Ho ascoltato con attenzione in radio le dichiarazioni estremamente pacate e rispettose del prof. Tardio, al quale do atto di essere l’unico, in questa città, a confrontarsi sui temi cosiddetti etici, anche se su posizioni contrapposte alle mie.Egli dichiara di invidiare chi ha certezze in merito alle scelte sulla vita e chi dimostra, evidentemente in maniera presuntuosa, di possedere “la” verità, e nel dichiararlo, Egli lascia intendere che in questa categoria rientrerebbe il sottoscritto come sostenitore di una linea laica e individualista. Mi sia consentito di dire che ciò è impossibile ed è perfino una contraddizione in termini: per il laico, non esiste la verità, ma esistono, per così dire, milioni o miliardi di verità. Esiste la mia “verità”, cioè la mia libertà di decidere per me e solo per me. Poi c’è quella di tutti gli altri, che faranno, sul loro corpo, ciò che credono, senza imporlo a nessuno: si faranno intubare oppure no, accetteranno un trattamento o meno, sceglieranno liberamente, insomma. Se si ritiene la vita un bene indisponibile (non solo per sé, ma anche per gli altri), è chiaro invece come questo atteggiamento sia incompatibile col rispetto della volontà altrui di fare della vita ciò che si vuole. Dov’è, dunque, la asserita “certezza” del laico? Non c’è. C’è, al contrario, il rispetto per la scelta tragica di una famiglia, da 18 anni e per sempre distrutta da un accanimento terapeutico rispetto al quale tutti (compresa la Chiesa), a parole, ci dichiariamo contrari.
In secondo luogo ho ascoltato anche l’auspicio, legittimo e perfino giusto, espresso dal Professore, che si arrivi ad una legge equilibrata sul testamento biologico. Premesso che si tratta di un auspicio comune, ma dove può essere l’equilibrio se non nel lasciare che ogni persona decida quali debbano essere (tutte) le terapie a cui sottoporsi nel momento in cui la persona stessa non potrà decidere? Non Le pare, Professore, un artifizio (peraltro incostituzionale) quello di non inserire nutrizione e idratazione artificiali(!) tra i trattamenti medici, in modo da poterli imporre anche contro il consenso della persona interessata? Una legge del genere, sarebbe o no contraria allo spirito del testamento biologico?
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