venerdì 17 febbraio 2012

Liberare dalle auto Francavilla.


Alcuni mesi fa, con un referendum cittadino, l’80% dei milanesi ha chiesto la riduzione di traffico e smog attraverso il potenziamento dei mezzi pubblici, la pedonalizzazione del centro e soprattutto l'estensione dell'Ecopass.

Nello stesso periodo, ho lanciato, dalle colonne di questo mensile, la proposta di un referendum cittadino sulla chiusura del centro cittadino al traffico delle auto. Tale proposta, a differenza di quanto avvenuto a Milano, ha lasciato il “Palazzo” ammutolito (peraltro, finché in consiglio non si decideranno ad approvare il regolamento attuativo, non sarà possibile per i francavillesi lo svolgimento di un referendum. Ma questa, forse, è un’altra storia).

Quello che invece mi chiedo oggi è perché mai anche una città come la nostra non possa prepararsi adeguatamente al futuro, con azioni in grado di governare i fenomeni. Francavilla non è Milano, si dirà: appunto! Questa è una ragione in più per disincentivare l’uso dell’auto, visto che le distanze da coprire a Francavilla sono estremamente contenute e dunque percorribili a piedi od in bici, diversamente da Milano.

Se ci si fa caso, però, tutte le città sono pensate per ospitare le automobili e le amministrazioni che hanno cercato di invertire la rotta (come nel caso di Milano), lo hanno fatto solo per evitare il collasso. E’ il modus operandi della politica italiana, incapace di prevedere gli eventi, disposta ed abituata solo –nella migliore delle ipotesi- ad interventi tampone ed emergenziali.

Spesso si parla della necessità di modifiche culturali dei cittadini, ma poco o nulla si dice su quelle che dovrebbero essere, in tal senso, le indicazioni di una amministrazione.

Il diffuso utilizzo sconsiderato dell’auto significa occupazione di spazio urbano, consumo di risorse ed imbruttimento degli spazi comuni, nonché sperpero di denaro.

Sarebbe ora di effettuare una scelta netta e di impegnarsi per rendere la nostra città letteralmente inospitale per le auto. Diversamente, chi mai riterrà di prediligere l’uso della bicicletta oppure quello delle proprie gambe o dei mezzi pubblici per effettuare spostamenti? Ecco allora subito tre proposte per riformare Francavilla:

1 chiusura del centro al traffico delle automobili;

2 incentivi all’uso delle biciclette (ad esempio, attraverso la creazione di postazioni di bike-sharing);

3 trasporto gratuito –almeno per un periodo iniziale- per tutti sui mezzi di trasporto pubblico, ad oggi pressoché inutilizzati (proposta alla quale la stessa STP, tempo fa, si era dichiarata favorevole).

Ovvio come sarebbe opportuna la creazione di piste ciclabili o comunque una messa in sicurezza di detti percorsi (dalle segnaletiche ai sensi unici fino ai semafori per le bici), ma ad oggi appare preliminare acquisire la consapevolezza della necessità di un intervento più organico e non improvvisato (si pensi alla chiusura estemporanea di qualche via a cui non segue nessun intervento ragionato).

Superfluo dover riferire quali e quanti vantaggi potrebbero derivare da scelte del genere: dal punto di vista ambientale, della salute per chi circola in bici o a piedi, dell’economia delle famiglie e pure dei commercianti, del miglioramento anche estetico delle città (che sarebbero sempre più riconquistate dai cittadini e sempre meno occupate dalle auto).

La politica, pertanto, ha il dovere di uscire allo scoperto e pronunciarsi su un’idea chiara di città, sulla quale sarebbe veramente auspicabile un confronto: se non si ritiene che questo sia un tema su cui dividersi, contrapporsi ed appassionarsi, allora su cosa dovremmo farlo? Sui cambi di casacca opportunistici, fatti per continuare a galleggiare? Ma per favore…

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