martedì 27 maggio 2008

Radicali, metastasi della politica.


Non mi aspettavo nessuno dei leader politici locali, sabato sera. Non avevo chiesto di venire a salutare Marco Pannella (che pure penso avrebbe meritato una calorosa accoglienza bipartisan, non soltanto dei cittadini), ma solo di prendere una posizione chiara sulla 194. E’ strano che quella 194 che nessuno vorrebbe toccare, sabato sera era difesa, almeno nel suo impianto di massima (i radicali nel 1978 volevano una legge più liberale e meno ipocrita), solo dalla Cellula Coscioni e da qualche esponente politico a titolo personale. La sinistra mancava, la destra non ne parliamo.
Eppure siamo già in campagna elettorale e l’assurdo è che in questi periodi solitamente ci si agita per depositare il cappello sopra ogni iniziativa. Lo avevamo chiesto, avevamo chiesto di strumentalizzare il nostro tavolo, di metterci le bandiere.
Sinistra e destra non hanno ritenuto di organizzare nulla in ricordo della legalizzazione dell’aborto, rimessi in riga dalle ultime dichiarazioni del Papa e dal suo integralismo antiscientifico.
Sto aspettando che i compagni della sinistra dicano qualcosa sulle primarie di coalizione, quelle che per l’art. 20 dello Statuto del PD devono obbligatoriamente riguardare l’indicazione del candidato Sindaco, Presidente di Provincia e di Regione.
A Francavilla, ora, tutti sono impegnatissimi ad inventare coalizioni fondate sul nulla, necessariamente, per scelta. Guai a parlare di programmi, guai a parlare di primarie (e di statuti), guai a interessarsi di problemi della gente, del vissuto, dei loro drammi. Non solo: chi se ne interessa va tenuto alla larga, come fanno con noi, che continuiamo a invitarli alle iniziative e riceviamo picche e mai un invito ricambiato. Meglio coinvolgere i nuovi rappresentanti dell'opposizione di regime, meglio accordarsi vorrei capire su cosa, magari sull'antipatia personale (neanche politica) verso il Curto o il Vitali di turno, i quali passeranno come altri, ma le pochezze di questa politica rimarranno immutate.
Definiti dalla sen. Binetti “metastasi”, nessuno ci vuole. Possibile? Trattati come i rom, gli omosessuali, gli ebrei, i detenuti, gli ultimi, quelli che noi difendiamo sempre, quelli con cui piacevolmente ci mescoliamo.
Sottoposti costantemente ad esami del sangue, quegli esami che non si chiedono ad altri che porterebbero voti e che dunque vanno, quelli sì, corteggiati ad ogni costo.
Continuiamo a parlare da soli e saremo evidentemente costretti ai “do di petto”, alle urla beduine, saremo costretti ad inventare qualcosa, come facciamo costantemente da più di cinquant’anni. Per il bene della politica e dei buoni a niente.

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