martedì 25 gennaio 2011
Appello per un sit-in su trasparenza e democrazia: per il rispetto della parola e della legalità. Chi ci sta davvero?
Alle segreterie dei partiti politici di Francavilla
Al comitato per la legalità
A tutti i cittadini
Tra pochi giorni ricorre l’anniversario dell’approvazione, da parte del consiglio comunale di Francavilla, della mozione sull’anagrafe degli eletti (precondizione per il passaggio ad un sistema fondato sulla trasparenza e il buon funzionamento dell’amministrazione).
Ad agosto, poi, è stato approvato un odg che, oltre a richiamare la mozione sull’anagrafe, prevedeva una serie di importantissimi passaggi (da referendum e petizioni alla pubblicizzazione dello statuto fino alla diffusione on-line delle sedute del consiglio), necessari per giungere ad una riforma radicale delle istituzioni e per ottenere quella consapevolezza dei cittadini che oggi non esiste e che soccombe rispetto ad una delega in bianco alla politica.
Come ho avuto modo di ricordare decine di volte, quegli importanti passaggi sono stati mortificati dalla inconcludenza della nostra amministrazione.
In ragione di tutto questo, chiedo a tutti i cittadini, a partiti e associazioni, al neonato comitato per la legalità ed a coloro che hanno a cuore la rinascita democratica della città (rinascita che non può non partire dal rispetto delle regole), l’adesione ad un sit-in da tenersi davanti al Comune in occasione della prossima seduta di consiglio comunale, per chiedere alla giunta il rispetto degli impegni assunti.
Se la parola data precipita nel dimenticatoio, essa trascinerà con sé ogni speranza di rinascita civica, ogni barlume di riscossa democratica, finendo per esasperare in maniera irrecuperabile la distanza tra cittadini e politica.
Sta a noi, a tutti coloro che dichiarano di essere alternativi al regime, a chi si professa opposizione ma anche, più in generale, a chi –pure dalla maggioranza - lotta con coscienza per il bene della collettività, ricordare che solo se trionfa la verità nell’operato dei politici, solo se la “parola data” viene considerata legge da chi la pronuncia, si potrà realizzare un rilancio serio della politica.
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