martedì 8 gennaio 2008

La bomba Bassolino.


In un Paese democratico, quando uno sbaglia va via. Ogni volta che qualcuno è chiamato a governare un fenomeno, una situazione o un territorio e non vi riesce, la gente ha il voto per cacciarlo via; oppure ci sono i consiglieri che gli revocano la fiducia. Non ci vorrebbe un saggio per indicare a Bassolino l’unica soluzione possibile: andarsene. La gestione rifiuti a Napoli è stata dir poco catastrofica: eppure noi in Puglia non stiamo tanto meglio. Se non si capisce che va fatta la raccolta differenziata e se soprattutto non si capisce che essa va incentivata con campagne serie, anche premiando chi la sostiene e punendo chi usa una sola busta per vetro, plastica e carta, allora staremo sempre a percentuali da 3-4%.
Ma quella non è l’unica emergenza napoletana. Napoli è, come abbiamo avuto modo di sostener altre volte, l’emblema della bomba demografica nostrana, dove, come ci dice Marco Pannella, “500 mila persone sono state indotte dalla camorra partitocratrica a vivere sul Vesuvio” e dove nessuno, dinanzi alla emergenza perenne di lavoro, di ambiente, di traffico, di vita, ha mai ritenuto di sollevare anche solo a se stesso il problema demografico. Vie nelle quali abitano migliaia di famiglie nascoste in case sotterranee, nei cosiddetti “bassi”, e nessuna parola spesa dai Bassolino di turno per spiegare che meno si è meglio si sta. C’è ancora chi sostiene di aumentare le nascite, come fascismi, comunismi e regimi clericali hanno sempre fatto per fornire figli alla patria, perché la contraccezione aprirebbe la strada all’abbattimento di tabù sessuali insuperabili. E intanto la situazione precipita.

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