venerdì 11 luglio 2008

Dalla politica del controllo (del voto), al controllo della politica (col voto).



La mia soluzione è in questo slogan, chiaro, limpido, secco (e che magari tra un po' di tempo, quando ci si renderà conto della necessità di perseguire questa via, qualcuno riprenderà). Ascolto in questo periodo il continuo richiamo alla legalità come elemento di rottura e discontinuità dall'operato delle precedenti amministrazioni; leggo dichiarazioni di quanti ritengono che bisogna condannare il vecchio modo di fare politica nella stanza dei bottoni e sopra la testa degli elettori, tanto quanto dei militanti. Tutti o quasi affermano che è su questo che dovrebbe fondarsi la coalizione (allargata) di centrosinistra. Benissimo! Martedì non porrò nessun'altra questione che non abbia a che fare con democrazia e legalità. Dunque, primarie e anagrafe degli eletti. Nient'altro. Vedremo chi ci starà o si assumerà la responsabilità di dire no a tutto ciò, magari indicando su quali altri punti si dovrà fondare l'accordo della coalizione, quali caratteristiche dovrà avere il candidato sindaco e da chi dovrà essere condiviso il futuro nome (dalla stessa persona che individua quel nome? Cioè, io condivido la mia scelta: viva la democrazia!). Come dire, gli errori insegnano, ma solo a chi ha voglia di imparare.

2 commenti:

cicciolo ha detto...

cosa intendi per anagrafica degli eletti?

Anonimo ha detto...

Anagrafe degli eletti è un concetto già più volte richiamato anche in questo blog e che consiste nell'inserimento su internet di tutta l'attività del Consiglio comunale, dei singoli consiglieri, del Sindaco e degli assessori, in modo da rendere possibile, a tutti i cittadini, l'accesso ad informazioni, ad oggi negato; in questo modo potremmo effettivamente "conoscere per deliberare", potremmo veramente sapere come vengono spesi i nostri soldi, sapere magari, per esempio, che fine abbiano fatto i 40 mila euro utilizzati per creare un sito internet che non è attivo. Questa sarebbe, a mio parere, una risposta politica (e non antipolitica) al malcostume della macchina amministrativa francavillese e un segnale fortissimo di rottura col passato.