Apprendo dalla stampa che il PD vorrebbe riaprire la discussione interna al centrosinistra. Personalmente, non posso che essere favorevole ad un dialogo che, da parte nostra, non si è mai interrotto con chiunque abbia voluto, in questi mesi e sempre, instaurare un confronto trasparente con noi.
Ciò premesso, vorrei però ben cogliere l’autentico significato di suddetta apertura.
Traspare infatti, in maniera diabolicamente perseverante, la propensione negli amici e compagni del PD a ricercare un candidato, al di là dell’indecifrabilità dell’espressione “non tradizionalmente vicino al centrosinistra” (?), con metodi ancora poco chiari e arbitrari, nonostante il disastro provocato nei mesi trascorsi dallo sciagurato preaccordo PD-UDC.
Per tale motivo, colgo l’occasione per ripetere quanto già è stato sostenuto da noi per mesi in maniera petulante, certo, ma evidentemente lungimirante, visto che se fossimo stati ascoltati si sarebbe evitata la situazione di pantano attuale e si sarebbe dato forza ad un progetto realmente democratico e partecipativo: impegno sull’anagrafe degli eletti, come scelta programmatica di discontinuità, e primarie aperte, vale a dire competizione nella quale possa candidarsi (e votare) chiunque dichiari di voler sostenere il progetto del centrosinistra, senza che il singolo sia espressione di un determinato partito. Nessun aut-aut da parte nostra, ma semplici punti concreti sui quali è indispensabile fare chiarezza per verificare che le cosiddette aperture siano poi effettivamente apprezzabili come tali e non siano piuttosto giochetti creati per prenderci in giro.
Ciò premesso, vorrei però ben cogliere l’autentico significato di suddetta apertura.
Traspare infatti, in maniera diabolicamente perseverante, la propensione negli amici e compagni del PD a ricercare un candidato, al di là dell’indecifrabilità dell’espressione “non tradizionalmente vicino al centrosinistra” (?), con metodi ancora poco chiari e arbitrari, nonostante il disastro provocato nei mesi trascorsi dallo sciagurato preaccordo PD-UDC.
Per tale motivo, colgo l’occasione per ripetere quanto già è stato sostenuto da noi per mesi in maniera petulante, certo, ma evidentemente lungimirante, visto che se fossimo stati ascoltati si sarebbe evitata la situazione di pantano attuale e si sarebbe dato forza ad un progetto realmente democratico e partecipativo: impegno sull’anagrafe degli eletti, come scelta programmatica di discontinuità, e primarie aperte, vale a dire competizione nella quale possa candidarsi (e votare) chiunque dichiari di voler sostenere il progetto del centrosinistra, senza che il singolo sia espressione di un determinato partito. Nessun aut-aut da parte nostra, ma semplici punti concreti sui quali è indispensabile fare chiarezza per verificare che le cosiddette aperture siano poi effettivamente apprezzabili come tali e non siano piuttosto giochetti creati per prenderci in giro.
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