Stralci di una discussione virtuale tra un radicale e il segretario del PRC di Francavilla sulla riforma della scuola.
SERGIO TATARANO (radicali italiani) (...)"I giovani, se non colgono le problematiche che colpiscono oggi la scuola e l'università, rischiano di andare contro il loro stesso interesse"(...)
RAFFAELE EMILIANO (segretario PRC) "E tu, caro Sergio, caro il mio radicale bacchettone, le hai colte le problematiche?".
TATARANO "ti invito a proseguire così, i tuoi insulti sono ciò che sei".
EMILIANO "Trovare una qualifica per te è difficile, lo so. Io insulto, sono critico, violento, scontroso (sti cazzi), ma tu caro amico, hai una capacità non indifferente di fare da ricevitore e da antenna agli insulti. Nessun altro è capace quanto te, davvero. Il merito è tutto tuo, delle tua penna rossa e delle tue sovrumane profezie".
TATARANO "E' del tutto chiaro che sei abituato solo a discutere (meglio, tifare) con chi ha la tua stessa testa, ma purtroppo per te dovrai scontrarti con chi la pensa diversamente".
La discussione intera la trovate su http://www.lachiazzafrancavillese.com/2008/10/la-protesta-perugia.html
mercoledì 29 ottobre 2008
Chi vuole riformare veramente la scuola?
Non c'è riforma (o, per meglio dire, intervento di ogni governo che si succede) in ambito scolastico che non lasci costantemente insoddisfatti gli studenti. Al di là delle legittime critiche che si possono muovere ad una manovra (e questa francamente mi sembra l'insieme di una serie di slogan inconsistenti), mi viene spontaneo pormi alcune domande, mi verrebbe da chiedere agli studenti come immaginano la scuola e l'università, se pensano che quelle attuali funzionano. Stessa domanda vorrei porre alle forze politiche (in particolare noto che il centrosinistra ha deciso di cavalcare il malcontento, senza tuttavia ancora rendere nota-a meno che non mi sia sfuggita- una posizione credibile sull'argomento); come ci si immagina una nuova scuola e una nuova università, in considerazione del fatto che quelle attuali sono luoghi dove il merito non esiste, dove chi è bravo non è premiato, sia tra gli studenti che tra i professori? Questo sistema produce inevitabilmente mediocrità, mancanza di stimolo a fare meglio, e porta professori (e studenti) in gamba a galleggiare e vivacchiare. Insomma, è necessario puntare sulla premialità. La scuola deve funzionare e chi lavora deve poter emergere, deve poter essere retribuito meglio e di più.In questa direzione bisognerebbe muoversi, ma non mi pare che qualcuno sia interessato a riformare seriamente la scuola: molto meglio gridare dal governo che bisogna ridare "ordine e disciplina" sotto il grembiule e, populisticamente, dai banchi dell'opposizione (e dalla megamanifestazione di tre, quattro, dieci miliardi di persone) "no al decreto Gelmini".
martedì 28 ottobre 2008
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Quattro mesi fa si diede inizio agli incontri tra le forze del centrosinistra in preparazione delle amministrative 2009: fin da subito, tutti i partiti, ad eccezione di- e contrariamente a- Radicali Italiani, da un lato dichiararono la volontà di evitare ad ogni costo le primarie e dall’altro assunsero la disinteressata (ma chi ci crede?) posizione di disponibilità rispetto alle più varie proposte sui nomi del candidato sindaco. Si voleva far credere che la filosofia adottata per la scelta del candidato sindaco era “un nome vale l’altro”.
Pur prevedendo un inevitabile scontro, rispettammo la posizione sostenuta dalla maggioranza dei partiti, i quali però di lì a poco giungevano (quelli, mica noi) ad una rottura a seguito della formulazione di un nome da parte del PD (e, contestualmente, all’inspiegabile e inspiegato isolamento del nostro partito).
