A pochi mesi dalle elezioni amministrative, la situazione non sembra cambiare minimamente a sinistra.
I radicali, come già si è avuto modo di ripetere decine di volte, hanno assunto una linea chiarissima e coerente, per una collaborazione fattiva e per nulla ideologica.
Abbiamo sostenuto fin da subito la necessità e l’opportunità delle primarie non come scelta estemporanea di “marketing” ma come metodo che avrebbe potuto simboleggiare la soluzione di continuità e la disponibilità di un’intera coalizione al ricambio, all’apertura al nuovo, la capacità di una classe dirigente di non rimanere ancorata a logiche di opportunismo e di tradimento degli ideali di democrazia e partecipazione enunciate a parole e costantemente trascurate nei fatti.
Abbiamo suonato la carica in più circostanze, chiedendo uno sforzo per il bene della collettività, ma nessuna risposta accettabile è mai pervenuta: abbiamo osservato solo l’atteggiamento consapevole volto a portare all’esasperazione la pazienza non nostra ma dei cittadini francavillesi (certi di non poterne più di decenni di potere della destra ma anche nauseati dallo spettacolo che il centrosinistra tutto ha offerto in questi mesi di liti partitocratiche e clandestine).
Pertanto, visto, da un lato, il trattamento riservato ai nostri tentativi di collaborazione da parte di quei partiti del centrosinistra che hanno già individuato un loro candidato sindaco e, dall’altro, la grave “scelta-non scelta” del PD protrattasi per mesi e mesi di incapacità gestionale, proporrò ai compagni del mio partito di restare fuori da candidature per le prossime elezioni amministrative per sottolineare la indisponibilità a collaborare a questo sfascio: le nostre porte sempre aperte fino all’ultimo (così come ancora restano) non devono essere interpretate però come un'accettazione supina di ciò che non condividiamo e che non possiamo accogliere. Se si confermerà il clima di impraticabilità politica che ha regnato finora a Francavilla, ci limiteremo (e non sarà poco) ad una campagna di pura denuncia della nostra profonda estraneità a questo modo illiberale e antipartecipativo di intendere la politica.
I radicali, come già si è avuto modo di ripetere decine di volte, hanno assunto una linea chiarissima e coerente, per una collaborazione fattiva e per nulla ideologica.
Abbiamo sostenuto fin da subito la necessità e l’opportunità delle primarie non come scelta estemporanea di “marketing” ma come metodo che avrebbe potuto simboleggiare la soluzione di continuità e la disponibilità di un’intera coalizione al ricambio, all’apertura al nuovo, la capacità di una classe dirigente di non rimanere ancorata a logiche di opportunismo e di tradimento degli ideali di democrazia e partecipazione enunciate a parole e costantemente trascurate nei fatti.
Abbiamo suonato la carica in più circostanze, chiedendo uno sforzo per il bene della collettività, ma nessuna risposta accettabile è mai pervenuta: abbiamo osservato solo l’atteggiamento consapevole volto a portare all’esasperazione la pazienza non nostra ma dei cittadini francavillesi (certi di non poterne più di decenni di potere della destra ma anche nauseati dallo spettacolo che il centrosinistra tutto ha offerto in questi mesi di liti partitocratiche e clandestine).
Pertanto, visto, da un lato, il trattamento riservato ai nostri tentativi di collaborazione da parte di quei partiti del centrosinistra che hanno già individuato un loro candidato sindaco e, dall’altro, la grave “scelta-non scelta” del PD protrattasi per mesi e mesi di incapacità gestionale, proporrò ai compagni del mio partito di restare fuori da candidature per le prossime elezioni amministrative per sottolineare la indisponibilità a collaborare a questo sfascio: le nostre porte sempre aperte fino all’ultimo (così come ancora restano) non devono essere interpretate però come un'accettazione supina di ciò che non condividiamo e che non possiamo accogliere. Se si confermerà il clima di impraticabilità politica che ha regnato finora a Francavilla, ci limiteremo (e non sarà poco) ad una campagna di pura denuncia della nostra profonda estraneità a questo modo illiberale e antipartecipativo di intendere la politica.
4 commenti:
comincia ad essere un pò stucchevole stò sito...sondaggi chiusi con 5 o 6 voti che preluderebbero ad un "ampio" movimento radicale francavillese...sono perplesso...ma tant'è...
I regimi più solidi sono stati spesso mandati a casa da un manipolo di personaggi inizialmente ghettizzati dalla vita politica (e non certo da qualche anonimo politologo osservatore).
Quello che è certo è che la nostra analisi sulle amministrative è stata perfetta e che l'implosione che avevamo prospettato si è puntualmente verificata (si veda ciò che sta accadendo nel PD).
Il numero di partecipanti ai sondaggi mi interessa relativamente: se dovessi fermarmi di fronte ai boicottaggi di destra e sinistra avrei già dovuto abbandonare il mio ruolo e avrebbero già vinto loro. Il cammino è lungo e noi radicali andiamo avanti in queste condizioni di clandestinità da 50 anni, di riforma in riforma, leggendo le coscienze degli Italiani decenni prima degli altri e non certo seguendo gli opportunismi dei vertici di partito.
non era una critica la mia...solo un'osservazione...quello che credo realisticamente è che, purtroppo, i radicali presenti in loco sono pochi, troppo pochi, per pensare di influire concretamente sulle dinamiche politiche di questa città...o non credi?
Non c'è dubbio che la partitocrazia dominante (incarnata dall'informazione di regime, anzitutto: i radicali non esistono mediaticamente, come ho documentato in un post qualche giorno fa) determini la nostra scomparsa o la nostra esistenza in condizioni a dir poco proibitive.
Il nostro passa per un partito elitario quando al contrario così non è, se solo si guardassero i risultati dei referendum (un esempio è quello sul finanziamento pubblico sostenuto solo dal partito di Pannella) e la capacità che i radicali hanno di trovarsi dalla parte dei cittadini, pur senza seguire il vento dell'opportunismo demagogico.
Poi penso che anche nel piccolo della realtà francavillese i radicali possono influire se si riesce a mandare in pensione il sistema dei partiti, che hanno una paura folle dei cittadini. L'esattezza della lettura radicale delle amministrative ci è stata riconosciuta solo a giochi fatti, ma penso che i cittadini avranno compreso.
In queste condizioni di minoranza rispetto al dominio dei partiti, noi dobbiamo riuscire a parlare ai cittadini, che è la cosa che in assoluto vorrebbero impedirci. Ecco allora le strade, i tavoli, le riunioni aperte a tutti e diffuse online.
ps: fatti conoscere anche tu, magari.
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