“In teoria si tratta di una sacca con guanto in lattice e additivi acidi, che consentono di trasformare gli scarti dell’umido in fertilizzante. In pratica, si tratta di un vero e proprio sacrificio. Questo tipo di riciclaggio comporta troppi problemi e disagi alla maggioranza dei cittadini. L’umido impiega ben sei mesi prima di trasformarsi in fertilizzante e ciò significa sei mesi di puzza nelle case, con probabili invasioni di topi e moscerini. E’ un riciclaggio ristretto a tutti coloro che hanno una sensibilità ecologica tale da sopportare tutti i disagi. (…)
E’ abbastanza facile dedurre che solo pochi cittadini attueranno il programma, il resto, andando incontro a problemi, getterà il tutto. Il problema degli scarti dell’umido è complesso e di certo non può essere risolto con un kit di riciclaggio che impiega sei mesi per una trasformazione”.
E’ abbastanza facile dedurre che solo pochi cittadini attueranno il programma, il resto, andando incontro a problemi, getterà il tutto. Il problema degli scarti dell’umido è complesso e di certo non può essere risolto con un kit di riciclaggio che impiega sei mesi per una trasformazione”.
(Assessore all'Ambiente di Francavilla Fontana, Antonio Martina, da "Il gallo" del 31 maggio-13 giugno 2008).
1 commento:
Si tratta della solita incompetenza che pretende di farsi passare per capacità risolutiva. La raccolta dell'umido è una cosa seria che non si può improvvisare nella casa del singolo cittadino. Intanto occorrono impianti specializzati per la raccolta dell'umido e la trasformazione in compost. Un trattamento deve essere fetto in modo serio e con il rispetto di tempi di raccolta e di utilizzo ben determinati, perchè il compost per essere utile all'agricoltura deve diventare humus (come sanno bene i nostri vecchi contadini). Comunque bisogna capire che prima di parlare di raccolta dell'umido si deve parlare di riduzione dei rifiuti, di raccolta differenziata, di riutilizzo dei materiali, di recupero di energia. Cosa da grandi, caro il mio assessore piuttosto poco informato. Giuseppina Montanaro
Posta un commento