Il rischio è concreto, direi sempre più una certezza: l’eventualità che le prossime elezioni si trasformino in una sfida completamente interna al regime è assolutamente realistica. C’è un‘alta probabilità che le future amministrative diventino, più di sempre, una lotta di potere nella quale qualunque barlume di contenuto venga spazzato via da un braccio di ferro che potrebbe umiliare oltremodo il centrosinistra.
Insomma, una competizione all’ultimo sangue che si teme possa portare a dover scegliere nella stessa persona, e all'interno della stessa coalizione, il Sindaco e il capo della destra, sulla base di una contrapposizione esclusivamente fideistica. Una specie di scelta del Santo protettore in Terra. A questo si è ridotta la politica.
C’è una via d’uscita a tutto questo? La via d’uscita è l’antiregime, ma l’antiregime non è nel rovesciamento nominalistico, non sta nel recitare la solita facilona litania sul governo dei signorotti, nel semplice parlare di democrazia, legalità e diritti, ma nell’esserlo, essere e rappresentare, nei fatti e nelle scelte, democrazia, legalità, diritti. E’ la via democratica, la via del confronto, non degli appelli destinati a cadere scientificamente nel vuoto dell’inconcludenza, della lontananza dai problemi reali della gente e del confronto sul vissuto, piuttosto che su qual è la tua squadra o la mia “religione”. Qualcuno ha risposto all'idea delle primarie affermando la propria contrarietà o (dall’alto di una indifferenza che quanto più è finta tanto più ha bisogno di essere ostentata) che parlare di nomi è una forzatura, che non è il momento, che è un gioco che non entusiasma nessuno perché vengono prima le idee, i progetti, perché poi un nome vale l’altro (ma solo se il nome è il proprio). Ad ogni modo, la falsificazione della realtà, il livello di mistificazione arriva fino a questo punto, in cui chi propone le primarie (cioè un metodo) parrebbe iscriversi al club di quelli che vogliono un nome a tutti i costi? Come se la scelta partitocratrica, dei delegati, quella che viene (fintamente) fuori alla fine di estenuanti e vacue riunioni fiume (ma che in realtà è già clandestinamente approvata da tempo) fosse una scelta rispettabile più di quella curtiana o vitaliana. Non lo è. Mi auguro sinceramente che le innumerevoli riunioni cui il nuovo centrosinistra darà vita non saranno un modo per togliere cittadinanza al minimo entusiasmo tra le forze che, per ora, si limitano a proporsi come alternative al regime, ma che non è detto che lo siano. Allora, aprite per davvero quelle porte.
Insomma, una competizione all’ultimo sangue che si teme possa portare a dover scegliere nella stessa persona, e all'interno della stessa coalizione, il Sindaco e il capo della destra, sulla base di una contrapposizione esclusivamente fideistica. Una specie di scelta del Santo protettore in Terra. A questo si è ridotta la politica.
C’è una via d’uscita a tutto questo? La via d’uscita è l’antiregime, ma l’antiregime non è nel rovesciamento nominalistico, non sta nel recitare la solita facilona litania sul governo dei signorotti, nel semplice parlare di democrazia, legalità e diritti, ma nell’esserlo, essere e rappresentare, nei fatti e nelle scelte, democrazia, legalità, diritti. E’ la via democratica, la via del confronto, non degli appelli destinati a cadere scientificamente nel vuoto dell’inconcludenza, della lontananza dai problemi reali della gente e del confronto sul vissuto, piuttosto che su qual è la tua squadra o la mia “religione”. Qualcuno ha risposto all'idea delle primarie affermando la propria contrarietà o (dall’alto di una indifferenza che quanto più è finta tanto più ha bisogno di essere ostentata) che parlare di nomi è una forzatura, che non è il momento, che è un gioco che non entusiasma nessuno perché vengono prima le idee, i progetti, perché poi un nome vale l’altro (ma solo se il nome è il proprio). Ad ogni modo, la falsificazione della realtà, il livello di mistificazione arriva fino a questo punto, in cui chi propone le primarie (cioè un metodo) parrebbe iscriversi al club di quelli che vogliono un nome a tutti i costi? Come se la scelta partitocratrica, dei delegati, quella che viene (fintamente) fuori alla fine di estenuanti e vacue riunioni fiume (ma che in realtà è già clandestinamente approvata da tempo) fosse una scelta rispettabile più di quella curtiana o vitaliana. Non lo è. Mi auguro sinceramente che le innumerevoli riunioni cui il nuovo centrosinistra darà vita non saranno un modo per togliere cittadinanza al minimo entusiasmo tra le forze che, per ora, si limitano a proporsi come alternative al regime, ma che non è detto che lo siano. Allora, aprite per davvero quelle porte.
