martedì 17 marzo 2009

Basta dire "no" a Curto per essere alternativi?

“Noi facciamo lotte politiche ed abbiamo obiettivi politici; possiamo e dobbiamo incontrare tutti coloro che fanno lotte politiche ed hanno obiettivi politici”.
Marco Pannella, a proposito della prossima scadenza elettorale.

Non c’è stato giorno, nell’arco di quest’anno, in cui i radicali di Francavilla non abbiano speso parole in favore di un cammino unitario e di un allargamento della coalizione da scrivere non con l’indicazione di un candidato dai poteri magici ma con la condivisione di pochi punti in grado di rappresentare la svolta rispetto ad una concezione padronale della politica nostrana. Si è visto poi come la partitocrazia tutta si sia chiusa a riccio e, come un sol uomo, abbia voluto sbatterci la porta in faccia per sottolineare la lontananza dal nostro modo di intendere la politica (ovviamente convincendoci una volta di più di quanto noi fossimo e siamo nel giusto).
Mentre il PD si barcamenava alle prese con paurosi problemi interni, la coalizione del candidato Filomeno (a cominciare da quest’ultimo in persona) inspiegabilmente non ha ritenuto di rispondere (mai, in nemmeno una occasione) ai nostri appelli a condividere alcuni punti elementari da intendersi come soluzione al regime trascorso, ma ha scelto di ignorarci scientificamente.
Nel frattempo, oggi si sposta il mirino sul solito tormentone. Mi chiedo, però: dichiarare il “mai con Curto” equivale, da solo, a rappresentare l’alternativa?
Scrive Mario Filomeno, in una lettera indirizzata al segretario del PD (non certo a noi radicali):”Ai cittadini occorre rappresentare le responsabilità del degrado e come si intende uscire da tale situazione garantendo con messaggi e segnali concreti che l’alternativa che si vuole offrire è possibile perché (…) non tutti si è uguali”.
Quale dimostrazione di diversità ha fino ad ora fornito l’intera dirigenza del centrosinistra se, esattamente come a destra, la distruzione della coalizione si è realizzata solo e soltanto sul nome del candidato sindaco? Già, perché sul metodo (che è necessariamente anche merito), nessuna difficoltà: tutti uniti nel “no alle primarie”, nella volontà di escludere i cittadini, evitando di correre il rischio di uno spariglia mento di carte e progetti personali messo in atto dai cittadini.
In conclusione, se è vero come è vero ciò che dice Mario con la sua domanda (“Quale dignità mostra di avere un Partito che, si limita ad esternare una mera funzione di asservimento a faide e rivalità interne al centrodestra?”), è altrettanto indiscutibile che non sarebbe maggiormente dignitoso seguire a ruota ed in silenzio chi non ha provato a porre rimedio ad un disastro politico assurdamente prodotto a tavolino, senza proporre soluzioni diverse dalla imposizione di un nome.

Nel frattempo, aspettiamo di vedere quanti e quali esponenti politici presenzieranno al congresso della cellula Coscioni, che sarà certamente occasione di crescita per un dibattito politico-culturale enormemente importante su argomenti sui quali si tenta di far calare il silenzio, sulla pelle dei malati e di chi si batte per l’autodeterminazione. Aspettiamo di vedere quale sensibilità mostreranno i futuri amministratori e consiglieri francavillesi rispetto ai drammi dei malati gravi e dei diversamente abili, che pure saranno presenti al congresso.
Accogliamo intanto con estremo piacere la notizia dell’iscrizione del segretario del pd francavillese, sperando che sia l’inizio di un cammino di “riempimento laico” di quel partito.
Spero che altri politici, anche di altre formazioni (esiste un solo laico a destra?), comprendano che senza una mobilitazione massiccia pure a livello locale, non si potrà mai approdare alle riforme laiche e liberali per arrivare dal corpo dei malati al cuore della politica.

1 commento:

Giuseppe Bruno ha detto...

La tua riflessione è totalmente condivisibile.