Gentile Assessore Tedesco,
Le scriviamo perché pensiamo che dalle Regioni possa venire un contributo importante al dibattito sulle decisioni di fine vita che si è sviluppato nel nostro Paese a partire dalla vicenda di Piergiorgio Welby.
Piergiorgio Welby era co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e nella sua lettera al presidente della Repubblica del 22 settembre 2006 scriveva: “in Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti”.
Il presidente Giorgio Napolitano scriveva nella sua risposta: “penso che tra le mie responsabilità vi sia quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimano sentimenti e pongano problemi che non trovano risposta in decisioni del governo, del Parlamento, delle altre autorità cui esse competono”; e invitava le istituzioni “a un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più”.
Grazie a Piergiorgio Welby si è cominciato a parlare in Italia di eutanasia, di accanimento terapeutico, della sospensione delle cure, espressioni su cui certamente occorre fare chiarezza, ma ciò è possibile solo se esiste la volontà di aprire un dibattito pubblico approfondito che ha come presupposto la conoscenza di quello che accade in situazioni drammatiche nelle corsie dei nostri ospedali e fra le mura domestiche.
Se non vogliamo che questo dibattito sia inquinato da pregiudizi o posizioni ideologiche occorre prendere coscienza della reale consistenza del fenomeno dell’eutanasia clandestina nel nostro Paese attraverso una indagine conoscitiva anonima, condotta su scala nazionale.
Questa necessità è resa evidente anche dal fatto che l’Associazione Luca Coscioni in poche settimane è stata capace di raccogliere più di ventimila firme, comprese quelle di moltissimi medici, su una petizione che chiedeva al Parlamento italiano di realizzare una indagine sul fenomeno dell’eutanasia clandestina.
Il Parlamento italiano al momento ha preferito ignorare la richiesta, ma restiamo convinti della necessità di tale indagine e dell’opportunità che sia promossa da istituzioni autorevoli, al fine di offrire un contributo di chiarezza al dibattito sulle decisioni di fine vita, permettendo ai cittadini, qualunque sia la loro posizione, di attingere a dati scientifici attendibili, aggiornati e rilevati su scala nazionale.
D’altra parte alcuni studi scientifici hanno rilevato con una certa preoccupazione che nella clandestinità del fenomeno le decisioni di fine vita vengono prese troppo spesso dal medico e dai familiari più che dal malato, ma anche che i medici sono costretti in situazioni drammatiche a operare in completa solitudine, tra il timore di essere sottoposti a giudizio penale e la consapevolezza, maturata in scienza e coscienza, che è giunto il momento di aiutare la persona perché la sua malattia è irreversibile e senza speranza e le condizioni di sofferenza fisica e psichica non sono più accettabili.
Per questi motivi Le chiediamo di promuovere nella Regione Puglia una indagine conoscitiva anonima sul fenomeno dell’eutanasia clandestina. Tra l’altro, Lei è dinanzi ad una grande occasione e responsabilità: rendere la Sua regione la prima del Mezzogiorno d’Italia a intraprendere tale iniziativa e ad accogliere questa richiesta ( non ideologica ma scientifica, laica) per informare ed informarsi, senza preconcetti, sul dramma del sequestro del corpo dei malati terminali. L’indagine potrà essere preceduta, se riterrà, da un incontro che una delegazione della nostra associazione, guidata da Mina Welby, avrebbe l’onore di effettuare con Lei presso la sede della Regione.
Nel frattempo, noi, come Associazione Luca Coscioni, ci adopereremo perché analoghe indagini conoscitive siano realizzate nel maggior numero possibile di regioni (come già sta avvenendo in Emilia Romagna, Piemonte e Umbria), in modo che i risultati, presi nel loro complesso, abbiano una valenza nazionale. A tal fine sarebbe importante che il lavoro scientifico e la rilevazione dei dati statistici fosse coordinato da un’unica struttura in modo da ottenere dati omogenei e confrontabili: fra gli istituti di ricerca a cui si potrebbe affidare il compito, segnaliamo alla Sua attenzione il Centro Interdipartimentale di Biostatistica e Bioinformatica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il Centro ha le competenze adeguate per svolgere una simile indagine, che rientra tra le attività previste dal suo Statuto.
Restiamo in attesa di una Sua gentile risposta.
Molti cordiali saluti,
Wilhelmine Schett Welby
Marco Cappato, MEP e segretario dell’Associazione Luca Coscioni
Giulia Simi, vice segretario dell’Associazione Luca Coscioni
Sergio Tatarano, Associazione Coscioni Francavilla Fontana (BR)
Andrea Trisciuoglio, Membro Consiglio Generale Associazione Coscioni (Foggia)
Aldo Bigini Majani, Segretario Associazione Bruno Leoni Club (Bari)
Francesco Mauro, Segretario Associazione Diritto e Libertà (Lecce)
Salvatore Antonaci, Membro Comitato Nazionale Radicali Italiani
Le scriviamo perché pensiamo che dalle Regioni possa venire un contributo importante al dibattito sulle decisioni di fine vita che si è sviluppato nel nostro Paese a partire dalla vicenda di Piergiorgio Welby.
Piergiorgio Welby era co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e nella sua lettera al presidente della Repubblica del 22 settembre 2006 scriveva: “in Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti”.
Il presidente Giorgio Napolitano scriveva nella sua risposta: “penso che tra le mie responsabilità vi sia quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimano sentimenti e pongano problemi che non trovano risposta in decisioni del governo, del Parlamento, delle altre autorità cui esse competono”; e invitava le istituzioni “a un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più”.
Grazie a Piergiorgio Welby si è cominciato a parlare in Italia di eutanasia, di accanimento terapeutico, della sospensione delle cure, espressioni su cui certamente occorre fare chiarezza, ma ciò è possibile solo se esiste la volontà di aprire un dibattito pubblico approfondito che ha come presupposto la conoscenza di quello che accade in situazioni drammatiche nelle corsie dei nostri ospedali e fra le mura domestiche.
Se non vogliamo che questo dibattito sia inquinato da pregiudizi o posizioni ideologiche occorre prendere coscienza della reale consistenza del fenomeno dell’eutanasia clandestina nel nostro Paese attraverso una indagine conoscitiva anonima, condotta su scala nazionale.
Questa necessità è resa evidente anche dal fatto che l’Associazione Luca Coscioni in poche settimane è stata capace di raccogliere più di ventimila firme, comprese quelle di moltissimi medici, su una petizione che chiedeva al Parlamento italiano di realizzare una indagine sul fenomeno dell’eutanasia clandestina.
Il Parlamento italiano al momento ha preferito ignorare la richiesta, ma restiamo convinti della necessità di tale indagine e dell’opportunità che sia promossa da istituzioni autorevoli, al fine di offrire un contributo di chiarezza al dibattito sulle decisioni di fine vita, permettendo ai cittadini, qualunque sia la loro posizione, di attingere a dati scientifici attendibili, aggiornati e rilevati su scala nazionale.
D’altra parte alcuni studi scientifici hanno rilevato con una certa preoccupazione che nella clandestinità del fenomeno le decisioni di fine vita vengono prese troppo spesso dal medico e dai familiari più che dal malato, ma anche che i medici sono costretti in situazioni drammatiche a operare in completa solitudine, tra il timore di essere sottoposti a giudizio penale e la consapevolezza, maturata in scienza e coscienza, che è giunto il momento di aiutare la persona perché la sua malattia è irreversibile e senza speranza e le condizioni di sofferenza fisica e psichica non sono più accettabili.
Per questi motivi Le chiediamo di promuovere nella Regione Puglia una indagine conoscitiva anonima sul fenomeno dell’eutanasia clandestina. Tra l’altro, Lei è dinanzi ad una grande occasione e responsabilità: rendere la Sua regione la prima del Mezzogiorno d’Italia a intraprendere tale iniziativa e ad accogliere questa richiesta ( non ideologica ma scientifica, laica) per informare ed informarsi, senza preconcetti, sul dramma del sequestro del corpo dei malati terminali. L’indagine potrà essere preceduta, se riterrà, da un incontro che una delegazione della nostra associazione, guidata da Mina Welby, avrebbe l’onore di effettuare con Lei presso la sede della Regione.
Nel frattempo, noi, come Associazione Luca Coscioni, ci adopereremo perché analoghe indagini conoscitive siano realizzate nel maggior numero possibile di regioni (come già sta avvenendo in Emilia Romagna, Piemonte e Umbria), in modo che i risultati, presi nel loro complesso, abbiano una valenza nazionale. A tal fine sarebbe importante che il lavoro scientifico e la rilevazione dei dati statistici fosse coordinato da un’unica struttura in modo da ottenere dati omogenei e confrontabili: fra gli istituti di ricerca a cui si potrebbe affidare il compito, segnaliamo alla Sua attenzione il Centro Interdipartimentale di Biostatistica e Bioinformatica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il Centro ha le competenze adeguate per svolgere una simile indagine, che rientra tra le attività previste dal suo Statuto.
Restiamo in attesa di una Sua gentile risposta.
Molti cordiali saluti,
Wilhelmine Schett Welby
Marco Cappato, MEP e segretario dell’Associazione Luca Coscioni
Giulia Simi, vice segretario dell’Associazione Luca Coscioni
Sergio Tatarano, Associazione Coscioni Francavilla Fontana (BR)
Andrea Trisciuoglio, Membro Consiglio Generale Associazione Coscioni (Foggia)
Aldo Bigini Majani, Segretario Associazione Bruno Leoni Club (Bari)
Francesco Mauro, Segretario Associazione Diritto e Libertà (Lecce)
Salvatore Antonaci, Membro Comitato Nazionale Radicali Italiani
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