riforme laiche", cioè di quelle riforme che si devono occupare, fuori da ogni ideologismo e clericalismo, di diritti civili e libertà individuali di persone in carne ed ossa, a partire da temi come il testamento biologico, la ricerca sulle staminali, le unioni civili, la fecondazione assistita, una nuova regolamentazione sulle droghe, la contraccezione e l'aborto farmaceutico.
Coloro i quali, nel Partito democratico, ritenessero necessario ed urgente confrontarsi su concrete soluzioni di libertà invece che su astratte dispute ideologiche, sono invitati sin d'ora a partecipare, insieme alle decine di parlamentari di entrambi gli schieramenti già iscritti, al Congresso dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca, che si terrà dal 15 al 17 febbraio a Salerno"
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mercoledì 9 gennaio 2008

Lettera ai compagni del circolo "Che Guevara" di Francavilla Fontana e risposta del segretario.


Caro Emanuele, care compagne e cari compagni.
Ho ritenuto di scriverVi in considerazione del rapporto per così dire privilegiato dalla, spero reciproca, stima che lega Voi, me e le tematiche della associazione che modestamente rappresento.
Il 2008 si apre per la Coscioni con una campagna iscrizioni ancora più decisa, in vista del Congresso nazionale di febbraio a Salerno e soprattutto della formale nascita e costituzione della cellula salentina con sede proprio a Francavilla. Nell’anno 2007 si è registrato un attacco fortissimo alle libertà e ai diritti civili, acquisiti o da conquistare, e solo la energica difesa dei libertari, con il sostegno alla lotta di Piergiorgio Welby e la opposizione alla politica maschilista e patriarcale del family day, ha consentito di non essere superati e battuti dai clericali di destra e sinistra. Il nuovo anno si è aperto in maniera preoccupante con una strumentale quanto incomprensibile richiesta di “Moratoria degli aborti”, anche se l’unica che noi conosciamo è quella che la l. 194 ha consentito di realizzare dal 1978 ad oggi.
Ebbene: come è chiaramente riscontrabile, la nostra è una parallela collaborazione programmatica che non può essere abbandonata, ma che va invece rafforzata proprio alla luce degli attacchi a testa bassa del mondo della Chiesa e dei suoi rappresentanti in Parlamento e nelle istituzioni locali. Già nel 2004, in occasione del referendum sulla legge 40, fummo gli unici, grazie a “Cento Passi”, all’impegno personale e alla sensibilità del segretario Emanuele Modugno, a rappresentare, almeno come presenza simbolica, il baluardo laico in questa città, abbandonata in mano all’incapacità di rappresentarsi come alternativa di quello che sarebbe diventato l'attuale, grigio Pd.
E’ per questa ragione che chiedo a tutti Voi, al segretario e ad ogni iscritto del Prc di Francavilla Fontana, una netta, convinta e pragmatica iscrizione alla associazione Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, per poter sostenere insieme le lotte di Luca e Piero, per l’autodeterminazione dei disabili, per il testamento biologico e l’eutanasia ma anche per il miglioramento delle terapie antidolore, per abrogare la legge 40, per difendere la l. 194 e migliorarla con la maggiore diffusione della pillola RU486, oltre a lottare per l’abolizione della ricetta per la pillola del giorno dopo, ma anche a favore delle coppie di fatto e della riforma del diritto di famiglia. Insomma, per tutte queste ragioni, chiedo a tutti Voi uno sforzo, magari anche una simbolica offerta, oltre anche all’impegno dei Vs. consiglieri (e quindi di Emanuele in particolare) a rappresentare le istanze coscioniane dando la disponibilità alle future ed eventuali raccolte firme. Un modo, questo, per rinvigorire la trasversalità che può essere punto di forza delle nostre battaglie comuni.
Convinto di ricevere una Vs. pubblica, sentita e pronta risposta, Vi saluto cordialmente.

Sergio Tatarano
Associazione Luca Coscioni – Francavilla Fontana
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Caro Sergio innanzitutto ti ringrazio per la stima, rispondo brevemente a questa tua sollecitazione pubblica e mi dichiaro a disposizione per le battaglie che potranno vedere la mia e la tua organizzazione insieme, su temi e lotte che condividiamo;anche se su molte questioni ci separa un abisso, una per tutte la legge 30 , non mi sottraggo a eventuali iniziative comuni che potremmo svolgere o programmare insieme, ti informo che abbiamo già in programma un'iniziativa che si svolgerà nelle prossime settimane a cento passi in difesa della 194.
Emanuele Modugno - segretario del Prc
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Caro Emanuele, Ti ringrazio per la, come sempre, grande attenzione che continui a prestare alle mie e nostre sollecitazioni. Cercheremo pertanto di fare tesoro delle comuni visioni in merito ai temi etici, come finora accaduto in occasione della lotta per Welby e sulla legge 40, che ci hanno visti schierati insieme e hanno visto soprattutto un Tuo personale impegno assoluatmente encomiabile, che Ti fa onore. Considererò pertanto Te e il Tuo partito a disposizione per futuri incontri, come spero vorrai fare Tu con me, in ogni circostanza che riterrai.Aggiungo solo che non a caso avevo parlato di collaborazione sui temi della Coscioni e nient'altro: era immaginabile cioè che non si potesse raggiungere una convergenza in ambiti come la politica economica (sui quali comunque spero che vorremo continuare a confrontarci civilmente tra radicali e comunisti, unici a farlo nel deserto politico culturale -fatto dai padroni eletti da un lato e dall'altro dai gestori di partiti pseudodemocratici- di questa città).
Un saluto cordiale.
Sergio Tatarano

martedì 8 gennaio 2008

La bomba Bassolino.