19 commenti:
Carissimo Sergio,
da giovane francavillese credo che le prossime amministrative saranno, come affermavi tu, un braccio di ferro tra questo e quel potente politico. Il mio punto di vista è assai complesso: non capisco come si sia arrivati, nella casa del PDL, alla divisione; non capisco il PD (in generale) abile nel pettegolare e scarso nell'agire e portare avanti una ideologia senza fermarsi alle critiche per il passato ma pensando ad affrontare il presente; non capisco come la sinistra francavillese non riesca a trovare accordi per un candidato sindaco comune, dato che mirano tutti a sconfiggere la diarchia che da 12 anni governa instancabilmente Francavilla; non capisco i continui lamenti sulla destra francavillese, lamenti che provvengono da giovani, adulti, anziani, studenti, professori, tutti stanchi di Curto e di Vitali, tutti stanchi della loro politica, tutti stanchi di essere da loro governati; però l'ultimo dato, quello delle politiche, parla chiaro: il PDL vince a Francavilla! E allora penso: com'è possibile che il giorno prima ero l'unico a difendere il centrodestra francavillese e alle politiche Francavilla conferma quella politica che ha incominciato a stancare un pò tutti? Forse la gente è ipocrita o incoerente? Forse la gente è ignorante: vota la destra perchè Vitali parla bene o Curto è della Juve (ammesso che lo sia) e non pensa al proprio paese, o alle cose fatte da loro per il proprio paese? Forse Francavilla si sta sgretolando sotto la nostra ignoranza? Non so cosa pensare! Noi francavillesi ci sentiamo delle pedine, e quindi non dobbiamo permettere alla destra piuttosto che alla sinistra di prendersi gioco di noi, è arrivato il momento di mettere l'orgoglio da parte e pensare al futuro del nostro paese, magari sempre con la destra al comando, l'importante che dimentichi il passato e regali ai cittadini una Francavilla diversa, un'altra Francavilla.
Caro Federico,
scorgo in te una certa delusione nella gestione del centrodestra (per il quale comunque sembra tu sia intenzionato a votare ancora, correggimi se sbaglio).
Non starò qui a sottolineare le mancanze del centrosinistra, in quanto è opera che presto costantemente, in assoluta direzione propositiva; mi soffermo questa volta sul centrodestra e su quanto da te scritto: le responsabilità dei due ledaer sulla gestione amministrativa di questi lunghi anni credo siano innegabili. Ora: io non penso che chi è di destra non abbia diritto di cittadinanza politica nella discussione a Francavilla e anche di rivendicare "nuove stagioni" (ci mancherebbe), ma ritengo che però sia indispensabile capire un punto, capire quale possibilità di vita abbia un rinnovato voto allo stesso identico centrodestra di questi anni. Insomma, Curto e Vitali hanno camminato a braccetto e dominato completamente il panorama delle scelte importanti dalle quali non hanno alcuna possibilità di sottrarsi. Non c'è all'orizzonte nessuna discontinuità da quella situazione, se non la rottura per ragioni di convivenza e convenienza personale, non certo programmatica o progettuale.
Insomma, ritengo che anche chi vuole coerentemente continuare a esprimere fiducia alla destra possa farlo, ma non nei confronti di una destra che non si sia sbarazzata degli artefici dei disastri francavillesi.
Caro Sergio,
anzitutto ti ringrazio per la risposta, secondariamente mi permetto, se me lo consenti, di correggerti poichè alle prossime amministrative avrò per la prima volta diritto al voto e di conseguenza non devo riconfermare nessun voto precedente ;-). Ciò detto.
