lunedì 9 giugno 2008

La desolante eredità della destra, la (unica) desolante scelta (non a caso antistatutaria) del centrosinistra. Esiste un "democratico" a Francavilla?



Viviamo un momento storico di grande emergenza a Francavilla. L’emergenza è innanzitutto di eredità della destra, eredità che nessuno vuole portare sul groppone. A destra, è poi evidente, ci sono lotte intestine legate al fattore Curto, alle scelte sul suo futuro e alla convivenza dello stesso con Vitali.
L’emergenza (democratica) è rappresentata anche (e bene) nel centrosinistra, che apre bocca solo per denunciare le pochezze altrui.
Il centrosinistra ha il vantaggio di partire perdente e per ora si permette il lusso di snobbare invece che abbracciare, di escludere invece che coinvolgere, di ghettizzare invece che aprire.
Mentre in un Liceo Classico, dopo essere semplicemente venuti a conoscenza dell’iniziativa della Coscioni, cento ragazzi firmano spontaneamente la petizione per la pillola del giorno dopo, il PD francavillese continua a parlare di coinvolgimento di giovani, utilizzati strumentalmente e dimenticati quando si parla di lottare per i loro diritti, come per le donne. Noi (cellula Coscioni, noi radicali, libertari, liberali, non violenti) cercheremo fino alla fine una interlocuzione, una contaminazione, fino a che qualcuno risponderà ai nostri appelli, ai nostri inviti, all’iscrizione. Aderire è facoltativo, attiene alla condivisione delle proposte, ma rispondere è un gesto di buona educazione. La strada è invece ancora quella, il silenzio, il bavaglio, la finta discussione pubblica. Nessuna risposta è giunta a noi tanto quanto ai compagni di rifondazione o agli amici dei democratici per la Costituzione (da cui pure ci differenzia, politicamente, un abisso, ma che non possono essere esclusi pregiudizialmente da alcun progetto di alternanza dalla destra).
Un partito che permette a se stesso di far circolare voci su una separazione (ideologica? Personalistica? Fateci capire!) da una parte del centrosinistra senza motivi plausibili, senza analisi più o meno condivisibili (semplicemente senza analisi), è un partito che sceglie consapevolmente di andare a “morire”. A meno che qualcuno non ci spiega la situazione in termini chiari e politici.
Il PD è ancora in tempo per evitare scelte suicide, per evitare di fallire miseramente, di ignorare le domande degli interlocutori e dei suoi stessi potenziali elettori, che sono quelli che esso PD in primis dovrebbe chiamare a sé. Esso fugge all’inseguimento dell’UDC e verso il ripudio delle primarie, unica scelta resa scelleratamente pubblica, tradimento orgoglioso del proprio statuto e dei propri (astratti) ideali. Esiste, a Francavilla, un democratico, ma, prima ancora, uno che voglia rispettare uno Statuto?
Abbiamo diritto, non solo come interlocutori del centrosinistra, ma anche come cittadini democratici, di pretendere da un partito che si definisce tale, un atteggiamento di rigurgito del vecchiume partitocratrico. Che qualcuno ci risponda, che qualcuno ascolti e renda pubblico il proprio pensiero (per il bene non nostro, ma dei cittadini, della democrazia), non soltanto quando si tratta di cavalcare qualche facile onda provocata dalla risacca amministrativa marinottiana, ma anche quando è necessario assumere una responsabilità, consci del fatto che alcuni principi non sono derogabili, come non lo sarebbero le primarie. Dimostrino che quello scelto non è un nome abusivo.

12 commenti:

cicciolo ha detto...

mi sembra di capire che il PD vorrà correre da solo..beh,un poco quello che ha fatto Veltroni a livello nazionale.In questo sono abbastanza coerenti.Adesso dovranno solo organizzare le primarie...

Anonimo ha detto...

Direi coerentemente folli nel perseguire la sconfitta. :)
Sulle primarie, fossi in loro, stenderei un velo pietoso...

Angelo ha detto...

Sergio,e' evidente che il Pd e' in attesa...non si sa di cosa!Forse attendono di risolvere i dolori intestinali,o sperano di trovare alleanze dell'ultima ora o meglio ancora( e credo che sia proprio così)aspettano le ufficiali mosse del centro-destra....intanto una cosa è sicura,non c'e' assolutamente in giro quella calma che traspare,ma un continuo turbinio di ipotesi e realtà da retrobottega che verranno fuori non si sa quando....

Anonimo ha detto...

Sergio ma io dico perchè non ti iscrivi al Pd.Chi sei tu per fare sempre il fustigatore di un partito di cui non fai parte,perchè fai parte di un'altro partito?
Non fai parte del Pd perciò smettila di continuare a rompere le balle,anche perchè sia rifondazione che i dem per la costituzione non vogliono le primarie.

Anonimo ha detto...

