La risposta di pubblico alla splendida iniziativa con Mina Welby, mi dà lo spunto per una riflessione triste sulla politica nostrana: erano assenti tutti i politici di destra e, tranne pochissime eccezioni, quasi tutti quelli di sinistra; è a quest’ultima, alla sinistra, che voglio rivolgermi lanciando un estremo appello. Già conoscevamo l’atteggiamento da compromesso storico che ha animato sessant’anni di storia italiana e che oggi, in formato bonsai, trova nuovo vigore nel progetto del Pd, alla costruzione del quale erano forse impegnati tutti quelli che hanno sabotato l’incontro di mercoledì sera: la sola presenza di Mina sarebbe dovuta bastare a far scomodare l’intera città. Ma d’altronde non è questo il momento per parlare di eutanasia, come non lo era per parlare di divorzio, aborto e fecondazione assistita o non lo sarà mai per parlare di droga e in generale del vissuto della gente. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. Ciò che però mi allarma oltremodo è l’atteggiamento autocelebrativo che ormai è penetrato, in maniera speculare alla destra, anche nella “sinistra” ufficiale francavillese, che dimentica i deboli, gli ultimi, gli afflitti ma non le occasioni per fare il pieno di applausi. La stessa sinistra che, chi sa perché, alle iniziative senza contraddittorio e con la consegna delle medaglie o il taglio dei nastri, non manca mai, poi dimentica di mischiarsi a quei pazzi che credono che i dibattiti senza confronto siano aria fritta. Quella sinistra che si sorregge solo sulle macerie di una destra “capace di tutto”, targata Parentopoli e discarica, dimostra poi la mancanza di spirito costruttivo snobbando un appuntamento tanto importante e, tra l’altro, a più voci. Al contrario, ribadisco il mio grazie, oltre che a don Franco Galiano che ha coraggiosamente sostenuto il diritto di Welby ai funerali, al sen. Curto per aver voluto essere presente in un dibattito che ci ha visti in disaccordo praticamente su tutto, così come era facilmente ipotizzabile e, mi permetto di aggiungere, auspicabile. E dal sen. Curto, noi “Associazione Coscioni” aspettiamo adesso risposte concrete sul voto per i malati intrasportabili, come da Lui stesso promessoci.
giovedì 31 maggio 2007
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3 commenti:
se questo fosse un appello reale..di quelli da far firmare alla gente, per strada...beh, sappi che io lo firmerei, con nome cognome e indirizzo
Vico parlava di corsi e ricorsi storici..di storia che si ripete e anche io, come te, vedo nel Pd, la proiezione, seppur su scala ridotta, di un compromesso storico già vissuto...
vedo la paura di affrontare temi cogenti,temi che è sempre meglio insabbiare in un atteggiamento che non può non ricordare quello della destra "storica" o di una Chiesa che metteva a tacere facendo passare tutto sotto silenzio infondendo la paura nei fedeli col convincimento che il solo pensarli, certi temi, fosse commettere peccato
e da qui lo sconforto, se poi è un esponente della Chiesa ad essere disposto ad affrontarli questi temi(e non la sinistra politica)guardando dritto negli occhi la donna di un uomo a cui il funerale non è stato concesso(l'immagine che mi viene in mente è quella della veemenza di Antigone e non so perchè)
vedo il dare importanza alle celebrazioni di rito, alle presenze che contano perchè danno visibilità, quelle ufficiali,e non vedo più una sinistra che nasceva nel Popolo e che come tale, da Esso stesso traeva forza e nutrimento...
non vedo troppa differenza tra questa sinistra e la destra che continuo a rifiutare ed è forse per questo che il solo pensiero del Pd mi mette paura...un pò come da bambina avevo paura di una porta chiusa su una stanza di cui non conoscevo il contenuto
La mia critica è duplice: non è la semplice constatazione del solito compromesso storico riproposto solo in formato "mini"( non avrei scoperto né denunciato nulla di nuovo) ma nasce anche da un nuovo sdegno e dalla presa di coscienza che davvero, da quando la sinistra locale ha iniziato ad inserirsi nei posti che contano abbia smesso completamente di ascoltare. Si partecipa ad una manifestazione (si intende: rigorosamente di parte e col paracadute) solo se c'è il Presidente Tizio o il sottosegretario Caio, per elemosinare un po' di visibilità(magari qualcuno mi verrà a dire che non èstato invitato personalmente e allora riderò). Mai(dico mai) ad un genuino confronto con chi fa politica "per rimetterci"(come me).
ps: in effetti avrei potuto parlare più semplicisticamente di critica e non di appello. Ma voglio aspettare qualche giorno e poi spiegare perché per me quello è appunto un disperato ma sincero appello.
il mio "intro" sull'appello non voleva essere una critica all'espressione che hai usato...assoltutamente no(anche perchè ti assicuro che leggendolo, la sincerità e forza del convincimento,tipiche di un appello e non di una critica, traspaiono già...)voleva invece semplicemente essere un modo per dire che le parole scritte da te,almeno a scuotere me sono arrivate....anche se so che non può contare...
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