Sono passati alcuni mesi da allora e questo è quanto è emerso ieri.
Il PD, dopo aver meritoriamente convocato la riunione, fingendo che i nomi finora trapelati siano stati invenzione della stampa, ha espresso semplicemente la disponibilità all’ascolto (?) e, sollecitato da più parti, ha preannunciato che a breve ufficializzerà il nome in grado di ricompattare la coalizione.
Dal canto loro, gli altri partiti hanno ribadito di voler proseguire il percorso intrapreso finora, esprimendo tuttavia la non contrarietà aprioristica al candidato che verrà indicato dal PD.
La riunione si è conclusa in un’atmosfera di surreale serenità (aggiungiamo noi, la serenità che precede un nuovo scontro), a parte le piroette collettive messe in scena per convincermi sulla dannosità delle primarie, che hanno animato la parte finale dell'incontro.
La delegazione radicale (composta da Aldo Biagini Majani e dal sottoscritto) ha ripetuto lo stesso concetto sostenuto in tutte le riunioni del 2008, a favore delle primarie come strumento di coinvolgimento democratico e anche come criterio certo per la scelta del candidato, la quale resta invece ancorata a personalismi che non si capisce ancora come dovranno essere superati. Strano, però: immaginavamo che il PD, messo alle strette, avrebbe optato per le primarie, quanto meno per opportunismo. Invece, si continua con la stessa illusione di luglio, convinti che si potrà tirare dal cilindro magico un nome che riuscirà a mettere tutti d’accordo; l’illusione diventa utopia in questo preciso frangente in cui una parte del centrosinistra ha pure individuato un candidato che quindi, non si sa per quale ragione, a quali condizioni e a favore di chi, dovrebbe compiere un passo indietro.
Se non c'è più alcun dubbio sulla volontà di tradimento dei principi democratici da parte del centrosinistra, resta invece l'interrogativo di come la stessa coalizione speri di uscire da questo pantano. Aspettiamo con ansia.
giovedì 23 ottobre 2008
Lettera ai partiti del centrosinistra.
Ai segretari di
Idv
Sinistra Democratica
Rifondazione Comunista
PdCI
Democratici per la Costituzione
Cari amici e compagni,
immagino vorrete riconoscere lo sforzo che devo compiere oggi per sedermi nuovamente attorno ad un tavolo dal quale sono stato cacciato arbitrariamente, dopo operazioni poco chiare e molto scorrette, non ultima la esclusione (magari personalistica e poco politica) dalla vostra sottocoalizione che tuttavia si è poi incomprensibilmente impossessata (con nostra somma gioia!) di uno dei punti qualificanti del programma radicale. Ma andiamo avanti.
Da forza di governo, continuiamo a porci un obiettivo, che è lo stesso che ci portava ad accettare di incontrare le altre forze già tre mesi fa, partiti che ci hanno addirittura minacciato per la nostra inopportuna esposizione dei panni sporchi, mai lavati in casa; abbiamo rivendicato il diritto-dovere di comunicare alla stampa il contenuto delle riunioni (in risposta alla volontà -politica- di molti altri di impedire la conoscenza degli elettori, potenziali o tradizionali, e di impacchettare accordi nel chiuso delle segreterie). Ecco il conoscere per deliberare einaudiano che non ci abbandona mai e che torna nella proposta di anagrafe. Siamo stati evitati, maltrattati, traditi (spudoratamente e, apparentemente, senza motivo) ma forse anche temuti e persino ascoltati. Quello che noi storicamente rivendichiamo, però, è la ricerca del meglio dagli interlocutori (come dai nostri avversari!). Oggi il PD riapre anche a noi che non abbiamo mai chiuso a nessuno. E noi siamo disposti ad ascoltare (che non significa accettare tutto).
Premesso che vi dividono molti punti dal PD (come molto divide noi da voi), non avete, non abbiamo forse un obiettivo comune? Credo che in questo momento sia doveroso da parte vostra proporre una soluzione nitida (magari più nitida di quella che risulta dal comunicato del PD, ma anche più chiara della posizione che insieme allo stesso PD avevate inizialmente studiato per giungere all'individuazione del candidato sindaco e che ha portato a questa drammatica situazione) sulla quale basare l'impegno per un accordo comune. Dovrete mostrare dove risiede la vostra opzione a favore della partecipazione e della “politica dal basso”, dovrete spiegare come conciliare il cammino intrapreso con la necessità (prioritaria anche per voi, spero) di competere alle elezioni cercando l'accordo più ampio possibile.
Come radicali ribadiamo che anagrafe degli eletti e primarie sono i soli due punti minimali a cui non rinunciamo, convinti che il tempo continui a darci ragione. Dal canto vostro, mi auguro non girerete le spalle alla (già di per sé remotissima) possibilità di “solleticare” il centrodestra in primavera.
Insomma, sappiate che l'eventuale scelta di non sedervi al tavolo ma di proseguire il cammino in maniera (di fatto) solitaria, coinciderà con il ferimento mortale delle misere speranze di giocarsi la partita assieme a tutte le forze di centrosinistra per l’alternanza. Sapendo che senza alternanza non può esistere alternativa.
immagino vorrete riconoscere lo sforzo che devo compiere oggi per sedermi nuovamente attorno ad un tavolo dal quale sono stato cacciato arbitrariamente, dopo operazioni poco chiare e molto scorrette, non ultima la esclusione (magari personalistica e poco politica) dalla vostra sottocoalizione che tuttavia si è poi incomprensibilmente impossessata (con nostra somma gioia!) di uno dei punti qualificanti del programma radicale. Ma andiamo avanti.
Da forza di governo, continuiamo a porci un obiettivo, che è lo stesso che ci portava ad accettare di incontrare le altre forze già tre mesi fa, partiti che ci hanno addirittura minacciato per la nostra inopportuna esposizione dei panni sporchi, mai lavati in casa; abbiamo rivendicato il diritto-dovere di comunicare alla stampa il contenuto delle riunioni (in risposta alla volontà -politica- di molti altri di impedire la conoscenza degli elettori, potenziali o tradizionali, e di impacchettare accordi nel chiuso delle segreterie). Ecco il conoscere per deliberare einaudiano che non ci abbandona mai e che torna nella proposta di anagrafe. Siamo stati evitati, maltrattati, traditi (spudoratamente e, apparentemente, senza motivo) ma forse anche temuti e persino ascoltati. Quello che noi storicamente rivendichiamo, però, è la ricerca del meglio dagli interlocutori (come dai nostri avversari!). Oggi il PD riapre anche a noi che non abbiamo mai chiuso a nessuno. E noi siamo disposti ad ascoltare (che non significa accettare tutto).
Premesso che vi dividono molti punti dal PD (come molto divide noi da voi), non avete, non abbiamo forse un obiettivo comune? Credo che in questo momento sia doveroso da parte vostra proporre una soluzione nitida (magari più nitida di quella che risulta dal comunicato del PD, ma anche più chiara della posizione che insieme allo stesso PD avevate inizialmente studiato per giungere all'individuazione del candidato sindaco e che ha portato a questa drammatica situazione) sulla quale basare l'impegno per un accordo comune. Dovrete mostrare dove risiede la vostra opzione a favore della partecipazione e della “politica dal basso”, dovrete spiegare come conciliare il cammino intrapreso con la necessità (prioritaria anche per voi, spero) di competere alle elezioni cercando l'accordo più ampio possibile.
Come radicali ribadiamo che anagrafe degli eletti e primarie sono i soli due punti minimali a cui non rinunciamo, convinti che il tempo continui a darci ragione. Dal canto vostro, mi auguro non girerete le spalle alla (già di per sé remotissima) possibilità di “solleticare” il centrodestra in primavera.
