lunedì 21 gennaio 2008

Chiudiamo il centro storico.


Leggo con interesse la denuncia collettiva relativa al degrado giovanile a Francavilla Fontana con particolare riferimento ai recenti spiacevoli atti di vandalismo notturno. Noto nelle parole utilizzate sulla stampa una oscillazione tra l’allarmismo destrorso contro la deriva dei soliti giovani “drogati” e privi di valori (con la proposizione degli immancabili innocui strumenti per affrontare queste realtà, in realtà peggiorandole) e, da sinistra, la puntuale critica all’amministrazione comunale. Se una riflessione può essere compiuta essa è senza dubbio relativa ad un fatto: la “movida” francavillese nasce grazie a quello spontaneismo tipico di ogni realtà in cui la buona volontà dei singoli imprenditori smuove l’immobilismo antropologico delle amministrazioni. Rispetto al sacrosanto malcontento dei cittadini del centro storico si intrecciano poi vicende tutte differenti, che andrebbero affrontate distintamente.
Ferma restando la mancanza di luoghi di aggregazione alternativi (problema, questo, che, come tanti altri, non mi pare che l’attuale amministrazione abbia mai avuto a cuore), il fatto che Francavilla e la sua piazza siano un punto d’incontro per tanti ragazzi non può essere di certo considerato un dato negativo, ma è piuttosto una risorsa da sfruttare e valorizzare. Sarebbe quindi utile cercare di non abbandonare i cittadini alla più totale anarchia e all’improvvisazione, ma curare un luogo dove al contrario, emblematicamente, regna una gabbia “temporanea” da ormai tre anni.
Ciò che andrebbe poi stabilita è la chiusura del centro storico al traffico di autoveicoli, possibilmente con controlli che garantiscano il solo passaggio per i pedoni e che non rendano questo vincolo un fatto puramente teorico. Penso che potrebbe giungere un messaggio di civiltà da parte dell’amministrazione, magari sollecitato dall’opposizione: abbandonare una cattiva e incivile abitudine di circolare con l’automobile anche per tratti di strada francamente irrisori. Nello stesso tempo, recuperare il piacere di scoprire le vie del nostro centro storico, anche incentivando l’uso delle biciclette, come avviene in tutte le cittadine del centro e del nord Italia.
Ma quanta parte della politica è pronta a intraprendere una battaglia del genere, affrontando una quasi sicura ( e ideologica) contrapposizione dei commercianti?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Good post.