L’effetto scenico e il colpo d’occhio offerti dalla prima uscita dell’ex Presidente degli industriali sono stati a dir poco impressionanti. Certamente, vedere ridotta la politica a pura spettacolarizzazione e ad una operazione di marketing (quante volte condannate dai compagni del PD se a farlo era ed è il diavolo Berlusconi!), con l’abbraccio a metà strada tra il candidato Presidente e il sen. Curto e un fiume di gente pronta ad occupare militarmente la piazza, tutto questo mi ha francamente irritato. Ho ascoltato poco del comizio di Ferrarese, perché poi la pioggia e i pruriti mi hanno costretto ad allontanarmi: ho potuto captare appena il discorso sul rigassificatore (come industriale favorevole, come amministratore contrario), che mi ha lasciato quanto meno perplesso, e poco altro. Tutto ciò, senza contare l’imbarazzo collettivo facilmente intuibile nei compagni del PD nell’applaudire un leader insieme agli avversari di sempre: qualcosa che neanche il più disinvolto e spregiudicato politico potrebbe riuscire nell’impresa di far passare come un’evoluzione naturale delle cose. Per digerire questa manovra non bastava mettere da parte la difesa della razza pura: bisognava rimanere in apnea per la durata di tutta la campagna elettorale, per poi riprendere a respirare a giochi fatti, cancellando la propria storia con un colpo di spugna. Francamente troppo.Non ho condiviso la scelta provinciale (fortemente politica, non semplicemente localistica e territoriale, ma direi strutturale, definita “laboratorio”) operata dal PD: credo che sia noto a tutti.Che fare alle amministrative di Francavilla, quindi? Non mi addentrerò sulla linea che intendo proporre (cosa che farò in occasione del comizio della Lista Bonino-Pannella di sabato sera alle 20, alla presenza di Sergio D’Elia), sottolineando come io abbia avuto modo di esprimere apprezzamento per alcune aperture importanti di Tommaso Resta e del segretario PD, Marcello Cafueri: mi limito ora ad analizzare la competizione provinciale. Si noti un punto: cosa ci stanno dicendo delle passate amministrazioni? Nulla, non sappiamo nulla. Noi avevamo proposto l’anagrafe degli eletti anche in Provincia, con lo scopo ancora più profondo che negli altri enti. Lo scopo era quello di verificare e rendere nota l’utilità o meno di quell’ente. Ma l’immobilismo ha vinto anche in questo caso. Niente è avvertito come qualcosa di tanto lontano dalla vita dei cittadini quanto la Provincia; la produttività degli assessori e dei consiglieri (dei quali molto spesso dimentichiamo persino l’esistenza) è un dato del tutto sconosciuto ai più.La Provincia si trasforma allora in qualcosa di inafferrabile, che la gente percepisce solo come uno spreco di soldi, con un costo che arriva a 50.000.000 di euro ogni anno nel nostro Paese.Per questo voterò e inviterò a votare scheda bianca, per dare un segnale chiaro: i cittadini non riescono a parlare alle provincie e manifestano in questo modo la richiesta, se non di un’abolizione, quanto meno di una profonda riforma. C'è qualche candidato che si impegna in tal senso?
lunedì 18 maggio 2009
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