Trovo francamente avvilente quanto sta avvenendo nel centrosinistra.
Stiamo assistendo ad una storia grottesca, in cui si contrappongono due fazioni: da un lato il PD sta proseguendo il suo cammino alla ricerca del candidato sindaco da pescare quanto più a destra è possibile, secondo una logica coerente a “questo” partito democratico veltroniano incolore.
Quello che indispone ancora di più è l’atteggiamento dell’altra parte di coalizione che, dopo aver rifiutato le primarie, oggi ha la spudoratezza di pronunciarsi contro il candidato (moderato o no, importa poco) voluto da alcuni, come se essa avesse indicato una strada diversa. Non si sapeva fin dall’inizio che l’alternativa era tra accettare il candidato del PD e rompere? Oggi si ha il coraggio di dichiararsi sostenitori delle scelte dal basso e nello stesso tempo non spendere neppure una parola per coinvolgere i cittadini, ma si lascia al contrario che da equilibri provinciali o regionali del PD dipenda una decisione fondamentale per il cammino in comune della coalizione (a proposito: ma dove sono andati a finire i 3 milioni e mezzo della festa democratica del 14 ottobre?).
La libidine del sollevamento del tavolo evidentemente non poteva essere sottratta a chi ha fin dall’inizio deciso di sacrificare i principi democratici per il bene supremo del partito, come storia di certa sinistra insegna.
La nostra lealtà di radicali è stata, dunque, ancora una volta trattata nella maniera più indegna, anche di fronte ai riconoscimenti, di fronte agli inviti espliciti che abbiamo a più riprese rivolto a tutti, senza mai convocare incontri segreti, ma agendo sempre alla luce del sole. Oggi veniamo esclusi da qualunque inciucio o pastrocchio. Ne prendiamo atto con l’orgoglio di chi sa di aver avuto nel progetto democratico e per la trasparenza la propria stella polare.
Se un democratico c’è, spendesse una parola in tal senso, per salvare questo centrosinistra da se stesso.
19 commenti:
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Fuori dalla genericità, quello che Tu chiami "l'altra parte di coalizione" altri non è che Filomeno (l'ex sindaco).
Senza costui Rifondazione Comunista avrebbe già deciso di seguire un percorso comune con il P.D. - sostenendo le primarie, probabilmente - poiché i numeri (che sono quelli che comandano sotto il profilo elettorale) ci dicono che R.C. prende il consigliere se sta in coalizione altrimenti se lo scorda non avendo la maggiore quantità di voti necessaria a far eleggere il consigliere andando da soli.
Allora occorre chiedersi: cosa vuole Filomeno?
A questa risposta la classe dirigente francavillese sta provando a dare una risposta senza riuscirvi da 14 anni. E' inutile chiederlo a lui che nemmeno lo sa.
Del resto non si capisce questo rapporto preferenziale tra l'ex sindaco ed il csx visto e considerato che non è nè un riformista e neanche un popolare. La cultura politica di Filomeno è quella tipica qualunquista, conservatrice, moralisticheggiante da teo-con sino a sconfinare nel legalismo giustizialista (che ha poco a che fare con lo stato di diritto ed il liberalismo).
Pertanto, una cosa da fare pregiudizialmente sarebbe quella di istituire una conventio ad escludendum che cacci via dalla coalizione il sig. Filomeno, ex sindaco.
Non sembri una esagerazione la mia: una politica che aspira a governare deve pur imparare a saper dire dei no. Il no a Filomeno non potrà che essere foriero di conseguenze positive.
Sergio,la risposta al tuo post è a tua portata di mano da stasera su:
trecento60
democraticifrancavilla
casadelpopolo
Saluti Angelo Roma
Caro Antonio le esclusioni pregiudiziali le lascio fare ad altri.
Caro Angelo, quella non è una risposta ma un manifesto ideologico che condanna fuori da qualunque contesto storico quei partiti in virtù di un pregiudizio classista.
Cosa vuol dire che il candidato non può essere una persona che svolge una attività piuttosto che un'altra? Siamo alla frutta davvero. Peraltro, ciò che contesto è la legittimità di quei partiti a rifiutare qualunque nominativo dopo che si sono tutti in maniera compatta opposti alle primarie. Se avessero richiesto le primarie oggi potrebbero proporre il loro nome. Ma si sa che la democrazia è per molti un gioco di opportunismi.
Caro Sergio,
anch'io sono passato dalla disillusione dei principi democratici evocati per opportunismo e poi messi sotto i piedi.
E' proprio per questo che adesso preferisco dire pane al pane e vino al vino senza malcelate ipocrisie: anche in democrazia giunge il momento di dover dire dei no.
E se non si ha il coraggio di dirli lasciandoli agli altri non si fa altro che abdicare al proprio ruolo che, invece, in certe circostanze può essere rilevante.
Restando al fatto: ora che l'altro csx ha consumato la contraddittorietà che Tu ben evidenzi è proprio il momento di rilanciare le primarie al csx, quello vero.
Tanto chi si illude sull'ipotesi Bianco resterà a mani vuote.
Sergio, abbi più fiducia in Te stesso e vai avanti!
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