Berlusconi mima il mitra rivolto verso una giornalista che aveva effettuato una domanda impertinente all'amico Putin...
Anna Politkovskaya era stata più volte minacciata di morte. Nel 2004, mentre indagava sul sequestro-massacro di ostaggi a Beslan, qualcuno ( secondo la giornalista era opera dei servizi segreti russi) aveva misteriosamente tentato di avvelenarla.
Nonostante ciò, lei aveva continuato a denunciare gli abusi dei militari russi sui civili ceceni, anche nel suo libro «Cecenia, il disonore russo».
La coincidenza più strana è che Anna Politkovskaya viene assassinata davanti all’ascensore di casa sua proprio alla vigilia della pubblicazione di un libro sugli orrori della guerra in Cecenia. Si trattava della denuncia delle torture praticate da una sezione delle forze di sicurezza cecene legate al primo ministro Ramzan Kadyrov, fedele al Cremlino. Durante uno dei suoi viaggi in Cecenia, la Politkovskaya fu tenuta in stato di fermo per tre giorni. L'omicidio della giornalista richiamò l'opinione pubblica internazionale sulla libertà di stampa in Russia, dove la maggior parte dei media è sotto il controllo dello Stato e le voci critiche sono costrette a tacere. Secondo l'International Federation of Journalists, oltre 80 giornalisti sono stati uccisi negli ultimi 14 anni.
Muore a Londra, nel novembre dello stesso 2004, Alexander Litvinenko, ex colonnello del Kgb rifugiato in Gran Bretagna avvelenato mentre indagava sull'omicidio di Anna Politkovskaya. Nel suo intestino erano stati trovati tre strani oggetti di materiale denso che l'uomo avrebbe ingerito. In uno scritto reso noto dopo la sua morte, Litvinenko punta il dito contro Putin accusandolo di essere implicato nella sua malattia. Intanto viene individuato il veleno usato per ucciderlo. Si tratterebbe di polonio 210, sostanza altamente radioattiva e cancerogena.
Nonostante ciò, lei aveva continuato a denunciare gli abusi dei militari russi sui civili ceceni, anche nel suo libro «Cecenia, il disonore russo».
La coincidenza più strana è che Anna Politkovskaya viene assassinata davanti all’ascensore di casa sua proprio alla vigilia della pubblicazione di un libro sugli orrori della guerra in Cecenia. Si trattava della denuncia delle torture praticate da una sezione delle forze di sicurezza cecene legate al primo ministro Ramzan Kadyrov, fedele al Cremlino. Durante uno dei suoi viaggi in Cecenia, la Politkovskaya fu tenuta in stato di fermo per tre giorni. L'omicidio della giornalista richiamò l'opinione pubblica internazionale sulla libertà di stampa in Russia, dove la maggior parte dei media è sotto il controllo dello Stato e le voci critiche sono costrette a tacere. Secondo l'International Federation of Journalists, oltre 80 giornalisti sono stati uccisi negli ultimi 14 anni.
Muore a Londra, nel novembre dello stesso 2004, Alexander Litvinenko, ex colonnello del Kgb rifugiato in Gran Bretagna avvelenato mentre indagava sull'omicidio di Anna Politkovskaya. Nel suo intestino erano stati trovati tre strani oggetti di materiale denso che l'uomo avrebbe ingerito. In uno scritto reso noto dopo la sua morte, Litvinenko punta il dito contro Putin accusandolo di essere implicato nella sua malattia. Intanto viene individuato il veleno usato per ucciderlo. Si tratterebbe di polonio 210, sostanza altamente radioattiva e cancerogena.
Insomma, caro Berlusconi. O ci sei o ci fai.
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