giovedì 13 ottobre 2011

Se, per l'opposizione, liberare i cittadini non è una priorità.

Vari esponenti locali del PD, evidentemente risentiti per alcune mie esternazioni politiche critiche anche nei confronti dell’opposizione, dopo avermi dato del “supponente”, hanno recentemente liquidato le iniziative per le quali in questi anni mi sono speso come battaglie “non incisive sulla vita dei cittadini”.
Ritengo importante discutere solo dell’aspetto politico della vicenda.
Anzitutto, il PD, così facendo, non soltanto si mostra allergico a tutte quelle voci che rifiutino di svolgere il ruolo di utili idioti, ma pare molto più interessato alle urla personali, estemporanee ed a volte persino strumentali contro esponenti di maggioranza che non a proposte concrete.
A me pare che un simile operato riveli come obiettivo primario il (teorico) bene del partito piuttosto che il (reale) bene dei cittadini. La questione, sia chiaro, non è di “lana caprina”. Spiego subito il perché.
E’ concepibile, ad esempio, che a Francavilla progetti e studi radicali su questioni sociali come droga e sesso (che solo a sfogliare un quotidiano notiamo come riguardino centinaia di persone deboli e indifese, molto spesso gli ultimissimi della società) siano stati scientificamente ignorati, neppure degnati di un giudizio, foss’anche negativo? Sembra di vedere il PCI togliattiano intento a tenersi lontano da divorzio ed aborto, definiti “battaglie piccolo borghesi”. Ecco: l’attenzione, come allora, è a non rompere l’unità che i soliti laici rischiano di compromettere. Ma c’è dell’altro.
In un sistema democratico, ogni opposizione dovrebbe naturalmente impegnarsi per realizzare un serio controllo dell’operato della maggioranza: la cosiddetta anagrafe degli eletti (pubblicazione di tutti i dati sulla vita dell’ente comunale e sull’operato dei nostri amministratori) è precondizione per ogni riforma culturale ed istituzionale, dell’idea stessa di voto finalmente basato su un giudizio consapevole, e per l’affermazione di un principio di trasparenza, cioè rispetto delle regole ed uguale trattamento di ogni cittadino. Dopo essere stato cacciato dall’aula mentre filmavo con la mia telecamera, ho ottenuto la trasmissione online in diretta delle sedute consiliari, anche se in pochi lo sanno. Come pochi sanno (ed è responsabilità dell’amministrazione!) di poter depositare il loro testamento biologico, grazie ad una vittoria radicale.
Il problema è dunque l’informazione. Ed è anche il rispetto delle regole.
L’anagrafe (scelta quale priorità dallo stesso PD in campagna elettorale) è stata votata all’unanimità dal consiglio ma non ancora applicata a distanza di quasi due anni, come non applicato a 11 anni di distanza è l’istituto dei referendum comunali, lacuna di cui nessuno, nemmeno i referendari dell’ultima ora, sembrano preoccuparsi.
Violazione dello statuto (in tema di referendum) e mancato rispetto di quanto approvato in questa consiliatura (a proposito di anagrafe degli eletti). Questioni non incisive sulla vita dei cittadini, mi si dice dal “Partito Democratico” (non dal “partito qualunquista”!).
Ora: l’opposizione, che preferisce fare politica individuando il nemico nel singolo esponente di maggioranza (si chiami Berlusconi o Della Corte), non ha evidentemente ancora compreso che il punto è fissare e rispettare le regole. Così, è dalla violazione delle norme che deriva la morte delle istituzioni, è dall’ignoranza della gente che deriva l’impossibilità di un riscatto. Armare i cittadini attraverso la conoscenza e gli strumenti decisionali. Trasparenza, informazione, referendum. Obiettivi decisivi per una opposizione sinceramente democratica e liberale.

Nessun commento: