martedì 6 novembre 2007

Invito per l'ass. Bungaro.


Ho letto con interesse ed attenzione l’intervista all’assessore Bungaro apparsa sul Quotidiano venerdì 2 novembre.
Anzitutto dobbiamo stare attenti ad affrontare i problemi in maniera differenziata, cogliendo, in primo luogo, che l’alcool è un fenomeno di gran lunga più pericoloso della droga pesante (24 mila morti nel 2007 contro i circa 500 per droga). Pur tuttavia, nessuno immagina di rendere illegale la vendita degli alcolici.
Diverso discorso ancora riguarda la marijuana, per l’uso o abuso della quale non si è mai registrato alcun caso letale.
Ecco perché è fondamentale partire da dati scientifici che chiariscano i costumi reali dei giovani e, nello stesso tempo, dotarsi di strumenti che forniscano informazione scientifica.
Quando l’assessore dichiara l’auspicio che le famiglie facciano la loro parte, io concordo, però, per riuscirvi, non si può prescindere dalla conoscenza della realtà: lasciando da parte blitz polizieschi inutili e inquietanti, se le istituzioni sapessero che l’uso della cannabis (che non c’entra niente con le droghe pesanti) è molto più diffuso di quanto pensano, capirebbero cosa si nasconde dietro ad ogni fenomeno e non cadrebbero in allarmismi spesso ingiustificati e deleteri. La politica del calderone ideologico e antiscientifico, per la quale tutto è droga, o addirittura quella pubblicizzata dall’ass. Bungaro, della “proiezione di scene drammatiche” per i giovani delle scuole, in stile lavaggio del cervello, non funziona, ma rappresenta anzi la produttrice prima della confusione mentale dei giovani. Le droghe non sono tutte uguali ma hanno tutte bisogno di essere affrontate con strumenti diversi, dalla legalizzazione di quelle leggere, alla riduzione del danno per quelle pesanti.
Nella speranza che anche i presidi dimostrino di voler collaborare a questa iniziativa e che i partiti politici locali la smettano di stare in silenzio anche su questo punto, chiedo all’assessore un pubblico dibattito, nelle forme che Egli riterrà, per poter confrontare le nostre diverse visioni e soluzioni e per non continuare a chiudere gli occhi di fronte ad una realtà che preoccupa tutti e ci impone un impegno serio e non ideologico.

Nessun commento: