La notizia della “Notte bianca” francavillese arriva in una fase abbastanza confusa della vita amministrativa della nostra città, una fase nella quale il Sindaco sta facendo le valigie e già ci si prepara alle prossime elezioni. La notizia, dunque, ci coglie un po’ di sorpresa.
Non so bene come la nottata è stata organizzata e strutturata ma pare che tutti gli eventi (per i quali sono stati stanziati 5mila euro, una miseria) saranno concentrati in un ridottissimo spazio che va da piazza Umberto I a corso Umberto I. Giustamente già si sente reclamare da parte dei commercianti di Viale Lilla, i quali chiedono che anche la parte un tempo più animata di Francavilla venga presa di mira da potenziali acquirenti. E la rivendicazione a me pare assolutamente legittima.
La “Notte bianca” nasce come evento per mantenere viva la città durante l’arco di un'intera notte, ma non solo: essa può, e a mio avviso deve, rappresentare un momento di sperimentazione di nuove formule di vita cittadina. Non sono a conoscenza del numero di iniziative previste, né di come le stesse saranno organizzate, ma ritengo che sia doveroso da parte dell’amministrazione tentare di essere ambiziosa, senza ridurre quel giorno a un modesto concerto in piazza, tipo sagra paesana. Sia questa l’occasione per dare innanzitutto alla periferia francavillese la dignità che essa merita; senza voler effettuare paragoni improponibili, nel bene come nel male, ricordo con piacere l’edizione della Notte bianca napoletana di due anni fa in cui nell’estrema periferia si tenne uno degli eventi più importanti, il concerto di Lucio Dalla. Si organizzi pertanto qualche evento significativo anche nelle zone periferiche, garantendo un servizio navetta, magari gratuito, che possa consentire il reale mescolamento tra centro e periferia, e impedendo alle auto di scorazzare in lungo e in largo. Sia quello lo spunto per tracciare una città nella quale con l’auto ci si dovrà muovere il meno possibile.
Insomma, “Notte bianca” deve significare certamente valorizzazione di tutte le potenzialità del centro storico, ma prima ancora momento di gioia e di raccolta dell’intera comunità, anche di quella normalmente dimenticata, e occasione per una città di scoprirsi nuova, più bella, da un giorno all’altro.
Non so bene come la nottata è stata organizzata e strutturata ma pare che tutti gli eventi (per i quali sono stati stanziati 5mila euro, una miseria) saranno concentrati in un ridottissimo spazio che va da piazza Umberto I a corso Umberto I. Giustamente già si sente reclamare da parte dei commercianti di Viale Lilla, i quali chiedono che anche la parte un tempo più animata di Francavilla venga presa di mira da potenziali acquirenti. E la rivendicazione a me pare assolutamente legittima.
La “Notte bianca” nasce come evento per mantenere viva la città durante l’arco di un'intera notte, ma non solo: essa può, e a mio avviso deve, rappresentare un momento di sperimentazione di nuove formule di vita cittadina. Non sono a conoscenza del numero di iniziative previste, né di come le stesse saranno organizzate, ma ritengo che sia doveroso da parte dell’amministrazione tentare di essere ambiziosa, senza ridurre quel giorno a un modesto concerto in piazza, tipo sagra paesana. Sia questa l’occasione per dare innanzitutto alla periferia francavillese la dignità che essa merita; senza voler effettuare paragoni improponibili, nel bene come nel male, ricordo con piacere l’edizione della Notte bianca napoletana di due anni fa in cui nell’estrema periferia si tenne uno degli eventi più importanti, il concerto di Lucio Dalla. Si organizzi pertanto qualche evento significativo anche nelle zone periferiche, garantendo un servizio navetta, magari gratuito, che possa consentire il reale mescolamento tra centro e periferia, e impedendo alle auto di scorazzare in lungo e in largo. Sia quello lo spunto per tracciare una città nella quale con l’auto ci si dovrà muovere il meno possibile.
Insomma, “Notte bianca” deve significare certamente valorizzazione di tutte le potenzialità del centro storico, ma prima ancora momento di gioia e di raccolta dell’intera comunità, anche di quella normalmente dimenticata, e occasione per una città di scoprirsi nuova, più bella, da un giorno all’altro.