mercoledì 5 marzo 2008

Pacta sunt servanda?


Ricapitoliamo: dopo aver in tutti i modi respinto qualunque proposta di apparentamento (Di Pietro sì, voi no), dopo essere addirittura andato a spulciare tra i nomi dei candidati radicali (Pannella no, d’Elia non sia mai), Veltroni propone, una decina di giorni fa, un accordo su una piattaforma di 9 sicuri eletti. Prendere o lasciare. I radicali accettano “obtorto collo”.
Sottoscritto un patto su quel punto, stante una legge elettorale devastante (in virtù della quale sono i partiti a nominare i parlamentari e non i cittadini ad eleggerli), viene resa nota e ufficializzata, il giorno 5 marzo, la lista dei candidati del PD, con un ordine che mette in seria difficoltà la realizzabilità di quello stesso patto voluto dai cosiddetti “democratici” (alcuni candidati radicali non avrebbero la certezza di essere eletti).
Questa precisazione si rende doverosa anche alla luce di quello che stampa e tv stanno diffondendo in merito alle ragioni che hanno portato Marco Pannella a scegliere la strada dello sciopero della sete nonviolento. Questo è quanto sta avvenendo oggi tra PD e radicali: hanno (ha, Veltroni) imposto un accordo, vietando al più antico partito d’Italia di presentarsi con il proprio simbolo, e ora stanno (sta) cercando smaccatamente di tradire quella proposta, divenuta patto, da essi stessi formulata prima e imposta poi. I patti, secondo voi, vanno rispettati? C’è qualcos’altro da aggiungere?

2 commenti:

Peppo Rodia ha detto...

Mah...credo che i pirla siano stati Pannella e Boselli a non ricompattarsi nuovamente. Il progetto Rosa nel Pugno è naufragato prematuramente. Peccato. Era la soluzione migliore per i simpatizzanti laici-liberali-socialisti.
Zapatero aiutaci!

sergio tatarano ha detto...

Caro Peppo, purtroppo Boselli ha deciso di mandare a puttane quel grande progetto che era la RnP, unica vera novità del panorama politico degli ultimi anni. Marco ha insistito finché ha potuto, ma come sai il tango si balla in due.