Insomma, sappiate che l'eventuale scelta di non sedervi al tavolo ma di proseguire il cammino in maniera (di fatto) solitaria, coinciderà con il ferimento mortale delle misere speranze di giocarsi la partita assieme a tutte le forze di centrosinistra per l’alternanza. Sapendo che senza alternanza non può esistere alternativa.
martedì 21 ottobre 2008
Da Marco a Walter.
Sul mancato adempimento costituzionale deplorato dal Presidente della Repubblica, dalla maggioranza assoluta dei parlamentari italiani, oltre che con la lotta di noi Radicali, Walter Veltroni ha stasera dichiarato – con due giorni di ritardo su Silvio Berlusconi - : “Credo che gli italiani siano preoccupati per altro”. Annotiamolo. Sembra una dichiarazione di un leader di Partito Qualunquista, piuttosto che “Democratico”.
Marco Pannella - 19 ottobre 2008
giovedì 16 ottobre 2008
In risposta al comunicato del PD.
Apprendo dalla stampa che il PD vorrebbe riaprire la discussione interna al centrosinistra. Personalmente, non posso che essere favorevole ad un dialogo che, da parte nostra, non si è mai interrotto con chiunque abbia voluto, in questi mesi e sempre, instaurare un confronto trasparente con noi.
Ciò premesso, vorrei però ben cogliere l’autentico significato di suddetta apertura.
Traspare infatti, in maniera diabolicamente perseverante, la propensione negli amici e compagni del PD a ricercare un candidato, al di là dell’indecifrabilità dell’espressione “non tradizionalmente vicino al centrosinistra” (?), con metodi ancora poco chiari e arbitrari, nonostante il disastro provocato nei mesi trascorsi dallo sciagurato preaccordo PD-UDC.
Per tale motivo, colgo l’occasione per ripetere quanto già è stato sostenuto da noi per mesi in maniera petulante, certo, ma evidentemente lungimirante, visto che se fossimo stati ascoltati si sarebbe evitata la situazione di pantano attuale e si sarebbe dato forza ad un progetto realmente democratico e partecipativo: impegno sull’anagrafe degli eletti, come scelta programmatica di discontinuità, e primarie aperte, vale a dire competizione nella quale possa candidarsi (e votare) chiunque dichiari di voler sostenere il progetto del centrosinistra, senza che il singolo sia espressione di un determinato partito. Nessun aut-aut da parte nostra, ma semplici punti concreti sui quali è indispensabile fare chiarezza per verificare che le cosiddette aperture siano poi effettivamente apprezzabili come tali e non siano piuttosto giochetti creati per prenderci in giro.
Ciò premesso, vorrei però ben cogliere l’autentico significato di suddetta apertura.
Traspare infatti, in maniera diabolicamente perseverante, la propensione negli amici e compagni del PD a ricercare un candidato, al di là dell’indecifrabilità dell’espressione “non tradizionalmente vicino al centrosinistra” (?), con metodi ancora poco chiari e arbitrari, nonostante il disastro provocato nei mesi trascorsi dallo sciagurato preaccordo PD-UDC.
Per tale motivo, colgo l’occasione per ripetere quanto già è stato sostenuto da noi per mesi in maniera petulante, certo, ma evidentemente lungimirante, visto che se fossimo stati ascoltati si sarebbe evitata la situazione di pantano attuale e si sarebbe dato forza ad un progetto realmente democratico e partecipativo: impegno sull’anagrafe degli eletti, come scelta programmatica di discontinuità, e primarie aperte, vale a dire competizione nella quale possa candidarsi (e votare) chiunque dichiari di voler sostenere il progetto del centrosinistra, senza che il singolo sia espressione di un determinato partito. Nessun aut-aut da parte nostra, ma semplici punti concreti sui quali è indispensabile fare chiarezza per verificare che le cosiddette aperture siano poi effettivamente apprezzabili come tali e non siano piuttosto giochetti creati per prenderci in giro.
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