Visti i livelli di illegalità e incostituzionalità (per riprendere un’espressione utilizzata dal Ministro Alfano) delle carceri italiane, nelle cui strutture continuano a salire esponenzialmente la tensione, i suicidi e gli atti di autolesionismo;
visto da un lato il sovraffollamento sempre più clamoroso e dilagante (4227 detenuti effettivi rispetto ad una capienza di 2520) e dall’altro il sottodimensionamento degli agenti e degli operatori all’interno delle strutture pugliesi, constatati grazie alla visita che parlamentari di tutti gli schieramenti hanno svolto negli istituti di pena italiani e anche della nostra Regione in occasione dell’iniziativa “ferragosto in carcere”, organizzata da Radicali italiani;
si ritiene che la Regione Puglia potrebbe lanciare intanto un segnale di importante attenzione rivolto a questo mondo, attraverso la nomina del Garante regionale dei detenuti (costituendo un esempio di sensibilità che potrebbe essere imitato nelle altre regioni italiane).
Già con legge n. 19 del 10.07.06 la Giunta Vendola aveva istituito questa figura, che però non è mai stata nominata di fatto.
In questa fase di vero e proprio collasso, il lavoro del garante, accompagnato da uno svuotamento delle carceri non più prorogabile ed eludibile, potrebbe essere utilissimo a porre sotto i riflettori in maniera costante una realtà ignorata.
La legge regionale riconosce infatti al garante in particolare il potere di segnalare il mancato rispetto della normativa penitenziaria e di verificare che le misure restrittive della libertà personale “siano attuate in conformità dei principi e delle norme stabiliti dalla Costituzione”.
In attesa e nella speranza che venga approvata la pdl (a prima firma on. Rita Bernardini) sulla istituzione del Garante nazionale, la nomina di questa figura a livello regionale può rappresentare la volontà di cambiare rotta da parte delle istituzioni rispetto a questa emergenza tutta italiana.
On. Rita Bernardini (Radicali- PD)
Avv. Sergio Tatarano ( tesoriere associazione radicale Diritto e Libertà).
visto da un lato il sovraffollamento sempre più clamoroso e dilagante (4227 detenuti effettivi rispetto ad una capienza di 2520) e dall’altro il sottodimensionamento degli agenti e degli operatori all’interno delle strutture pugliesi, constatati grazie alla visita che parlamentari di tutti gli schieramenti hanno svolto negli istituti di pena italiani e anche della nostra Regione in occasione dell’iniziativa “ferragosto in carcere”, organizzata da Radicali italiani;
si ritiene che la Regione Puglia potrebbe lanciare intanto un segnale di importante attenzione rivolto a questo mondo, attraverso la nomina del Garante regionale dei detenuti (costituendo un esempio di sensibilità che potrebbe essere imitato nelle altre regioni italiane).
Già con legge n. 19 del 10.07.06 la Giunta Vendola aveva istituito questa figura, che però non è mai stata nominata di fatto.
In questa fase di vero e proprio collasso, il lavoro del garante, accompagnato da uno svuotamento delle carceri non più prorogabile ed eludibile, potrebbe essere utilissimo a porre sotto i riflettori in maniera costante una realtà ignorata.
La legge regionale riconosce infatti al garante in particolare il potere di segnalare il mancato rispetto della normativa penitenziaria e di verificare che le misure restrittive della libertà personale “siano attuate in conformità dei principi e delle norme stabiliti dalla Costituzione”.
In attesa e nella speranza che venga approvata la pdl (a prima firma on. Rita Bernardini) sulla istituzione del Garante nazionale, la nomina di questa figura a livello regionale può rappresentare la volontà di cambiare rotta da parte delle istituzioni rispetto a questa emergenza tutta italiana.
On. Rita Bernardini (Radicali- PD)
Avv. Sergio Tatarano ( tesoriere associazione radicale Diritto e Libertà).
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