martedì 2 dicembre 2008

Il Vaticano discrimina i gay: dov'è la notizia?!


Nell’anno del Signore 2008 ci tocca ancora di dover leggere e apprendere dai mezzi di informazione che il Vaticano si oppone al progetto di depenalizzazione universale dell’omosessualità appoggiato da tutti i Paesi dell’UE.
Ritengo sia doveroso che la gente, i credenti, sappiano, conoscano la misericordia con cui quelli dipinti da buoni continuano a entrare nelle nostre case, a chiedere soldi, a circondarsi di ori, a pretendere di travestirsi da benefattori e a criticare il relativismo, unico strumento di tolleranza in un mondo distrutto da guerre religiose (quelle che il Papa ha dichiarato essere sostanzialmente inevitabili, pochi giorni or sono).
La mia posizione è assolutamente intuitiva, intuibile e dunque non voglio spendere molte parole a riguardo, ma solo limitarmi a rendere conoscibile, con i pochi mezzi che ho, l’operato vaticano. Vorrei chiedere a coloro che affollano le chiese di paese dove sia Cristo dinanzi al divieto imposto a celebrare i funerali a Welby? Dov’è nascosto quando si vuole mantenere in vita la “materia” del malato immobile? In quale anfratto Egli vive, d’altro canto, se si disprezza profondamente la coscienza, le scelte, la intima propensione alla libertà, al modo di amare di ogni uomo? La concezione violenta e brutale, assolutamente irrispettosa del genere umano e quindi anticristiana, emerge ancora una volta da questa posizione clericale del Vaticano, ancorato ad una storia che esso rivendica di non lasciarsi alle spalle.
In altre parole, la condanna della Chiesa, confondendo la legge con la morale, rappresenta oggi il sostegno alle posizioni persecutorie delle grandi teocrazie e al mantenimento del reato di omosessualità da parte di 91 Paesi al mondo, 9 dei quali puniscono questa condotta con la pena di morte.

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