Mai come in questo caso sarebbe utile ascoltare le parole che Leonardo Sciascia scriveva 30 anni fa, quando invitava “ad annusare intorno alle ville, le automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi e tirarne il giusto senso”. In una parola, il grande scrittore, all’epoca consigliere comunale, auspicava un controllo che però “deve estendersi anche a noi, che stiamo su questi banchi, a coloro che siedono sui banchi del Senato, a coloro che siedono nelle assemblee regionali e nei consigli municipali, non trascurando nemmeno certi funzionari e certi ufficiali che hanno il compito di prevenire e reprimere appunto il fenomeno mafioso”.
venerdì 20 aprile 2012
Consiglio comunale sulla legalità a Francavilla: l'unico suggerimento? Rispettate un impegno assunto tre anni fa.
Ho ascoltato in silenzio la polemica relativa alla convocazione della seduta di consiglio comunale sulla legalità, terminata nella più classica e sterile delle polemiche: ritengo che il rischio di assistere ad una discussione sull’aria fritta sia enorme e vada scongiurato con tutte le nostre forze, con la necessità di avanzare qualche proposta concreta. Il consiglio ha dunque l’occasione per acquisire un risultato fondamentale, quell’anagrafe pubblica e patrimoniale degli eletti e dei nominati che, approvata ormai 3 anni fa -sulla spinta radicale - è rimasta sulla carta, senza che nessuno abbia ritenuto di incalzare l’amministrazione sul punto, in tutto questo tempo. In una fase di totale (e spesso motivata) sfiducia verso le istituzioni e, d’altro canto, proprio in occasione di un dibattito sulla legalità, nessun atto sarebbe in grado di produrre un segnale di alta credibilità come rendere il Comune una casa di vetro, con la pubblicazione di tutte le informazioni relative alla vita amministrativa ed agli aspetti patrimoniali delle istituzioni e di chi li rappresenta, tutte informazioni ad oggi ignote alla cittadinanza.
Mai come in questo caso sarebbe utile ascoltare le parole che Leonardo Sciascia scriveva 30 anni fa, quando invitava “ad annusare intorno alle ville, le automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi e tirarne il giusto senso”. In una parola, il grande scrittore, all’epoca consigliere comunale, auspicava un controllo che però “deve estendersi anche a noi, che stiamo su questi banchi, a coloro che siedono sui banchi del Senato, a coloro che siedono nelle assemblee regionali e nei consigli municipali, non trascurando nemmeno certi funzionari e certi ufficiali che hanno il compito di prevenire e reprimere appunto il fenomeno mafioso”.
Mai come in questo caso sarebbe utile ascoltare le parole che Leonardo Sciascia scriveva 30 anni fa, quando invitava “ad annusare intorno alle ville, le automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi e tirarne il giusto senso”. In una parola, il grande scrittore, all’epoca consigliere comunale, auspicava un controllo che però “deve estendersi anche a noi, che stiamo su questi banchi, a coloro che siedono sui banchi del Senato, a coloro che siedono nelle assemblee regionali e nei consigli municipali, non trascurando nemmeno certi funzionari e certi ufficiali che hanno il compito di prevenire e reprimere appunto il fenomeno mafioso”.
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