In un Paese democratico, quando uno sbaglia va via. Ogni volta che qualcuno è chiamato a governare un fenomeno, una situazione o un territorio e non vi riesce, la gente ha il voto per cacciarlo via; oppure ci sono i consiglieri che gli revocano la fiducia. Non ci vorrebbe un saggio per indicare a Bassolino l’unica soluzione possibile: andarsene. La gestione rifiuti a Napoli è stata dir poco catastrofica: eppure noi in Puglia non stiamo tanto meglio. Se non si capisce che va fatta la raccolta differenziata e se soprattutto non si capisce che essa va incentivata con campagne serie, anche premiando chi la sostiene e punendo chi usa una sola busta per vetro, plastica e carta, allora staremo sempre a percentuali da 3-4%.
Ma quella non è l’unica emergenza napoletana. Napoli è, come abbiamo avuto modo di sostener altre volte, l’emblema della bomba demografica nostrana, dove, come ci dice Marco Pannella, “500 mila persone sono state indotte dalla camorra partitocratrica a vivere sul Vesuvio” e dove nessuno, dinanzi alla emergenza perenne di lavoro, di ambiente, di traffico, di vita, ha mai ritenuto di sollevare anche solo a se stesso il problema demografico. Vie nelle quali abitano migliaia di famiglie nascoste in case sotterranee, nei cosiddetti “bassi”, e nessuna parola spesa dai Bassolino di turno per spiegare che meno si è meglio si sta. C’è ancora chi sostiene di aumentare le nascite, come fascismi, comunismi e regimi clericali hanno sempre fatto per fornire figli alla patria, perché la contraccezione aprirebbe la strada all’abbattimento di tabù sessuali insuperabili. E intanto la situazione precipita.

venerdì 4 gennaio 2008

Contro l'aborto: INFORMAZIONE! E preservativi nelle scuole!


Vi dirò, a me è simpatico Giuliano Ferrara. Le sue trasmissioni non sono mai banali, spesso provocatorie, eppure con lui non mi trovo ad essere d’accordo praticamente in nessuna circostanza.
Di quale moratoria parlava qualche giorno fa Giuliano Ferrara? In realtà la moratoria degli aborti l’abbiamo avuta proprio a partire dal 1978.
Facciamo un salto indietro di trent’anni. La l. 194/78 legalizzava di fatto l’aborto e, come sempre accade ed è accaduto, riusciva a diventare lo strumento decisivo per la lotta all’aborto: legalizzare per governare. Le nostre nonne lo ricorderanno, ricorderanno come, nei paesini di campagna, due fossero le figure immancabili: il sacerdote e la mammana, vale a dire la donna incaricata di praticare, in condizioni disumane e pericolosissime per la salute della donna, l’aborto. Quello clandestino, a cui, pare, i clericali sono molto affezionati. E’ un affetto sconsiderato per il clandestino in generale.
Chiariamolo: nessuno è a favore dell’aborto. Come nessuno è pro-eutanasia. Oppure, chi ha il desiderio che le coppie sposate divorzino? Nessuno. Ma i rapporti, la vita, le decisioni, tutto deve essere fondato sulla libertà, sulla responsabilità, non sulla costrizione; altrimenti l’uomo si fa giustizia da solo, viene costretto a vivere nell’illegalità.
Poiché non sono un tifoso, ma un laico, amo verificare la giustezza di una scelta sulla base dei risultati che ne derivano. Cosa ha prodotto la l. 194? Indubbiamente, incontrovertibilmente, gli aborti sono calati, dati alla mano, del 60% tra le donne italiane (e questo rispetto all’anno di entrata in vigore della legge, ma sicuramente molto di più se si conoscessero i dati relativi a quando l’aborto era reato e quindi regnava la clandestinità), con la quasi totale scomparsa degli aborti clandestini. Insomma, un successo. Innegabile.
Eppure c’è un “ma”. C’è un problema legato ad un 15% di aborti clandestini ancora esistente; c’è un numero 4 volte superiore, relativamente agli aborti delle donne immigrate; c’è un’applicazione della legge ancora a macchia di leopardo, con una differenza enorme tra nord e sud.
C’è una mancanza di rispetto del dettato della legge che prevede la possibilità di interrompere la gravidanza “immediatamente”, in caso di certificazione di urgenza, e “alla scadenza dei sette giorni”, in caso di procedura ordinaria, mentre la media reale è di 21 giorni.
E vi è ancora il problema della chiusura alle strutture private, del tutto incomprensibile.
Ancor più incomprensibile è l’ostracismo in Italia nei confronti dei contraccettivi, della pillola RU 486, già commercializzata in tutto il mondo, rimedio da preferire certamente all’aborto terapeutico; e ci sarebbe da battersi per abolire la ricetta per la pillola del giorno dopo, come avvenuto in Francia o Gran Bretagna dove la stessa è distribuita gratuitamente e senza ricetta. Una cosa possono fare i presidi delle scuole (tutte, perfino le scuole di Francavilla!): installare i distributori di preservativi nei bagni delle scuole. Ma non lo faranno mai.
E’ pertanto evidente come il ricorso all’aborto terapeutico sia un rimedio molto spesso derivante dalla ignoranza delle persone, da una mancanza di informazione su tutte le soluzioni alternative che esse avrebbero per evitare una tragica soluzione come il ricovero. Informazione sessuale come primo punto per far sì che gli uomini e le donne si amino, decidano di essere padri e madri ogni volta che sono pronti a quel passo, senza essere colpevolizzati per i loro istinti e le loro voglie.
Chi è contrario all’aborto, deve impegnarsi per l’introduzione di tutte le forme meno invasive per evitare una gravidanza indesiderata, nella consapevolezza che l’uomo ha bisogno di generare con amore responsabile, non di procreare come le bestie.
Se i clericali di destra e sinistra vogliono riportare alla luce la discussione su questa legge, va più che bene. Lo si faccia partendo da questi dati. Intanto aspettiamo di sapere cosa ne pensa Veltroni e i suoi rappresentanti locali.
La 194 può essere ritoccata, come si chiede da anni, adeguata ai tempi, meglio applicata. Dicevamo che la legge 40 era una preparazione all’attacco della 194. Si continua a dire che così non è, ma solo perché si sa bene che il popolo italiano non vuole tornare all’epoca delle mammane e che i cattolici tanto quanto i laici respingeranno categoricamente ogni attacco clericale che voglia imprigionare il diritto ad una maternità responsabile e consapevole, fatta di amore e speranza.

