Non mi ha sconvolto affatto il silenzio del Sindaco Marinotti rispetto alla mia proposta di tenere le stanze di Palazzo di Città illuminate nella notte del 10 ottobre, in occasione della giornata mondiale contro la pena di morte. Si trattava di un assist servito su un piatto d’argento, una vetrina luccicante dietro la quale mostrarsi ai cittadini, semplicemente inserendo la propria faccia. Insomma, avevo chiesto di strumentalizzare una mia idea, ma non si è disposti neppure a questo. Dopo il voto unanime del Consiglio Comunale sul sostegno alla moratoria delle esecuzioni capitali, della cui importanza lo stesso Consiglio non si è reso conto non avendo provveduto minimamente ad informare la cittadinanza, ritenevo che dovesse giungere un segnale di continuità dal Sindaco in persona. Invece non sono stato degnato neppure di una risposta; certo, mi rendo conto che non si trattava di un concorso di bellezza, sul quale è legittimo mettere il cappello chiedendo il tifo appassionato dell’intera cittadinanza, ma dare un segnale minimo e simbolico sull’argomento in discussione all’ONU, sarebbe stato un fatto culturalmente rilevantissimo, di cui avrei per primo ringraziato pubblicamente il Sindaco. Invece nulla.
D’altro canto sarebbe interessante che qualche voce di dissenso si levasse anche dalle sinistre pacifiste, sempre in milioni in piazza per difendere la “pace”, o ancora più interessante sarebbe conoscere la posizione della Chiesa per la quale è sacro perfino lo zigote, è sacra anche la (tortura della) respirazione artificiale, è peccato pure sorpassare in curva, ma la pena di morte evidentemente non è un problema su cui pronunciarsi. Chi sa perché.
D’altro canto sarebbe interessante che qualche voce di dissenso si levasse anche dalle sinistre pacifiste, sempre in milioni in piazza per difendere la “pace”, o ancora più interessante sarebbe conoscere la posizione della Chiesa per la quale è sacro perfino lo zigote, è sacra anche la (tortura della) respirazione artificiale, è peccato pure sorpassare in curva, ma la pena di morte evidentemente non è un problema su cui pronunciarsi. Chi sa perché.
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