Nella continua progressione verso lo sconcio di un dibattito malato, ecco la nuova folgorante definizione coniata dal Papa: il farmaco immorale. Farmaco immorale sarebbe quello che consentirebbe di praticare, direttamente o indirettamente, aborto od eutanasia.
Fermo restando che non vi è alcuna possibilità di ricorso all’eutanasia nel nostro Paese, vediamo quali possono essere i farmaci a cui Ratzinger si è riferito.
Sul mercato esistono anzitutto i preservativi e le pillole che sono alcuni dei metodi anticoncezionali utilizzati per evitare gravidanze indesiderate. Poi abbiamo la cosiddetta RU486, vera e propria pillola abortiva in grado di evitare il ricorso all’aborto chirurgico.
Quest’ultima, di esclusivo uso ospedaliero, nulla avrebbe a che fare con l’obiezione di coscienza dei farmacisti, invocata dal Papa. Resta, come ultima spiaggia, la pillola del giorno dopo, che rappresenta un metodo non di tipo abortivo, ma appunto anticoncezionale, in quanto la sua azione interviene prima della ovulazione.
Resta da capire a chi e a cosa si riferisse Ratzinger quando ha invitato all’obiezione i farmacisti. Forse si vorrebbe bandire tutto ciò che è potenzialmente in grado di produrre “vita” (e dunque intervenire già alla fonte)? Anche la vendita di preservativi? Magari pure vietare, con rispetto parlando, le “pippe”? Non sarebbe più saggio attualizzare il proprio messaggio e rendersi conto che la strada della castità, oltre ad essere discutibile, è anche irrealizzabile? Perché non si comprende che invitare gli uomini ad una sana sessualità può solo produrre felicità e accrescere la responsabilità? Perché non educhiamo i ragazzi al sesso sicuro e responsabile e non entriamo nelle scuole? E perché, soprattutto, non lasciamo che il ricorso all’aborto sia l’ultimo dei rimedi ipotizzabili?
Pare di vedere la stessa distorsione del dibattito sull’eutanasia: chi vuole renderla legale, dicono, sarebbe contrario all’uso dei farmaci antidolore. Balla! Così chi vuole garantire la possibilità di ricorrere all’aborto sarebbe contrario all’incentivazione degli anticoncezionali. E invece no, sono sempre gli stessi a sostenere che l’eutanasia no, ma pure gli oppiacei no! L’aborto no, ma pure la pillola e il preservativo no! Solo abbracciare un sistema di vita basato sulla tortura, sempre e comunque. E, visto che ci siamo, nemmeno una parola contro la pena di morte.
Tuttavia, cosa c’è dietro questo atteggiamento sempre più violento di una Chiesa accerchiata da se stessa? Di una Chiesa sempre più vuota e distante dal vissuto dei propri fedeli? C’è l’isteria del non saper osservare la realtà con occhi non ideologici, ma solo generando perversione e favorendo la proliferazione della tragedia, la involuzione dell’uomo innaturalmente costretto a reprimere gli istinti più veri e sani che lo aiutano ad amare e lo differenziano dalle bestie.
Vietato dunque abbassare la guardia.
Fermo restando che non vi è alcuna possibilità di ricorso all’eutanasia nel nostro Paese, vediamo quali possono essere i farmaci a cui Ratzinger si è riferito.
Sul mercato esistono anzitutto i preservativi e le pillole che sono alcuni dei metodi anticoncezionali utilizzati per evitare gravidanze indesiderate. Poi abbiamo la cosiddetta RU486, vera e propria pillola abortiva in grado di evitare il ricorso all’aborto chirurgico.
Quest’ultima, di esclusivo uso ospedaliero, nulla avrebbe a che fare con l’obiezione di coscienza dei farmacisti, invocata dal Papa. Resta, come ultima spiaggia, la pillola del giorno dopo, che rappresenta un metodo non di tipo abortivo, ma appunto anticoncezionale, in quanto la sua azione interviene prima della ovulazione.
Resta da capire a chi e a cosa si riferisse Ratzinger quando ha invitato all’obiezione i farmacisti. Forse si vorrebbe bandire tutto ciò che è potenzialmente in grado di produrre “vita” (e dunque intervenire già alla fonte)? Anche la vendita di preservativi? Magari pure vietare, con rispetto parlando, le “pippe”? Non sarebbe più saggio attualizzare il proprio messaggio e rendersi conto che la strada della castità, oltre ad essere discutibile, è anche irrealizzabile? Perché non si comprende che invitare gli uomini ad una sana sessualità può solo produrre felicità e accrescere la responsabilità? Perché non educhiamo i ragazzi al sesso sicuro e responsabile e non entriamo nelle scuole? E perché, soprattutto, non lasciamo che il ricorso all’aborto sia l’ultimo dei rimedi ipotizzabili?
Pare di vedere la stessa distorsione del dibattito sull’eutanasia: chi vuole renderla legale, dicono, sarebbe contrario all’uso dei farmaci antidolore. Balla! Così chi vuole garantire la possibilità di ricorrere all’aborto sarebbe contrario all’incentivazione degli anticoncezionali. E invece no, sono sempre gli stessi a sostenere che l’eutanasia no, ma pure gli oppiacei no! L’aborto no, ma pure la pillola e il preservativo no! Solo abbracciare un sistema di vita basato sulla tortura, sempre e comunque. E, visto che ci siamo, nemmeno una parola contro la pena di morte.
Tuttavia, cosa c’è dietro questo atteggiamento sempre più violento di una Chiesa accerchiata da se stessa? Di una Chiesa sempre più vuota e distante dal vissuto dei propri fedeli? C’è l’isteria del non saper osservare la realtà con occhi non ideologici, ma solo generando perversione e favorendo la proliferazione della tragedia, la involuzione dell’uomo innaturalmente costretto a reprimere gli istinti più veri e sani che lo aiutano ad amare e lo differenziano dalle bestie.
Vietato dunque abbassare la guardia.
1 commento:
Faccio mia, come iscritto alla Associazione Coscioni, la dichiarazione del Segretario Marco Cappato.
http://www.radicali.it/view.php?id=108317
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