mercoledì 2 gennaio 2008

FACCIAMO NASCERE LA CELLULA A FRANCAVILLA!



Il 2007 è stato l’anno di Welby, della sua vicenda giudiziaria, successiva alla morte avvenuta il 20 dicembre 2006. Quest’anno si è quindi intrapreso un cammino. A livello di società civile molto più che a livello parlamentare. Mentre la discussione in Parlamento si è arenata, al contrario, ormai quasi il 70% degli Italiani vede come ingiustificato ogni tentennamento rispetto ad una legge su eutanasia e testamento biologico.
E’ stato grazie all’Associazione Coscioni (e a radicali italiani) se si è registrata la strenua resistenza al rigurgito clericale e vaticano del family day, della contrarietà alla nascita di nuove famiglie per l’imposizione di un unico modello maschilista e patriarcale di famiglia.
Francavilla non è stata a guardare, ma con le pochissime risorse a disposizione, opponendosi al trasversale immobilismo conservatore, l’associazione Coscioni ha costretto al confronto le varie forze politiche, senza mai arretrare di un passo sulle tematiche laiche e di libertà. Svariati incontri con studenti e cittadini, politici e uomini della Chiesa, intimoriti dalla semplice diffusione della parola, dalla “sola” (e frequente qui in Puglia) presenza di Mina Welby, che ha consentito alle nostre battaglie di entrare nel cuore dei nostri concittadini.
Oggi siamo ad un passo dalla formale costituzione di una cellula Coscioni anche in Salento. E’ più che mai opportuno uno sforzo di tutti i simpatizzanti, di destra e sinistra, pronti a schierarsi con noi per dare nuovo vigore alle lotte di libertà che caratterizzano l’associazione. Francavilla rappresenta probabilmente il punto di riferimento in Puglia per le battaglie della Coscioni, dalla ricerca scientifica al contrasto alla legge 40, dalla vita indipendente del disabile alle terapie del dolore fino alla lotta per la diffusione della pillola del giorno dopo (e l’abolizione della ricetta www.aboliamolaricetta.it) e della RU 486 come vie per evitare il sempre drammatico ricorso all’aborto, addirittura con la nascita di un sito per aiutare l'accesso informato a eutanasia, aborto, fecondazione e altri diritti civili negati ( http://www.lucacoscioni.it/soccorso_civile ).
Adesso tocca a voi, noi, alla gente comune, ai malati, ai ricercatori, ai politici di ogni colore, impegnarsi in prima linea per iscriversi e contribuire alla creazione della cellula di Francavilla.
Salvemini diceva che la differenza la fanno non le masse maggioritarie immobili, ma le minoranze attive. Noi, minoranza ( non certo rispetto al sentire comune, rispetto alla popolarità delle nostre idee) in questa città tanto quanto a livello nazionale, speriamo che il nuovo anno possa portarci nuove risorse e rendere meno ardua la difesa delle libertà. Non le nostre, quelle degli altri.