A Francavilla Fontana hanno destato grande scalpore le dichiarazioni del giudice Clementina Forleo sul buio che oscurerebbe la nostra città.
Non sono particolarmente entusiasta del dibattito che ne è venuto fuori, dibattito per molti versi anacronistico e in gran parte strumentale e strumentalizzato da ragioni faziose.
Accanto ad una destra la cui unica risposta poteva essere ( come è stata) di negare l’imbarbarimento della città ( visto che Francavilla, dalla destra, non è semplicemente amministrata ma direi posseduta da decenni, come una persona indemoniata), la sinistra si è immediatamente incuneata nel tentativo di creare un varco da sfruttare, di impadronirsi di un puledro da cavalcare per denunciare le incapacità delle ultime amministrazioni. In realtà, le miserrime capacità del Polo sono uguali e contrarie al basso livello delle forze di opposizione; in un certo qual modo, l’onestà intellettuale di un uomo come Pietro Filomeno ha spogliato di ogni bugia il criticismo facilone di una coalizione che si è retta per anni sulle disgrazie di Parentopoli o delle discariche, che ormai spuntano alla stessa velocità dei centri commerciali.
In realtà, c’è una Francavilla soggiogata da rapporti clientelari e di potere cristallizzati e fermi che non vengono in alcun modo scalfiti, anzitutto dal voto popolare: non credo, insomma, che il degrado che interessa la nostra città, dipenda dai mezzi inadeguati di cui indubbiamente dispone la destra, quanto piuttosto da una generalizzata e trasversale accettazione passiva del pressappochismo politico, al quale si è del tutto abituati e del quale si è praticamente schiavi. E’ inaccettabile proporre come alternativa culturale e politica un modello speculare a quello di Curto e Vitali, un modello di politica che vive delle masturbazioni mentali sul partito democratico e che preferisce le manifestazioni pacchiane ai confronti pubblici con l’avversario su temi concreti.
Non sono particolarmente entusiasta del dibattito che ne è venuto fuori, dibattito per molti versi anacronistico e in gran parte strumentale e strumentalizzato da ragioni faziose.
Accanto ad una destra la cui unica risposta poteva essere ( come è stata) di negare l’imbarbarimento della città ( visto che Francavilla, dalla destra, non è semplicemente amministrata ma direi posseduta da decenni, come una persona indemoniata), la sinistra si è immediatamente incuneata nel tentativo di creare un varco da sfruttare, di impadronirsi di un puledro da cavalcare per denunciare le incapacità delle ultime amministrazioni. In realtà, le miserrime capacità del Polo sono uguali e contrarie al basso livello delle forze di opposizione; in un certo qual modo, l’onestà intellettuale di un uomo come Pietro Filomeno ha spogliato di ogni bugia il criticismo facilone di una coalizione che si è retta per anni sulle disgrazie di Parentopoli o delle discariche, che ormai spuntano alla stessa velocità dei centri commerciali.
In realtà, c’è una Francavilla soggiogata da rapporti clientelari e di potere cristallizzati e fermi che non vengono in alcun modo scalfiti, anzitutto dal voto popolare: non credo, insomma, che il degrado che interessa la nostra città, dipenda dai mezzi inadeguati di cui indubbiamente dispone la destra, quanto piuttosto da una generalizzata e trasversale accettazione passiva del pressappochismo politico, al quale si è del tutto abituati e del quale si è praticamente schiavi. E’ inaccettabile proporre come alternativa culturale e politica un modello speculare a quello di Curto e Vitali, un modello di politica che vive delle masturbazioni mentali sul partito democratico e che preferisce le manifestazioni pacchiane ai confronti pubblici con l’avversario su temi concreti.
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