A dirigenti e militanti liberali e democratici di centrodestra.
Agli amanti della democrazia.
A chiunque ha a cuore la sconfitta del regime ventennale dei vari Curto e Vitali.
A chi si vuole spendere per rendere possibile l'alternanza per l'alternativa.
La situazione in vista delle prossime elezioni amministrative pare davvero paradossale. Paradossale è infatti che dinanzi allo sfacelo della giunta uscente, tutti i pezzi grossi del centrodestra stiano prendendo le distanze da ogni responsabilità, cercando di scaricare il mattone delle colpe sulla testa del povero Giuseppe Marinotti. La nostra città rischia di essere catapultata di fronte ad un’imbarazzante sfida (interna alla destra) che potrebbe spazzare via l’intero centrosinistra; paradossale è anche che, dal canto suo, proprio il centrosinistra, come da tradizione, stia facendo di tutto per non approfittare della spaccatura in seno allo schieramento avversario.
Non parliamo di programmi, perché tanto l’unico valore che si può sbandierare è l’anticurtismo, l’antivitalismo, l’antimarinottismo. Come le macerie dell’antiberlusconismo. La storia insegna, è vero, ma solo a chi ha voglia di imparare qualcosa, non a chi è impermeabile agli aneddoti delle sconfitte.
Prendiamo le primarie, allora. Le risposte fino ad ora ricevute alla mia (banalissima) proposta hanno dell’incredibile. Esaminiamole una ad una.
1 “LE PRIMARIE SONO DANNOSE, HANNO PROVOCATO LA ROTTURA DELLA COALIZIONE DUE ANNI FA”. Balle. La sfacciataggine con cui si effettua questa affermazione è veramente insopportabile. La rottura del centrosinistra fu provocata da una scelta scellerata da parte di alcune forze che decisero di indicare un nome senza neppure sottoporlo ad un confronto tra gli altri partiti. Il risultato fu l’inasprimento delle posizioni che poterono trovare l’unica via di soluzione nelle consultazioni primarie (nelle quali furono coinvolti oltre 4mila elettori). Quanto meno, si andò alle elezioni con un solo candidato.
2 “MICA POSSIAMO PROPORRE LE PRIMARIE SENZA AVERE PRIMA INDIVIDUATO I CANDIDATI!”. Sarebbe a dire che prima si indicano le persone e poi si stabiliscono le regole su cui queste persone devono misurarsi?! Regole che, ovviamente, scriverà la parte che appoggia il candidato più quotato che potrà così vincere a mani basse. Peraltro, sembrerebbe quasi che, allo stato, non ci siano persone disposte a candidarsi. Il discorso è molto semplice: nessuno fino ad ora si è voluto esporre perché si aspetta la mossa dell’avversario, si attende di sapere se la destra avrà un solo candidato o se davvero verrà fuori con due candidati diversi (solo in questo caso ci sarà un accapigliamento per la candidatura a sinistra). Insomma, nel centrosinistra non solo non c’è una comune idea, alternativa di città e autonoma di politica, ma con questa posizione si istituzionalizza la “vita di riflesso”: è una scelta di debolezza, direi antropologica, antropologicamente fallimentare e perdente.
3 “SIAMO CONTRARI ALL'AMERICANIZZAZIONE DELLA POLITICA, PENSIAMO AI PROGRAMMI!”. A parte che mi pare davvero curioso che qualcuno possa esprimersi in questi termini dopo quello che è avvenuto negli ultimi anni (in cui le primarie sono state sbandierate come una conquista comune, eppure nemmeno i compagni del PrC oggi ne parlano minimamente). Ma poi, le primarie sono già un “programma”, sono il punto di partenza per allargare la coalizione, il modo attraverso cui tutte le forze possono sottoporsi alle regole della democrazia e sottrarsi a quelle della partitocrazia, ancora vera padrona del trasversale panorama politico. E invece si insegue il centrista di turno, il Salonna e l’inaffidabilità testata, conclamata, di chi oggi dichiara che si candida per proprio conto e domani sta dall’altra parte senza che se ne conosca il motivo. Che anche il segretario dell’UDC partecipi alle primarie, appoggiando il candidato che crederà opportuno. Sarebbe un banco di prova importante.
Non parliamo di programmi, perché tanto l’unico valore che si può sbandierare è l’anticurtismo, l’antivitalismo, l’antimarinottismo. Come le macerie dell’antiberlusconismo. La storia insegna, è vero, ma solo a chi ha voglia di imparare qualcosa, non a chi è impermeabile agli aneddoti delle sconfitte.
Prendiamo le primarie, allora. Le risposte fino ad ora ricevute alla mia (banalissima) proposta hanno dell’incredibile. Esaminiamole una ad una.
1 “LE PRIMARIE SONO DANNOSE, HANNO PROVOCATO LA ROTTURA DELLA COALIZIONE DUE ANNI FA”. Balle. La sfacciataggine con cui si effettua questa affermazione è veramente insopportabile. La rottura del centrosinistra fu provocata da una scelta scellerata da parte di alcune forze che decisero di indicare un nome senza neppure sottoporlo ad un confronto tra gli altri partiti. Il risultato fu l’inasprimento delle posizioni che poterono trovare l’unica via di soluzione nelle consultazioni primarie (nelle quali furono coinvolti oltre 4mila elettori). Quanto meno, si andò alle elezioni con un solo candidato.
