venerdì 7 novembre 2008

Legalizzazione (e informazione) contro liberalizzazione di fatto (e disinformazione).


Alcuni mesi fa, i radicali e coscioniani francavillesi formularono una richiesta a tutti i capi d’istituto delle scuole superiori perché questi sottoponessero un test anonimo ai ragazzi relativo all’uso di droghe leggere e pesanti.
In quella circostanza, non soltanto non fummo ascoltati ma addirittura nessuno si degnò di fornirci una risposta, foss’anche negativa.
Oggi ascolto lo sconcerto collettivo, leggo che aumenteranno i controlli e che verranno installate telecamere o che si cronometrerà il tempo che uno studente impiega ad andare in bagno.
Il risultato del proibizionismo (come sempre a braccetto con la disinformazione e la repressione) è ancora una volta sotto gli occhi di tutti: liberalizzazione incontrollata e incontrollabile, di fatto, delle droghe, panico dei cosiddetti adulti, incomunicabilità con i ragazzi, commistione tra spacciatori e consumatori e lancio di minorenni in pasto al mercato regalatoci da chi ancora pensa di potersi lavare la coscienza proibendo tutto e in realtà privando la società dell’unico strumento in grado di sfidare il flagello droga (come ogni flagello clandestinizzato), cioè la regolamentazione e l’informazione.
A livello locale, non ci resta che continuare a proporre campagne informative serie e laiche, senza calderoni ideologici (del tipo “le droghe sono tutte uguali”) i quali rappresentano la linfa di un problema che, magari in buona fede, utilizzando parole che gli studenti percepiscono come vuote, si continua ad alimentare. Ecco perché noi radicali torneremo a proporre alle scuole argomenti tabù come droga e sesso.

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