giovedì 11 giugno 2009

Analisi del voto amministrativo.

Se, per quanto concerne la Provincia, faccio parte di quel 10% circa che ha annullato o lasciato bianca la scheda, al Comune, come si sa, ho votato per Tommaso Resta. Il mio è stato un voto politico, più che personale. Stimo Tommaso ma ho voluto premiare soprattutto la gestione della sua campagna elettorale, molto più convincente di quella di tre anni fa. La coalizione di Mario Filomeno, invece, trinceratasi dietro l’obiettivo minimale di svuotare, di voti e di senso, il partito più grande della coalizione, deve prendere atto di aver contribuito in maniera determinante alla vittoria delle destre: si poteva e si doveva criticare il PD ma non per svuotarlo, bensì per aiutarlo nella difficile impresa di guidare il centrosinistra. Personalmente ho provato a fornire un contributo di idee che mi pare sia stato recepito ed apprezzato da Tommaso.
CHI HA VINTO
Il centrodestra (compreso l’UDC) raggiunge un risultato complessivo a dir poco spaventoso, ma il vero vincitore morale delle elezioni è il sen. Curto, che offre una dimostrazione di forza autentica e che conduce per mano l’UDC a secondo partito di Francavilla.
Chiunque pensasse di lavarsi le mani dicendo che Francavilla ha ciò che si merita, farebbe un errore madornale e perderebbe l’ennesima occasione per analizzare una sconfitta: i cittadini percepiscono gli entusiasmi, fiutano l’aria e se vedono che il centrosinistra (già minoritario) non ha la capacità di mettersi insieme neppure quando sono spaccati dall’altra parte, allora preferiscono il vecchio.
RESPONSABILITA’
La condizione imprescindibile per presentarsi a queste elezioni era quella di trovare un candidato unico per tutta la coalizione di centrosinistra. Solo per la cronaca e per rinfrescare la memoria a qualcuno (perché non si ricada nello stesso tranello anche la prossima volta), il fatto che non si sia riusciti in questo obiettivo va ricondotto agli errori di una strategia di indicazione del candidato sindaco (ed a nient’altro!) ed in particolare al fatto che, oltre un anno fa, nessuno (ad esclusione del sottoscritto) volle le primarie.
Il dato complessivo dei due candidati di centrosinistra va interpretato con attenzione: siamo certi che esso non sarebbe cresciuto se ci si fosse presentati con un solo candidato? Siamo certi che con un solo candidato non si sarebbe incoraggiata tanta gente a partecipare ed a buttarsi nella mischia, invece di trovarsi nella condizione in cui si sono trovati vari partiti, e cioè ad elemosinare la disponibilità a riempire liste vuote di voti?
PROSPETTIVE
Le prospettive, a questo punto, sono nere. L’opposizione dovrà rinascere anche dall’esterno del Consiglio Comunale, visti i numeri e i rapporti di forza che si creeranno lì dentro.
Cedere alla tentazione di un accordo folle con qualcuno degli attori del ballottaggio sarebbe un’operazione politica che produrrebbe l’unico risultato di dare dignità e ragione alle teorie della sinistra filomeniana. Occorre, al contrario, ripartire da ciò che Tommaso ha creato, dalla importante opera di leadership che ha realizzato attorno a sé e che non può essere dissipata, soprattutto perché egli ha ricevuto consenso sulla prospettiva di iniziare un percorso lungo e faticoso ma anche di grande dignità per il bene, penso io, non semplicemente del PD (alla sorte del quale molti potrebbero essere disinteressati), ma dell’intera opposizione e quindi della città. Se questo sarà il futuro, sarò pronto a sostenere questo progetto e ad offrire il mio contributo.
Bisogna perciò ripartire da una opposizione nella città, dal basso, con il controllo forte dell’operato di chi andrà a combinare non si sa cosa in un Consiglio Comunale che assumerà sempre più le caratteristiche di un circo.
Qui non c’è da lavarsi le mani in ragione di una manovra pilatesca, ma c’è da perseguire una coerente e dignitosa prospettiva politica e da rispettare la parola consegnata agli elettori durante la campagna elettorale

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