Venerdì sera sono andato via senza passare dalla piazza. Non mi interessava partecipare ad un pubblico dileggio di un politico, direi di una persona. D’altro canto, mi ero più volte pronunciato sul punto definendo inquietante il comportamento del parlamentare francavillese, senza scusanti, e avevo peraltro chiesto le dimissioni dello stesso sen. Curto da ogni carica politica. Più chiaro di così!
Ho poi sentito che l’esponente di AN ha tristemente e “preoccupantemente” minacciato di fare grosse rivelazioni. Lo stile è in linea con tutta la vicenda, inquietante anch’esso. Direi che è un crescendo continuo. Insomma, il messaggio è:”Se muoio io, muoiano tutti con me!”. Ho i brividi.
Domenica sera ho riacceso il pc e ho trovato alcuni post scritti sui blog locali che mi hanno lasciato interdetto.
Guardando bene, il problema di fondo che si poneva e si pone sembra il seguente: ma sono io ad essere complessato oppure tutti ce l’hanno con me?
E se ce l’hanno con me, come mai nessuno mi nomina? Sono d’un tratto diventato innominabile, peggio del peggiore fascista, da eliminare fisicamente, quasi da “sparare a vista”?
Giuseppe Bruno scrive sul suo post intitolato “Salviamo il senatore”, con riferimento alla manifestazione di venerdì, che “sangue non ne ha visto nessuno” e a questa affermazione fa seguire, come una linea unica e coerente, l’iniziativa partita dal senatore di raccolta firme in difesa della propria candidatura.
Caro Giuseppe, sono sempre portato a credere che le manovre di questo tipo non siano casuali, ma siano piuttosto animate da un tentativo mirato di falsificazione della realtà.
Davvero non pensavo che si potesse considerare il mio intervento fraintendibile, eppure rapito anche tu da questa smania di buttare i cattivi da una parte, sostituendoli con i buoni, hai semplificato, anzi distorto malamente.
Sai, ti sembrerà strano, sembrerà quasi un paradosso ma l’unico che ha formulato una proposta concreta in tutta la vicenda sono stato io. Al di là dei soliti inni alla “nuova politica”, al cambiamento, all’”aria nuova”(sarebbe meglio dire “fritta”), beh, io non ho ascoltato nessuna proposta alternativa; ah,sì! Lo scioglimento del consiglio comunale, sulla quale proposta folle nemmeno una parola si è spesa dopo, ma si è preferito glissare: tanto se uno spara sulla croce rossa nessuno gli dice niente. Soprattutto se quel qualcuno è della nostra squadra. Evviva la politica nuova, aggiungerei!
Dal canto loro, i compagni di rifondazione hanno potuto trovare, lo dico oggettivamente, affettuosamente, il loro sbocco naturale, sempre più amato del governare:”la piazza”.
Vado poi sul blog “casadelpopolo” e leggo un post avente lo stesso oggetto:” C’è sempre qualcuno che vuole ad ogni costo ostacolarti, screditare quello che fai, perché ha sospetto che tu stia violando i diritti della persona (???), i diritti del senatore”(?).
Verrebbe da pensare che i compagni non siano preoccupati od occupati della “violazione dei diritti della persona”, ma il resto del periodo non è che comunque mi tranquillizzi molto e spiego subito perché. Ho già espresso tutta la mia fierezza nell’essere considerato traditore della sinistra, magari traditore della faziosità, della squadra, della curva. Di certo non tradisco la mia idea di politica fatta di rifiuto del populismo demagogico, conscio come sono del rischio che corro e continuerò a correre in futuro mantenendo la mia idea, anche a costo di rendermi impopolare per non essere antipopolare.
Si alluderebbe quasi al fatto che avrei il riflesso di difendere il senatore. Bene. Questa parrebbe cronaca invece è storia. La storia delle patenti, quella di antifascista è già stata autoassegnata ai compagni che non vogliono Tizio agli incontri perché troppo nero come Calimero. E ora io, che difendo l’opportunità di non mettere in ridicolo un uomo (fascista, sfascista, comunista, non importa: un uomo) che ha sbagliato, ebbene sarei diventato difensore di Caino e non del principio in sé; forse perché non sono abbastanza “inkazzato”, violento, amico della folla inferocita che invoca la ghigliottina? Come quello che si batte contro la pena di morte e magari diventa “amico degli assassini”, o contro il 41 bis e diventa “mafioso”. A questo siamo arrivati? Ma dovrebbero sapere costoro, perché lo sanno, che la mia voce si sarebbe levata, come è già accaduto in passato, per difendere chi di loro si è venuto a trovare in minoranza, magari schiacciato da qualche potere forte. E continuerà a levarsi a difesa del diritto, del principio, anche dei rappresentanti della più evidente faziosità di sinistra, che serve e servirà solo a far campare la peggiore destra d’Italia.
Dicono: “Vorremmo che il trasversalismo non fosse una linea da adottare a priori, ma una scelta ben ponderata e consapevole dei suoi vantaggi, ma anche e soprattutto dei suoi rischi camuffati da una presunta positività dell’equidistanza sempre e ad ogni costo”.
So bene quanto opportunismo possa guidare le scelte politiche; proprio i compagni di rifondazione, a partire dal loro segretario, sanno quante volte sono stati pubblicamente lodati tanto quanto criticati, senza peli sulla lingua, con l’intenzione da parte mia di cercare spiragli di accordi su azioni comuni o di alzare il livello di confronto politico.
Pensare che la presenza opportunistica di un politico mi possa far sciogliere vuol dire sottovalutarmi. Ma c’è tanta gente che rifiuta di parlare ed io da avversario apprezzo chi non si sottrae allo scontro aspro e pubblico. E non ho paura di riconoscere meriti ad un mio avversario di sempre. In nome di una mia credibilità.
Allora, criticate pure il mio buonismo, il mio non saper stare dalla parte della (vostra) “ragione”, ma vi prego di essere in buona fede e di non modificare il mio pensiero, ché è mio e almeno quello lasciate che possa tenermelo stretto. Fatemi stare in buona compagnia.