Intanto chi sei tu per dare ordini in qualità di anonimo?
Ciò precisato, io sono iscritto ad un altro partito (radicale, per la precisione) che come sai ha cercato e cerca ripetutamente di interloquire col pd, magari rendendolo veramente democratico.
Non faccio il fustigatore, mi limito a dare consigli che un partito che si spaccia per democratico dovrebbe recepire con entusiasmo.
Noto che il tuo riflesso è lo stesso dei vertici del pd ufficiale, il consiglio è considerato "rottura di balle". Per chi continua ad avere la stessa cultura che nasconde sotto al tappeto, purtroppo certe posizioni non sono digerite.
Se gli altri partiti non vogliono le primarie, questa è una scelta di incoerenza (da parte di alcuni) o coerentemente partitocratica (da parte di altri) che non devo risolvere io. Vedremo poi quando verranno tirati fuori i nomi dei candidati se non saranno costretti a rifugiarsi nelle primarie perché ognuno avrà da porre il veto su qualcuno. C'è ancora tanto da vedere.

Anonimo ha detto...

credo che la vera questione della politica francavillese verta su un solo punto.
creare listoni e coalizioni in base alla capacità dei candidati di "intercettare" voti, oppure, cambiando radicalmente direzione, unirsi intorno a dei punti programmatici condivisi e presentarsi come una forza politica compatta al cospetto dei cittadini?
la prassi vedrebbe la prima ipotesi sopraffare la seconda, per ovvie consuetudini culturali, ben radicate in seno alla cittadinanza francavillese.
quale convenienza avrebbe un politico francavillese a ragionare in un ottica programmatica, se poi la maggioranza dei cittadini, al momento del voto, propendono per la scelta del familiare, dell'amico, di quello che... ?
quindi, per concludere, cambierà mai l'atteggiamento dei politici francavillesi senza che ci sia una reale voglia di cambiamento da parte dei francavillesi?
le ultime consultazioni ci hanno dimostrato il contrario.
quindi: che i partiti facciano i loro giochetti nel chiuso delle segreterie. tanto, il risultato non cambia.

mario pajano

Anonimo ha detto...

Caro Mario,
mi permetto di dissentire.
A cosa si assiste, costantemente in occasione delle elezioni amministrative? Ad una contrapposizione tra famiglie, in buona sostanza. I voti sono frutto di quello. La destra è la grande rappresentante di quella cultura, incapace di rappresentarsi come democratica, di evidenziare nuovi processi partecipativi che mettano i cittadini in movimento. Berlusconi fonda un partito in macchina e nessuno gli contesta nulla.
Francavilla non sfugge a questa logica, ma anzi la incarna in maniera ancora più forte, considerando che la destra stravince da vent'anni e un potere incancrenito è ancora più immobile del solito.
Il centrosinistra ha due possibilità, come tu stesso hai esposto. Ma non può optare per quella partitocratico-clientelare, non dico per ragioni di diversa sensibilità culturale, ma quanto meno per egoismo. Se si vuole fronteggiare la destra con quelle armi, il centrosinistra è spacciato, non ce la fa. Ecco perché le primarie, il programma condiviso e quant'altro. Due anni fa suggerivo a Tommaso Resta una soluzione che facesse perdere punti al centrosinistra, ma si preferì non rischiare nulla e perdere ugualmente. Ecco, io credo che i francavillesi non votano politicamente anche perché non vedono la differenza politica; non sanno cosa li attende in caso di vittoria del centrosinistra. Non lo sa nessuno. Ormai a Francavilla c'è una consapevolezza comune del disastro della destra, ma chi continua a votarla lo fa perché osserva che a sinistra non ci sono garanzie di novità, di scelte nuove. E in questi casi la gente sceglie (più che l'originale) la conservazione, il mantenimento dello status quo.
Se poi si parla di primarie come festa democratica e la volta successiva scompaiono le primarie, allora scompare anche la credibilità delle persone. Peraltro, la barzelletta è che si diceva che era meglio evitarle per non spaccarsi e ora pare che saranno presentati due candidati pure a sinistra. Insomma, si trovi una scusa migliore, quanto meno.
Mi auguro che qualcuno, le radio o le tv, vogliano organizzare un dibattito sull'argomento. Avrei qualcosa da dire in proposito a cui ancora nessuno mi ha saputo o voluto rispondere.

Anonimo ha detto...

sergio, la mia era chiaramente una provocazione.

mario pajano - disilluso

Anonimo ha detto...

Scusami, ma non avevo colto visto che in passato ti sei espresso più volte contro le primarie e dunque non sono riuscito a "leggere" in modo corretto il tuo commento.

Anonimo ha detto...

ma infatti sono dubbioso(non decisamente contrario) rispetto allo strumento delle primarie proprio perchè credo sia funzionale solo in un contesto culturale avanzato.
un buono strumento, le primarie, per una società realmente civile, civilizzata, non più schiava delle più bieche logiche clientelari dal sapore medievale.
uno strumento utile a cittadini che vogliano realmente creare un forte gruppo di pressione dal basso.
non credo che i francavillesi abbiano questo "coraggio", che in fondo è il coraggio di essare cittadini liberi.

un saluto.

m.p.

Anonimo ha detto...

Ok, Mario, ma nel frattempo, cosa facciamo?
Non sono d'accordo con questa considerazione sui francavillesi come persone sottosviluppate. Non facciamo un servizio utile se ci consideriamo più stupidi degli altri, di altre realtà.
L'alternativa, lo ripeto, è il partitismo, il governo dei capi di partito. Invece ci si deve impegnare per trovare una via per rendere le primarie serie e autentiche.

Anonimo ha detto...

potremmo emigrare!

m.p.