2 “MICA POSSIAMO PROPORRE LE PRIMARIE SENZA AVERE PRIMA INDIVIDUATO I CANDIDATI!”. Sarebbe a dire che prima si indicano le persone e poi si stabiliscono le regole su cui queste persone devono misurarsi?! Regole che, ovviamente, scriverà la parte che appoggia il candidato più quotato che potrà così vincere a mani basse. Peraltro, sembrerebbe quasi che, allo stato, non ci siano persone disposte a candidarsi. Il discorso è molto semplice: nessuno fino ad ora si è voluto esporre perché si aspetta la mossa dell’avversario, si attende di sapere se la destra avrà un solo candidato o se davvero verrà fuori con due candidati diversi (solo in questo caso ci sarà un accapigliamento per la candidatura a sinistra). Insomma, nel centrosinistra non solo non c’è una comune idea, alternativa di città e autonoma di politica, ma con questa posizione si istituzionalizza la “vita di riflesso”: è una scelta di debolezza, direi antropologica, antropologicamente fallimentare e perdente.
3 “SIAMO CONTRARI ALL'AMERICANIZZAZIONE DELLA POLITICA, PENSIAMO AI PROGRAMMI!”. A parte che mi pare davvero curioso che qualcuno possa esprimersi in questi termini dopo quello che è avvenuto negli ultimi anni (in cui le primarie sono state sbandierate come una conquista comune, eppure nemmeno i compagni del PrC oggi ne parlano minimamente). Ma poi, le primarie sono già un “programma”, sono il punto di partenza per allargare la coalizione, il modo attraverso cui tutte le forze possono sottoporsi alle regole della democrazia e sottrarsi a quelle della partitocrazia, ancora vera padrona del trasversale panorama politico. E invece si insegue il centrista di turno, il Salonna e l’inaffidabilità testata, conclamata, di chi oggi dichiara che si candida per proprio conto e domani sta dall’altra parte senza che se ne conosca il motivo. Che anche il segretario dell’UDC partecipi alle primarie, appoggiando il candidato che crederà opportuno. Sarebbe un banco di prova importante.
Qualcuno giudicherà il mio post disfattista: anche questo rientra nell’atteggiamento paradossale che ormai travolge tutto e tutti. Il mio è il consiglio di un radicale, un (vero) democratico, che continua a battersi per le proprie personali convinzioni, che non vuole si utilizzi uno strumento sulla base di un calcolo di “opportunità” (o, per meglio dire, opportunismo). Il mio vuole essere un consiglio, anzi, una preghiera, un’implorazione che mi permetto di rivolgere a chi intende –silenziosamente o spudoratamente- tradire i principi che ieri, anzi oggi dichiara di abbracciare, anche se, è evidente, non gli appartengono.
Allora, come in ottobre chiedevo da non iscritto al PD, che si parlasse delle primarie veltroniane, allo stesso modo oggi chiedo, da interlocutore del centrosinistra, che si apra un confronto pubblico e reale sulla opportunità (termine quanto mai inappropriato) o meno delle consultazioni interne al centrosinistra, chiedo che si discuta ancora una volta sulla necessità o meno di rispettare la parola data, i patti, i principi enunciati e sistematicamente traditi, a partire dall’art. 20 dello statuto del PD. Il rispetto delle regole che si scelgono non è semplicemente opportuno, è doveroso.
Attendo un cortese e immediato riscontro.
5 commenti:
Sergio innazitutto vorrei chiederti di poter pubblicare il tuo intervento.
Detto ciò,ti faccio solo presente che il regolamento del Pd a quanto ho avuto modo di capire dice che le primarie devono essere chieste almeno da 4 membri del direttivo.
Infine ,la posizione del Pd è importante,ma mi chiedo Rifondazione che dice?
I democratici per la Costituzione che dicono?
E gli altri partiti?
Tutto tace è ciò mi preoccupa.
Spesso mi capita di giocare a Risiko con Emmanuele e lui adotta la tattica dell'attendismo.Risultato?Perde sempre...
Ovviamente puoi pubblicare il post, grazie.
Dunque, lo statuto del PD dice all'art. 18 co. 4 che "vengono in ogni caso selezionati con il metodo delle primarie i candidati alla carica di Sindaco, Presidente della Provincia e Presidente della Regione". Se il PD concorre con più partiti, l'art. 20 stabilisce che "i candidati comuni vengono selezionati mediante elezioni primarie aperte (...)".
L'unica via di fuga è che non si svolgono le primarie nel caso in cui sia stata avanzata una sola candidatura nei tempi prescritti dal regolamento (art. 20 comma 6).
Ovviamente il mio appello è rivolto a tutti (come si evince dal richiamo esplicito ai compagni del PRC, che finora si sono uniti al silenzio di tutto il centrosinistra), ma in primis a coloro che hanno voluto sancire a livello statutario le primarie come metodo di scelta e cioè i vertici del PD.
siamo daccordo con te Sergio vogliamo le primarie.non perdiamo altro tempo che i partiti del centro sinistra decidessero.
Sostenitori di Maurizio Bruno.
Bene. E' importante che si crei un forte movimento che sappia chiedere le primarie ai partiti, i quali diversamente faranno di testa loro.
Ma con l'anonimato si può fare poco.
é già arrivata una richiesta sottoscritta da un bel pò di cittadini per effettuare le primarie al segretario del PD di Francavilla.
Sostenitori di Maurizio Bruno
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