CAMPAGNA ELETTORALE ILLEGALE
So bene che in periodo di campagna elettorale ogni messaggio e appello al voto scivola comprensibilmente via dinanzi all’invadenza trasversale e all’illegalità diffusa di chi, per esempio, ritiene giusto affiggere manifesti un po’ ovunque (non solo dimostrando disprezzo dell’ambiente, ma ponendo in essere un attentato ai diritti politici dei cittadini, compiendo un gesto di tracotanza volto a truccare le regole del gioco democratico e degli uguali spazi per tutti).Se è vero tutto ciò, è vero anche che il partito radicale fa della lotta ai manifesti abusivi non una campagna improvvisata, ma un coerente elemento del proprio DNA, uno dei tanti ambiti della denuncia del caso Italia: il rispetto delle leggi (e in particolare di quelle inerenti la possibilità per i cittadini di “conoscere per deliberare”) è il fondamento della lotta di Marco Pannella; ma la partitocrazia ha bisogno di mentire, ha bisogno di disarmare i cittadini, di rendere il Paese giungla per poi colpire allo stomaco. Essa ha pure bisogno di leggi che le conferiscano potere (come farà anche il prossimo referendum sulla legge elettorale). Insomma, una volta esisteva il regime del Partito, oggi quello dei partiti o, se preferite, del “monopartitismo imperfetto”. Dicevo che è difficile entrare negli spazi della gente, su internet come dovunque, senza risultare antipatici e fastidiosi, senza lasciare che chi legge possa interpretare il nostro come un gesto opportunistico. Noi abbiamo questi canali e poco altro e ci scuserete se abusiamo della vostra pazienza.
LA NOSTRA DIVERSITA’
Eppure, per noi radicali il compito sarebbe più semplice e meno gravoso che per gli altri: perché non abbiamo da promettere, ma chiediamo solo di valutare, valutare il nostro operato, quello, in questo caso, di due parlamentari uscenti come Marco Pannella e Marco Cappato. Sarà un caso se siamo il partito dell’anagrafe degli eletti, cioè quel partito che vuole inserire ad ogni livello uno strumento con cui si possa verificare l’attività dei politici? Oggi inizia a scoperchiarsi il fenomeno dell’assenteismo e della nullafacenza a Bruxelles, per molti meta di politici trombati, per il partito radicale postazione privilegiata da trent’anni. Chiedetevi allora: chi si occuperà di dare forma al progetto spinelliano di Patria europea come spazio di democrazia, libertà e Stato di diritto? Chi si occuperà di Turchia, Israele, Tibet e Cecenia? Chi lotterà per mettere al bando pratiche come la pena di morte o le mutilazioni genitali femminili? Chi si batterà per la laicità, la ricerca scientifica, l’antiproibizionismo sulle droghe o i diritti di omosessuali e transessuali?L’IdV, innalzato a opposizione dal regime, che non riesce nemmeno a votare contro le ronde leghiste? O magari le sinistre comuniste unite nella grande lotta al 4%? O, piuttosto, il PD che vota col PdL per gli accordi con la Libia del dittatore Gheddafi?I candidati radicali, allora, se solo fossero conosciuti, partirebbero con un punto in più; e invece gli spazi di parola in meno ci impediscono di dialogare con i cittadini per dar loro voce, come sempre si è fatto scendendo per strada e rappresentando il partito dei referendum.
CANDIDATO SALENTINO
Roberto Mancuso è il candidato salentino al Parlamento europeo, segretario dell’associazione radicale nonviolenta Diritto e Libertà, con la quale abbiamo scritto bellissime pagine da partigiani in questi anni. La sua candidatura rappresenta un giusto riconoscimento a chi come Roberto ha sacrificato il quotidiano, il vissuto per scendere nelle piazze gelate dei nostri paesini a ricordare Piero Welby o si è battuto costantemente per i diritti del mondo LGBTE o, ancora, ha dato voce alle nostre tante battaglie grazie alle competenze e capacità nel mondo virtuale, grazie alle quali ci ha consentito di renderci “annusabili” e apprezzati da tanti.
STELLA GIALLA: PERCHE’?
I candidati radicali esibiscono una stella gialla in questa campagna elettorale: la stella gialla è il simbolo che fu imposto agli ebrei in Europa nel ’41. Ora: chi più, chi meno, si sta cercando di ridicolizzare il senso di questa iniziativa, che si accompagna al Satyagraha rappresentato dalla presentazione del libro sulla Peste italiana (il racconto di 60 anni di violazioni sistematiche della legge e della legalità calpestate dalla partitocrazia
http://www.radicali.it/view.php?id=141025 ). Lascio, allora, alle parole di Marco Cappato la spiegazione del senso di questa ambiziosa iniziativa, ricordando come in realtà, se vi è un rischio, questo è rappresentato dal fatto che questa ennesima idea pannelliana potrebbe fare breccia presso molti cuori, così come ha fatto con il vice Presidente del Parlamento tibetano in esilio, che ha già esibito quel simbolo: “Quando la legalità e la democrazia sono cancellate è un`illusione pensare che questo possa riguardare solo delle vittime isolate, magari i malati ai quali viene imposta la "morte all`italiana",oppure le vittime di quel dissesto idrogeologico che accompagna il dissesto ideologico e politico, oppure i migranti trucidati sulle coste libiche. Riguarda tutti, prima o poi, anche se in forme diverse da un passato che non si ripete. E se nel `41 avessero tutti fatto come il Re della Danimarca sotto dominio nazista, il quale annunciò che avrebbe indossato la stella gialla e ne rese così impossibile ogni imposizione nel suo regno, la noncurante accettazione di ciò che oggi (ma non allora) definiamo "indicibile" si sarebbe trasformata in rifiuto civile e di massa? A strage di legalità segue strage di popoli”.Ricordate, c’è il rischio che per la prima volta dal ‘79 i radicali scompaiano dal PE: sappiate che questo dipenderà da voi, dalla vostra capacità di comprendere che anche un radicale solo fa la differenza.