La destra francavillese si trova a governare da 12 anni il nostro paese: non accetto chi specula dicendo che abbia governato male o quel poco di buono che si è trovata a fare l'ha fatto per scopi prettamente personali; non accetto chi continua ad affermare che ogni sindaco avuto sia stato burattino di Vitali piuttosto che di Curto; non accetto chi dice di voler cambiare politica e di conseguenza vorrebbe e spererebbe in una vittoria del centrosinistra, quando il centrosinistra Francavillese è invisibile e incapibile oltre che incapace, quindi scusa se mi permetto di dire che a questo punto preferisco confermare una amministrazione che rispecchia le mie ideologie politiche. Io spesso confronto il mio paese con Torre, Mesagne, Latiano ecc, e sono convinto e confermo questa mia tesi, che non dobbiamo invidiare niente a nessuno, anzi gli altri dovrebbero invidiarci molte cose che abbiamo. Governare Francavilla è difficile, "saziare" i francavillesi è un'impresa ancor più complicata che governarla, soddisfare tutti è un'altra impresa ancor più complicata della precedente, e di conseguenza ci vorrebbe una persona esperta, anziana, politicamente parlando, ma soprattutto capace di soddisfare ogni singolo francavillese.
Ancora meglio: non avendo mai votato in passato hai la possibilità di non commettere in futuro questo errore! :)
Scherzi a parte, il motivetto che si è iniziato dalla caduta di Marinotti è stato evidentemente lo scarica barile, con un addossamento delle colpe che addirittura sono state attribuite agli impiegati pur di toglierle dalle mani dei veri registi. E i veri registi, caro Federico, non si può negare che siano stati due. E' un fatto oggettivo. Oggi si riconosce la scarsa produttività dell'amministrazione, ma come sempre accade la sconfitta è orfana.
Quanto alla speranza, dovresti ammettere una certa capacità di critica da parte mia nei confronti del centrosinistra che comunque non ha responsabilità (di opposizione sì, ma non di governo) in questi anni. Ma come ho avuto modo di sottolineare prima, è legittimo che chi vuole votare a destra lo faccia, ferma restando la poca credibilità che si assumerà non perché si è votato a destra, ma perché in quel voto c'è una continuità che non può essere politicamente fatta passare liscia, perché in quel voto c'è intatto il passato riproposto con gli stessi mezzi e neppure minimamente pentito.
Sicuramente le responsabilità sono di Vitali e Curto [facimu sti nomi ;-)], però secondo me c'è una netta differenza tra il primo e il secondo: il primo la scorsa domenica è sceso in piazza dicendo che si perde e si vince tutti insieme, senza addossare colpe a nessuno e soprattutto parlando DA esponente del PDL invitando imprenditori, agricoltori, contadini, insegnanti a fare politica scendendo nel campo della politica e non farla costruendosi cattedre nel deserto [cit.]; il secondo non lo stiamo nè vedendo nè sentendo, sappiamo solo che vuole candidarsi sindaco, sappiamo che vuole fare una "sfida" con Vitali per vedere chi vince (la "sfida" l'ha lanciata a 4° canale radio), neanche se stiamo parlando di biglie. Io la differenza l'ho trovata: rimango a destra! Quella destra che vuole cambiare, quella destra che cambierà, quella destra che cambierà non con la vittoria di una "sfida", ma portando avanti quel programma e quelle ideologie che sono piaciute agli elettori e che questi riconfermeranno perchè bisogna sostenere chi continua a mettere passione nella politica e non chi ha paura di tramontare IN politica. La mia non è un'addossare delle colpe o trovare la differenza, sia mai, perchè stimo e ammiro il Senatore, però se la differenza tra i due esiste ed è anche molto palese non possiamo fare come le tre scimmiette: non vedo, non sento e non parlo.
Sergio, fammi un piacere, sveglia la sinistra!
Ti ringrazio per l'onere che trasferisci sulle mie spalle e del quale non so se sarò degno.
Comunque, qualcosa bolle nella pentola della mia testa. Presto dirò di cosa si tratta.
Da come l'hai detto posso intuire una tua probabile candidatura a sindaco. Te lo auguro!
No, no! Un progetto, non voglio anticipare nulla. Vediamo se ce la faccio.
