martedì 28 ottobre 2008

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.



Quattro mesi fa si diede inizio agli incontri tra le forze del centrosinistra in preparazione delle amministrative 2009: fin da subito, tutti i partiti, ad eccezione di- e contrariamente a- Radicali Italiani, da un lato dichiararono la volontà di evitare ad ogni costo le primarie e dall’altro assunsero la disinteressata (ma chi ci crede?) posizione di disponibilità rispetto alle più varie proposte sui nomi del candidato sindaco. Si voleva far credere che la filosofia adottata per la scelta del candidato sindaco era “un nome vale l’altro”.
Pur prevedendo un inevitabile scontro, rispettammo la posizione sostenuta dalla maggioranza dei partiti, i quali però di lì a poco giungevano (quelli, mica noi) ad una rottura a seguito della formulazione di un nome da parte del PD (e, contestualmente, all’inspiegabile e inspiegato isolamento del nostro partito).
Sono passati alcuni mesi da allora e questo è quanto è emerso ieri.
Il PD, dopo aver meritoriamente convocato la riunione, fingendo che i nomi finora trapelati siano stati invenzione della stampa, ha espresso semplicemente la disponibilità all’ascolto (?) e, sollecitato da più parti, ha preannunciato che a breve ufficializzerà il nome in grado di ricompattare la coalizione.
Dal canto loro, gli altri partiti hanno ribadito di voler proseguire il percorso intrapreso finora, esprimendo tuttavia la non contrarietà aprioristica al candidato che verrà indicato dal PD.
La riunione si è conclusa in un’atmosfera di surreale serenità (aggiungiamo noi, la serenità che precede un nuovo scontro), a parte le piroette collettive messe in scena per convincermi sulla dannosità delle primarie, che hanno animato la parte finale dell'incontro.
La delegazione radicale (composta da Aldo Biagini Majani e dal sottoscritto) ha ripetuto lo stesso concetto sostenuto in tutte le riunioni del 2008, a favore delle primarie come strumento di coinvolgimento democratico e anche come criterio certo per la scelta del candidato, la quale resta invece ancorata a personalismi che non si capisce ancora come dovranno essere superati. Strano, però: immaginavamo che il PD, messo alle strette, avrebbe optato per le primarie, quanto meno per opportunismo. Invece, si continua con la stessa illusione di luglio, convinti che si potrà tirare dal cilindro magico un nome che riuscirà a mettere tutti d’accordo; l’illusione diventa utopia in questo preciso frangente in cui una parte del centrosinistra ha pure individuato un candidato che quindi, non si sa per quale ragione, a quali condizioni e a favore di chi, dovrebbe compiere un passo indietro.
Se non c'è più alcun dubbio sulla volontà di tradimento dei principi democratici da parte del centrosinistra, resta invece l'interrogativo di come la stessa coalizione speri di uscire da questo pantano. Aspettiamo con ansia.

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