Non penso che i Francavillesi siano un popolo di gente stupida o inetta, ma ritengo piuttosto che la nostra comunità subisca più di altre il male dell’oscuramento di regime, dal quale derivano vizi antichi e preoccupanti.
Francavilla necessita di un nuovo approccio, di una differente gestione metodologica, di un cambiamento di rotta che dia il via ad ogni successiva, ulteriore e consequenziale riforma, piccola o grande che sia. Tutti bravi, ad ogni scadenza elettorale, ad invocare la liberazione dei cittadini dal ricatto della politica e ad ergersi a moralisti, nessuno che ancora abbia compreso quale sia la strada da intraprendere.
Così, nell’era della comunicazione telematica e dei “mondi virtuali”, Francavilla rimane ancorata a stantie e degradanti logiche contrarie ai più elementari principi di trasparenza.
Il problema principale è che la gente non sa; e meno sa, meno appare disposta a voler sapere. Più l’amministrazione scoraggia la conoscenza, meno i cittadini si interessano, convinti che, tanto, cercare di documentarsi sia uno sforzo vano. La questione principale è questa, nasce dal non poter conoscere e il non poter conoscere coincide col non poter decidere. Non informare su cosa accade in consiglio comunale è una strategia, consapevole o no, di conservazione dello status quo.
E, si badi, non è che questo dato non produca dei danni anche agli stessi amministratori: se infatti i cittadini non avranno avuto nessuna possibilità di vigilare sull’operato della politica, quest’ultima non si sarà creata gli anticorpi necessari per sentirsi pungolata nel fare bene. Prendete il Senato: è bastato diffondere solo i dati sulle scandalose assenze di alcuni parlamentari (anche della zona) per costringere la politica a darsi un contegno.
Ecco che allora, il sito internet istituzionale, che oggi rappresenta nient’altro che il biglietto da visita di una città, è privo di qualunque informazione degna di nota, persino dello statuto comunale.
Fatevi un giro virtuale e scoprirete che non vi è nessuna notizia online (a parte alcuni dati confusi sulle presenze dei dirigenti), noterete che il sito internet di Francavilla è il più povero tra tutti i siti di tutte le città, più o meno grandi, che ci circondano.
Ecco perché allora subito (anzi, da due anni!!), anche a Francavilla, anagrafe degli eletti e dei nominati, con tutte le informazioni relative all’attività dell’amministrazione e dei singoli consiglieri, dalla dichiarazione dei redditi alle presenze e agli atti presentati, fino alla trasmissione integrale delle sedute consiliari: per informare i cittadini e perché solo con l’informazione e con il conoscere per deliberare si potrà realizzare quel passaggio epocale che tutti dichiariamo di volere a parole ma che nessuno si impegna ad incoraggiare.
In campagna elettorale, in tanti avevano utilizzato questa nostra proposta come priorità del programma, con nostra somma gioia; purtroppo, ancora non abbiamo visto nulla. Quello che non consentirò è che questa idea venga bruciata come uno dei tanti spot elettorali ai quali, noi radicali, per nostra storia e diversamente da altri, non siamo abituati. Attendiamo perciò fiduciosi che davvero chiunque si faccia promotore concretamente in consiglio di questa iniziativa e che la stessa trovi la collaborazione degli esponenti politici di tutti gli schieramenti.
Francavilla necessita di un nuovo approccio, di una differente gestione metodologica, di un cambiamento di rotta che dia il via ad ogni successiva, ulteriore e consequenziale riforma, piccola o grande che sia. Tutti bravi, ad ogni scadenza elettorale, ad invocare la liberazione dei cittadini dal ricatto della politica e ad ergersi a moralisti, nessuno che ancora abbia compreso quale sia la strada da intraprendere.
Così, nell’era della comunicazione telematica e dei “mondi virtuali”, Francavilla rimane ancorata a stantie e degradanti logiche contrarie ai più elementari principi di trasparenza.
Il problema principale è che la gente non sa; e meno sa, meno appare disposta a voler sapere. Più l’amministrazione scoraggia la conoscenza, meno i cittadini si interessano, convinti che, tanto, cercare di documentarsi sia uno sforzo vano. La questione principale è questa, nasce dal non poter conoscere e il non poter conoscere coincide col non poter decidere. Non informare su cosa accade in consiglio comunale è una strategia, consapevole o no, di conservazione dello status quo.
E, si badi, non è che questo dato non produca dei danni anche agli stessi amministratori: se infatti i cittadini non avranno avuto nessuna possibilità di vigilare sull’operato della politica, quest’ultima non si sarà creata gli anticorpi necessari per sentirsi pungolata nel fare bene. Prendete il Senato: è bastato diffondere solo i dati sulle scandalose assenze di alcuni parlamentari (anche della zona) per costringere la politica a darsi un contegno.
Ecco che allora, il sito internet istituzionale, che oggi rappresenta nient’altro che il biglietto da visita di una città, è privo di qualunque informazione degna di nota, persino dello statuto comunale.
Fatevi un giro virtuale e scoprirete che non vi è nessuna notizia online (a parte alcuni dati confusi sulle presenze dei dirigenti), noterete che il sito internet di Francavilla è il più povero tra tutti i siti di tutte le città, più o meno grandi, che ci circondano.
Ecco perché allora subito (anzi, da due anni!!), anche a Francavilla, anagrafe degli eletti e dei nominati, con tutte le informazioni relative all’attività dell’amministrazione e dei singoli consiglieri, dalla dichiarazione dei redditi alle presenze e agli atti presentati, fino alla trasmissione integrale delle sedute consiliari: per informare i cittadini e perché solo con l’informazione e con il conoscere per deliberare si potrà realizzare quel passaggio epocale che tutti dichiariamo di volere a parole ma che nessuno si impegna ad incoraggiare.
In campagna elettorale, in tanti avevano utilizzato questa nostra proposta come priorità del programma, con nostra somma gioia; purtroppo, ancora non abbiamo visto nulla. Quello che non consentirò è che questa idea venga bruciata come uno dei tanti spot elettorali ai quali, noi radicali, per nostra storia e diversamente da altri, non siamo abituati. Attendiamo perciò fiduciosi che davvero chiunque si faccia promotore concretamente in consiglio di questa iniziativa e che la stessa trovi la collaborazione degli esponenti politici di tutti gli schieramenti.
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