lunedì 12 gennaio 2009

Storia del percorso verso le amministrative.



L’atteggiamento ambiguo che si è tenuto a Francavilla rispetto alle primarie è la dimostrazione dell'approssimazione della classe dirigente del centrosinistra.
Quest'estate, dopo mesi di predica vana, tentai di raccogliere firme “simboliche” a sostegno di quello strumento democratico, ma fui costretto ad abbandonare l'idea a causa della totale mancanza di soggetti (a parte i compagni radicali e tre-quattro indipendenti cui va il mio apprezzamento) in grado di scorgere in quella proposta l'unica vera soluzione al pantano partitocratico.
Scrivevo il 31 maggio scorso in una lettera al segretario del PD : “Sia chiaro: chi è contrario alle primarie, è per il ritorno al vecchio, alle scelte delle segreterie chiuse e stantie. Tertium non datur.” E ancora prima, il 12 maggio: “Chiedo che si discuta ancora una volta sulla necessità o meno di rispettare la parola data, i patti, i principi enunciati e sistematicamente traditi, a partire dall’art. 20 dello statuto del PD”.
Non si tratta di un’autocelebrazione, ma della pubblicizzazione delle responsabilità e dei tentativi di proporre un accordo, cercato da noi anche dopo che una parte del centrosinistra decise di buttarci fuori dalla coalizione.
A quelle lettere, neanche a dirlo, non fece seguito nemmeno una pernacchia da parte di nessun esponente ufficiale.
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La coerenza non è necessariamente un valore (si può, è lecito cambiare idea), ma la buona fede sì.
Quando, passata l'estate, tutti i partiti del centrosinistra si sono incontrati mantenendo le posizioni immutate rispetto alla primavera, mi sono letteralmente cadute le braccia dinanzi, da un lato, a chi si appellava ad un "regime emergenziale" (“non possiamo disperdere forze con le primarie, dobbiamo approfittare del momento di crisi del centrodestra”) che legittimerebbe sempre tutto, anzitutto il tradimento dei valori e degli statuti, e, dall'altro, a chi il candidato già ce l'aveva e non aveva (come non ha) nessuna intenzione di ritirarlo perché il settarismo è nel dna di certa sinistra. Tutti uniti contro le primarie, dunque.
Neppure allora, dopo il periodo di pausa estivo, ci fu qualcuno che dall'interno o dall'esterno del pd o da altri partiti, disse una sola parola in appoggio al sottoscritto.
Tanto meno, oggi, i cosiddetti "giovani" del PD, che di quello strumento sono prodotto recentissimo e fiero.
Insomma, se il PD annaspa, la responsabilità è non solo del PD stesso (che ha voluto pervicacemente e ostinatamente rifiutare le primarie per 7-8 mesi) ma anche dei partiti della cosiddetta sinistra (che hanno scelto deliberatamente quella linea antipartecipativa da subito, si direbbe “senza se e senza ma”, sapendo che sarebbero andati allo scontro frontale e scegliendo lo scontro con l’alibi della candidatura di Bianco ventilata dal PD).
Dentro al PD, poi, è possibile che nessuno abbia mai neppure bofonchiato alcunché, durante le riunioni a cui ho preso parte, non dico per criticare il segretario e conseguentemente indicare una soluzione che fosse contrastante, ma nemmeno per porgere una domanda: “E se stessimo sbagliando?”?
Mi sia consentita l’intrusione in casa del partito più forte del centrosinistra, nel bene della coalizione con la quale decido sciaguratamente di stare: ma i compagni si sono ricompattati sulla improvvisa e inspiegabile sfiducia al segretario, con una scelta che sa di masochismo. Se si vota contro una linea, si presume che si voti anche a favore di un’altra. Dunque, qual è la linea attuale?

Oggi l’amico Giuseppe Bruno rilancia, e finalmente parla anch’egli di "statuto alla mano".
Ci si accorge di uno statuto, delle regole, dei principi(?) cui sarebbe ispirato un partito. Finalmente.
Ma è normale che non si capisca più nulla, è normale che coloro i quali si sono spesi per "evitare a tutti i costi le primarie" dovranno rendersi conto che non si può giocare con i "valori", i principi scritti negli statuti. E' normale che quello strumento perda di significato se si sostiene che va utilizzato solo per ricompattarsi e non come scelta irrinunciabile di trasferimento di poteri dal partito direttamente nelle penne dei cittadini.
Io non credo minimamente che si riusciranno ad organizzare primarie di coalizione, ma penso che quelle sarebbero (state?) l'unica scelta di un gruppo di forze radicalmente democratiche, alternative e in discontinuità rispetto allo strapotere dei partiti locali.
Temo invece che qualcuno tenterà di incartare una (non)competizione preconfezionata dalla quale uscirà un vincitore già scritto. Anche a questo ci opporremmo con tutte la nostra forza.

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