Il discorso sulle responsabilità ormai è datato,anche se nell'ultimo periodo abbiamo assistito ad una nuova versione del famoso gioco chiamato "lo scaricabarile".Prima vi era una compagina unita che scaricava le responsabilità verso i più disparati posti, oggi persa quell'unità,ci si scarica le responsabilità tra diverse componenti e soggetti facenti parte,fino a pochi mesi fa,della stessa coalizione di governo.
Detto ciò,io francamente ritengo poco credibile lanciare una sfida di innovazione e di cambiamento senza coniugare a questa proposta un rinnovamento della classe dirigente.
Credo che una delle cause principali della mediocrità della politica francavillese possa essere individuata proprio nel mancato rinnovamento di una classe dirigente che negli anni ha palesato grossissimi limiti che poi,in maniera scientifica,si sono proiettati e radicati nella gestione amministrativa della città.
Quindi tu credi che il centrodestra se volesse essere credibile dovrebbe cambiare l'intera classe dirigente? Credo che sia l'onorevole sia il senatore abbiano detto che cambieranno assessori e consiglieri. Se però tu in questo cambiamento inculdi anche l'onorevole e il senatore, beh ti sbagli. Rimarranno sempre a ricoprire questi ruoli.
se me lo consenti...mi permetto...Federico,Sergio Tatarano ti sta facendo scuola..cominci a parlare come lui!!eheheh..
Se mi consenti una risposta tanto vera quanto credibile a me tutti insegnano e sono sempre pronto ad accettare consigli e insegnamenti, soprattutto se a consigliarmi e insegnarmi sono ragazzi come Sergio.
se mi consenti,ti consento quello che hai scritto..
Grazie ;-)
Caro Giuseppe,
in che senso sarebbe datata la questione delle responsabilità?
Non ho francamente compreso se il tuo commento era una risposta a me, anche nella parte in cui parli di rinnovamento della classe dirigente. Se era una risposta al mio commento, non hai fatto altro che confermare ciò che avevo scritto io.
Se mi consentite l'intromissione, una cosa voglio dirla anche io. La sinistra ( o il centrosinistra o come si chiama adesso ) un candidato spendibile lo possiede. Ha nome e cognome ed è abbastanza ben visto dalla popolazione ( deve solo evitare sproloqui inutili ). Logicamente parlo del Resta, che se zitto zitto riesce a farsi candidare (senza le ormai e di fatto inutili primarie ), riesce a polarizzare i centristi udiccini, riesce a convincere i recalcitranti democratici per la costituzione, riesce ad allontanarsi dall'inutile abbraccio arcobalenoide, riesce a parlare male il meno possibile degli avversari, riesce a contattare la gente personalmente (cioè i votanti), riesce ad essere indipendente dai vari Roma e Somma, molto probabilmente (in una, alla data attuale,lotta fratricida del centrodestra) potrebbe rischiare di andare al ballottaggio.....
Giuseppe Altavilla
Caro Giuseppe (Altavilla),
non entro nel merito di questo o altro nome proprio perché c'è stato chi mi ha accusato di voler lanciare nomi e cognomi con la proposta di primarie: l'esatto c ontrario. Non sto guardando l'obiettivo del candidato comune, ma piuttosto il cammino per raggiungere quell'obiettivo. Insomma, seguo la solita logica secondo cui non i fini giustificherebbero i mezzi, ma sarebbero i mezzi a prefigurare i fini. Le primarie, insieme ad altro, possono rappresentare l'elemento di rottura col regime di potere che va avanti da 15 anni, incarnando la vera soluzione di continuità rispetto a scelte personalistiche o, al meglio, partitocratiche. Peraltro, lo ripeto per la centesima volta, c'è uno statuto che parla chiaro e il mancato rispetto dello stesso qualificherebbe il PD.
ps: spero che Giuseppe (Bruno) non si stia "partitodemocratizzando", con la scelta della strategia da artista che si esibisce una volta e non ripete, non risponde.. :)
Sergio non stare sempre con la pietra in tasca.Sono stato un giorno a Roma,perciò non ho potuto continuare la discussione.
Il mio era un commento generale sulla situazione politica locale,niente di più.
La mia, invece, era evidentemente una battuta.
Ad ogni modo ti formulavo una richiesta di chiarimento su quello che avevi scritto perché si presta a svariate interpretazioni e non si riesce a comprendere a chi e a cosa ti riferisca.
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